Per la classe 2^ ling e 3^ les
La Stampa,
articoli pag. 12 -13 di G. Giacomino e F. Zaffarano + Il buongiorno di M. Gramellini , pag. 1
DA RIPASSARE (solo per la 3^ les) : la normativa sulla protezione dell'immagine e la privacy
L'OPINIONE
Sospensione per un giorno e un tema entro lunedì. Questa la sanzione inflitta ai 22 ragazzini delle medie per aver pubblicato online foto non autorizzate. Condividete la punizione? Condividete le idee espresse da Massimo Gramellini nel suo Buongiorno "Colpa del Prof"?
È evidente negli articoli ma ancor più nel buongiorno di gramellini che come la società anche la scuola sta diventando sempre più dipendente dalle tecnologie moderne: vuoi per una ricerca, vuoi per la condivisione di dati, tuttavia quando si tratta invece dell'argomento "utilizzo inappropriato dei cellulari durante le ore di lezione" il discorso cambia
RispondiEliminaQuesto caso ha fatto molto scalpore sui giornali tuttavia io credo che non sia né la prima né l'unica volta in cui in una classe degli alunni abbiano usato il cellulare di nascosto per condividere immagini.
La punizione assegnata è più che meritata, perché secondo me la gravità risiede più che altro non nella condivisione di selfie quanto di video non autorizzati dei prof, ignari di essere ripresi e quindi non consenzienti.
Nel suo buongiorno Gramellini illustra in modo ironico come per assurdo ad ogni possibile punizione i ragazzi siano sempre difesi dai genitori, che sono sempre pronti a far ricadere la colpa sui prof anche nelle situazioni più palesi.
Io personalmente condivido ciò che ha detto ma ci tengo a puntualizzare che non tutte le famiglie sono così, perché se per alcuni le sgridate o le punizioni non si può neanche nominarle per altri invece, se servono, sono all'ordine del giorno
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RispondiEliminaBuona sera , dopo aver letto gli articoli di G.Giacomino , F.Zaffarano e il Buon giorno di Massimo Gramellini, mi sento di dire che sono pienamente d'accordo con le punizioni assegnate ai ragazzi per aver utilizzato i telefonini durante la lezione per mettere in rete le foto dei loro insegnanti. Condivido pienamente la critica che si cela dietro le parole di Massimo Gramellini, in quanto spesso,anzi la maggior parte delle volte, i genitori tendono a giustificare il comportamento dei loro figli anche quando questi ultimi sono indifendibili. È vero siamo nell'era della tecnologia,le comunicazioni tra ragazzi e insegnanti sono importanti etc...ma a parere mio non ci si deve ASSOLUTAMENTE permette di tenere un comportamento simile,in primis perché si deve portare rispetto agli insegnanti,i quali rappresentano un'istituzione importante come la scuola, e anche da un punto di vista legale, in quanto è molto grave diffondere immagini di altri senza il loro consenso. Su questo concetto mi sento di dire che sono davvero irremovibile perché a parere mio è inaccettabile tollerare un simile comportamento. È stato detto negli articoli che alcuni ragazzi piangevano,credo che avrebbero dovuto pensarci prima alle conseguenze che il loro comportamento avrebbe scaturito. Personalmente sono pienamente d'accordo con quanto detto da Massimo Gramellini.
RispondiEliminaMaria Cristina Nevi.
Dopo aver letto gli articoli di G.Giacomino, F.Zafferano e il Buon giorno di Massimo Gramellini, mi viene da riflettere sull'uso sbagliato che i ragazzini a volte fanno dei telefoni e dei social network, è vero queste nuove tecnologie hanno numerosi vantaggi ma utilizzati in maniera sbagliata possono diventare veramente pericolosi!
RispondiEliminaIo sono pienamente d'accordo sulla sospensione e sul tema di come punizione perché questi ragazzi devono riflettere e capire che il gesto che hanno fatto oltre ad essere irrispettoso nei confronti dei professori, è un modo totalmente inopportuno di utilizzare i cellulari e i social network. Inoltre sono molto d'accordo con M. Gramellini sul fatto che i genitori spesso tendono a schierarsi sempre dalla parte dei propri figli, facendoli credere di essere dalla parte della ragione, in questo modo i ragazzini (non solo per colpa loro) non potranno mai capire che il comportamento maleducato e irrispettoso che hanno avuto sia sbagliato e fino a quando avranno l'appoggio dei loro genitori non potranno mai migliorarlo.
“Colpa del prof”! Sembra la solita frase pronunciata dai ragazzi dopo la loro ennesima bravata e, a volte, a pronunciarla sono addirittura i genitori stessi. Ne è un esempio ciò che è successo a San Francesco al Campo, in provincia di Torino. 22 ragazzi della scuola media del paese sono stati sospesi dalle lezioni per un giorno. La loro colpa? Quella di aver scattato e reso pubbliche delle foto dei loro insegnanti durante le ore di lezione. Alla consegna delle lettere del provvedimento da far firmare e riconsegnare ai professori, i genitori dei ragazzi si sono prontamente lamentati dal preside per la punizione, secondo loro, esagerata. “Sarebbe stata sufficiente una lavata di testa” dice Antonietta Fiorinelli, la madre di una delle ragazze coinvolte nella bravata. “Mia figlia ha chiesto scusa, eppure l’hanno sospesa e lasciata a casa”. Ma, come affermano i professori, se ai ragazzi non viene data una punizione esemplare, come possono capire il loro errore? I colpevoli della bravata, infatti, sono anche responsabili di insulti e derisioni dirette ai professori, scritte su Instagram e Whatsapp. Non sarebbe la prima volta che questo accade, ma è sicuramente la prima in cui i comportamenti degli studenti vengono severamente e, aggiungerei, giustamente punti. Gli insegnanti hanno il dovere di istruire i ragazzi sulle possibili conseguenze delle loro azioni e sui pericoli che possono incontrare in rete. Non punirli sarebbe stato un cattivo esempio da parte dei professori per i ragazzi stessi. Il 95% dei dodicenni, infatti, possiede uno smartphone. La loro attività principale è la navigazione in rete, in particolare sui social network (Whatsapp e Instagram sono i più usati). I ragazzi utilizzano i social network per raccontarsi, per affermarsi e per esprimere le loro opinioni. Queste, però, possono spesso degenerare in insulti e derisioni verso qualcuno ed è compito degli adulti fermarli. Nel Buongiorno di giovedì 5 novembre, Massimo Gramellini concorda sull’adeguatezza della punizione data agli studenti di San Francesco al Campo. Egli afferma che se i genitori si lamentano della punizione dei ragazzi, la colpa è proprio loro! I genitori sono i veri responsabili. Non sono stati in grado di punire i loro figli alla luce dei fatti, ma hanno preferito difenderli. Questo accade spesso con i ragazzi di oggi e pur di non avere una nota disciplinare in pagella, i genitori implorano i professori e il preside della scuola affinché i loro “adorati” figli vengano solamente rimproverati. È bene che tutti ricordino, invece, che se nessuno corregge le azioni sbagliate dei figli, in futuro non saranno in grado di farlo da soli. Come possono allora affrontare la vita? Il mio consiglio per tutti noi ragazzi? Lasciarsi guidare dagli insegnanti e dai genitori. Tutto quello che ci insegnano non si può studiare su nessun libro scolastico.
RispondiEliminaFederico Orlando
RispondiEliminaAvendo letto gli articoli su “La Stampa” e il “Buongiorno” di Massimo Gramellini, sull'accaduto nella scuola del torinese, ritengo che la sanzione subita dagli alunni della scuola media sia più che meritata. Essendo ragazzi di 12, 13 anni, la prevenzione è la cosa più fondamentale. Quella è l'età in cui il ragazzo crede di sapere, ma in realtà non conosce i rischi che corre utilizzando uno strumento così potente come il web e i social. La violazione della privacy è un reato penalmente sanzionato, dunque, il giusto modo di far maturare i ragazzi, talvolta è fargli “sbattere la testa”, per così dire, in modo tale che l'errore non venga più commesso. Tutto questo processo di educazione sarebbe molto più agevole se non fosse per alcune famiglie disposti a difendere i loro figli con le unghie e con i denti piuttosto che far capire loro la gravità della situazione. Tuttavia è necessario sottolineare il progresso tecnologico scoppiato nel XXI secolo. Ormai smartphone, tablet e altri device, sono all'ordine del giorno. Non si può certo tornare indietro, dunque ritengo sia assolutamente istruttivo utilizzare qualsiasi strumento informatico in ausilio del sistema tradizionale di studio.
I ragazzi di una scuola media vino a Torino, durante le lezioni, hanno ripreso i professori con i telefoni e li hanno messi sui social. I genitori si sono arrabbiati con i professori per aver preso la decisione di sospenderli e hanno il comportamento dei ragazzi che è stato definito solo come "una bravata". Gli insegnanti hanno reagito con i mezzi a disposizione per cercare di far capire ai ragazzi che avevano fatto un uso scorretto del telefono. Dall'altra parte i genitori, invece di andare contro ai professori , dovrebbero collaborare con loro per educare i propri figli. I ragazzi devono imparare a comportarsi onestamente seguendo gli insegnamenti dati dai professori e dai genitori che si aiutano a vicenda e non si ostacolano.
RispondiEliminaLa lattura del buongiorno di Gramellini e l'articolo sulla sopsensione dei 22 ragazzi , oltre ad avermi lasciato senza parole riguardo al comportamento degli studenti, mi ha posto un interrogativo: la colpa è veramente solo dei genitori?
RispondiEliminaA mio parere gli alunni presi in esame, non rappresentano veridicamente l'intero universo degli studenti Italiani, anzi sono solo portatori della parte negativa di questa popolazione; penso che a tutti nell' arco del percorso scolastico sia capitato di avere preferenze sui docenti, senza mettere tale pensiero in maniera così esplicita e viabile a tutti.
Inoltre i professori della scuola media di Francesco dal campo,secondo me testimoniano una scarsa autorità e conoscenza di quelli che sono i loro allievi. Il tutto viene confermato dalla punizione inflitta agli alunni: banale da tutti i punti di vista e poco efficace.
Ovviamente la maggior parte delle colpe in questo caso va retribuita ai genitori, i quali non si rendono conto delle gravità commesse dai propri figli, ma anche i professori e gli studenti rislultano, a mio parere, colpevoli di tale scandalo.
L'utilizzo dei telefoni a scuola è sempre stato problematico, già prima che inventassero gli smartphone. Ma gli articoli proposti evidenziano un'altra questione: spesso gli insegnanti condannano eccessivamente alcune azioni apparentemente di poco rilievo per paura di degenerazioni future. Tutto ciò evidenzia come la tecnologia sia un terreno ancora oscuro per molte persone e che a volte le reazioni spropositate siano solo dovute all'insicurezza. Inoltre, dare molto rilievo a questi fatti ne provoca l'emulazione, rivelandosi controproducente. Dall'altro lato è altrettanto importante mediare le podizioni di molti genitori. Infatti, molto spesso un'accusa mossa contro un figlio viene vista come un'accusa indiretta a loro, in quanto la loro educazione non è stata efficace. In questo modo si verificano facilmente scontri tra due posizioni estreme, quindi l'unica possibilità di risolvere il problema è informare adeguatamente i professori e tranquillizzare i genitori. Così si può dare il giusto peso alle cose e convivere tranquillamente.
RispondiEliminaGiorgio Cospite
RispondiEliminaA mio parere la sanzione dei ragazzi è stata più che meritata, perché avendo 12 13 anni hanno la consapevolezza che è sbagliato utilizzare il telefono in classe senza il permesso e ancora più grave riprendere i professori senza il loro consenso e pubblicarli sui social network.
I genitori secondo me invece di andare contro i professori, avrebbero dovuto spiegare che è sbagliato.
Nell'ambiente scolastico e nella vita quotidiana ci deve essere una educazione per riuscire a vivere al meglio.
Irene Pira
RispondiEliminaNel “Buongiorno” di Massimo Gramellini del 5 novembre si sottolinea come, anche per fatti o situazioni oggettivamente negative, oggi si tende più a dare la colpa ad altri, per esempio ai professori, piuttosto che prendersi la responsabilità del fatto compiuto. Nel caso specifico, 22 ragazzi di 12 – 13 anni della scuola “media” di San Francesco al Campo, in provincia di Torino, in classe hanno scattato foto e girato video che avevano gli insegnanti come protagonisti inconsapevoli, aggiungendo sghignazzi e commenti poco piacevoli. Poi hanno postato foto e video sui social network condividendoli con molte persone. Però sono stati scoperti e hanno avuto come punizione una sospensione, ma anche la possibilità di riflettere su quanto avevano commesso con una full immersion sul corretto uso dei telefonini e con la stesura di un tema sull’accaduto.
Personalmente mi trovo d’accordo sulla sanzione data dagli insegnanti perché penso che possa raggiungere l’obiettivo di rendere consapevoli i ragazzi su ciò che hanno compiuto. Di cosa si tratta in particolare? Di violazione della privacy che in alcuni casi può diventare un reato e, per questo, perseguibile penalmente.
E qui entra in gioco il ruolo del genitore. Invece di giustificare il proprio figlio dovrebbe ricordarsi che la potestà genitoriale è sua, quindi che è penalmente perseguibile al posto del minore. Alcuni dei genitori dei ragazzi sospesi, invece di aiutare il proprio figlio a prendersi la propria responsabilità, l’hanno scaricata sulla scuola, sminuendo la gravità del fatto.
Nell’articolo di G. Giacomino, la preside della scuola di San Francesco al Campo dice che i ragazzi hanno infranto le regole, quindi evidentemente hanno violato il regolamento di istituto. Ci si può domandare se erano consapevoli nel farlo. Ma il fatto oggettivo rimane e le regole vanno seguite.
Questo è un cardine della vita democratica e la scuola è il luogo dove si impara anche questo.
Il Buongiorno di Massimo Gramellini e gli articoli di Giacomino e Zaffarano fanno riferimento alla situazione di alcuni tredicenni torinesi che sono stati puniti con la sospensione dopo aver ripreso i professori con lo Smartphone è pubblicato il tutto sui social.
RispondiEliminaPunizione giusta a mio parere, per insegnare a degli alunni delle medie ciò che è proibito fare, il regolamento sulla privacy e l'educazione. Peccato però che a quanto pare non si debbano insegnare queste nozioni solo agli alunni, bensì anche ai genitori di questi. Infatti alcuni dei padri e delle madri dei tredicenni hanno considerato la sospensione una punizione troppo dura data da professori troppi severi. Secondo il mio parere una situazione del genere è inaudita, ma lo è ancora di più il fatto che, al posto di sostenere i professori, i genitori affermano che quelli nel giusto sono i propri figli. Scuola e famiglia dovrebbero comunicare, interagire, ma soprattutto educare il ragazzo affinché diventi un buon cittadino che rispetta le regole: ma come si può educarlo se i genitori in primis non sanno farlo?
A leggere questo articolo, ci si chiede se quello che stiamo leggendo è la realtà o meno; purtroppo quello che sto per scrivere è reale.22 ragazzi della scuola di San Francesco al Campo sono stati sospesi con un tema per il giorno dopo. La loro colpa? Aver condiviso sui social network foto dei professori che, giustamente, hanno preso provvedimenti.
RispondiEliminaE i genitori, che dovrebbero essere la figura di riferimento del giovane nonchè fulcro della sua educazione, come reagiranno? Lo metteranno in castigo? Gli requisiranno smartphone e pc? Niente di tutto questo: bensì difenderanno il giovane e insorgeranno contro i professori.
Ma non stiamo parlando di due o tre, ma di tutti i genitori dei 22 alunni sospesi; una specie di rivolta e protesta contro le punizioni, giudicate troppo severe.
La domanda che salta alla mente è: cosa servono punizioni del genere se neanche a casa li si controlla? Ebbene si, perché se manca l'educazione familiare (che dovrebbe essere fondamentale) manca anche il comportamento a scuola e soprattutto su Internet.
Infatti, se si naviga in rete e non si è consapevoli dei rischi, Internet in mano a un tredicenne è l'arma più potente per distruggere una persona, e qui si entra nel discorso "privacy", che non è il mio campo, ma si sa che postare in rete foto di persone, le quali non autorizzano il post, diventa un reato.
Ma allora i genitori cosa insegnano, se non sanno neanche cos'è reato e cosa non lo è?
A mio avviso, la punizione è adeguata (e forse anche troppo leggera), gli insegnanti hanno fatto il loro dovere, anche se a casa la scelta non è apprezzata, ma il problema sta alla base.
Per me la punizione adottata dagli insegnanti è appropriata perché purtroppo su queste tematiche, questo tipo di sanzioni al giorno d'oggi sono l 'unico modo per far imparare la lezione ai ragazzi. Questo fatto si può sicuramente associare al fatto che i ragazzi abusano degli smartphone e della rete e ne fanno un uso improprio e incontrollato. Dopotutto non è da stupirsi, considerando che "per evitare di fare escludere" i propri figli dagli altri bambini, i genitori gli mettono in mano un "super-telefono" a 8 anni senza curarsi minimamente di insegnare loro come usarlo. Il problema però non si limita a questo. Come scrive Gramellini nel suo Buongiorno "Colpa dei Prof", oltre a non educare adeguatamente i propri figli su queste tematiche (che stanno diventando sempre più importanti), i genitori tendono a dare sempre ragione ai figli qualunque cosa combinino, dando la colpa ai professori in ogni situazione. Ormai sgridare il proprio bambino sempre essere un impresa, un peccato imperdonabile. La domanda da farsi è: come cresceranno questi ragazzi? Forse ogni tanto non sarebbe meglio un bello schiaffone anziché dare le colpe più impensabili a chi cerca invece di educarli e insegnarli che non tutto quello che fanno è giusto?
RispondiEliminaA San Francesco al Campo, in provincia di Torino, 22 ragazzini di una scuola media sono stati sospesi dalle lezioni per un giorno. Per quale motivo? Per aver scattato foto, ripreso gli insegnanti e reso il tutto pubblico su Internet durante le ore di lezione.
RispondiEliminaQuando sono state consegnate le lettere di provvedimento da far firmare ai genitori, proprio questi ultimi si sono lamentati per la punizione, considerata da loro esagerata. "Sarebbe stato meglio una bella lavata di capo" dice la madre di una delle ragazze coinvolte.
"L'unico vero errore è quello da cui non impariamo nulla" (John Powell). Proprio per questo i professori hanno imposto questa meritata e severa punizione, affinché i loro alunni capissero l'errore compiuto e imparassero la lezione.
Sono pienamente d'accordo con la decisione presa dagli insegnanti, perché tutti i ragazzi devono essere consapevoli delle conseguenze delle loro azioni e sapere che bisogna fare attenzione nell'utilizzare lo smartphone.
Infatti il 95% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni possiede uno smartphone. Essi impiegano la loro maggior parte del tempo nel navigare in rete, condividendo immagini per raccontarsi, per affermarsi e per esprimere le loro opinioni.
Gli adulti devono insegnare ai giovani l'utilizzo dei vari oggetti tecnologici e punirli se necessario per fare capire a loro gli sbagli commessi.
Invece, come racconta Gramellini nel suo Buongiorno, nell'episodio accaduto nella scuola media torinese, i genitori non sono stati in grado di punire i loro figli, ma hanno solamente saputo difenderli e incolpare i professori. Facendo così, i ragazzi non impareranno mai a correggersi e ripeteranno sempre gli stessi errori.
Ed ecco qua l'ennesima bravata dello studente: la pubblicazione sui social di una foto di un professore scattata e messa in rete durante l'ora di lezione. Di che è la colpa? Ovviamente del professore, come affermano i genitori dei 22 ragazzini colpevoli che saranno sospesi per un giorno e dovranno svolgere un tema per l'inizio della settimana. E' veramente giusto ciò che affermano? A mio parere no, anzi i ragazzi hanno avuto una severa punizione per quanto commesso, dato che è severamente proibito usare il cellulare in classe durante le lezioni per fini non didattici. Infatti oggi il 95% dei dodicenni possiede uno smartphone, ma a quanto pare molto probabilmente non viene usato correttamente nelle aule scolastiche; chi glielo potrebbe insegnare? Di certo non i libri di scuola, ma piuttosto i genitori, che però in questo caso non si sono mostrati tanto maturi da poter gestire la situazione.
RispondiEliminaQuesto argomento viene ripreso nel "Buongiorno" di Massimo Gramellini di giovedì 5 novembre che naturalmente ironizzando il fatto, ci espone la poca intelligenza di quelle persone che hanno difeso il comportamento dei propri figli, dimostrando in tal modo che non sono riusciti ad insegnare alla prole il rispetto delle regole, in questo caso scolastiche.
Le foto dei prof online e 22 studenti sospesi. Si è successo proprio questo in una scuola media di San Francesco al Campo, provincia di Torino. Perché? In classe, durante le ore di lezione i 22 teleoperatori in erba scattavano selfie, poi riprendevano e registravano i professori occupati a spiegare la lezione. Il tutto è stato poi pubblicato su internet. I ragazzi, dopo essere stati scoperti dagli insegnanti, hanno ricevuto una punizione esemplare: tutti sospesi e un tema entro lunedì. Alcuni genitori, però, l'hanno presa male: "Non ha senso, alcune mamme e papà hanno dovuto saltare il lavoro per restare coi figli", oppure "Sarebbe stato meglio una bella lavata di testa". Ma senza una punizione esemplare come possono i ragazzi capire l'errore commesso? Secondo il mio punto di vista, la punizione inflitta ai 22 ragazzi è più che meritata, forse però bisogna punire anche chi ha messo in mano loro uno smartphone senza un insegnamento sul suo utilizzo? Infatti il 95% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni possiede uno smartphone, utilizzato per navigare in rete e condividere immagini per affermarsi e esprimere opinioni. Forse i figli usano il cellulare più, e forse meglio, dei genitori, ma nn sarebbe giusto parlare loro dei pericoli che questi apparecchi possono creare, evitando molti problemi? Sembra di no, infatti come afferma Massimo Gramellini, nel suo Buongiorno del giorno 5 novembre, i genitori tendono a difendere i propri figli, anche se colpevoli, e far ricadere i problemi sui professori, i quali non hanno saputo educare correttamente i ragazzi. Utilizzando questi metodi, credo, nessun ragazzo imparerà mai a correggere gli errori commessi.
RispondiEliminaCOLPA DEL PROF?
RispondiEliminaAssolutamente no! Il Buongiorno di Gramellini spiega l'atteggiamento dei genitori nei
confronti dei professori, accusati di aver ''permesso'' hai 22 studenti di girare video
in aula e successivamente pubblicarli online.
In quanto il divieto di utilizzare strumenti tecnologici, in aula e sopratutto durante una lezione, sia stato precisamente vietato inizialmente, ritengo sia sbagliato
riversare la colpa sui professori e non sul comportamento dei ragazzi presi in causa.
Molti genitori ribattono sulla rigidità degli insegnanti e affermano che l'atto compiuto
sia solamente una ragazzata che vedranno al massimo un MILIONE DI PERSONE!
Non sono affatto d'accordo, in quanto l'insegnante ha compiuto SOLAMENTE il proprio lavoro dunque non puo' esserli assegnata alcuna colpa.
Viene addirittura affermato che se un allievo tirasse uno schiaffo al prof, la colpa è
del professore che NON ha saputo incutere il dovuto rispetto!
Tutto ciò mi fa riflettere sul fatto che alcuni genitori non sappiano porre alcun limite nei propri figli, o perlomeno farli riflettere sul cosa sia giusto e su cosa sia sbagliato,
dando cosi l'immagine di apparire un ''cattivo'' genitore, difendendo a tutti i costi il
proprio figlio sapendo ,a questo punto logicamente, che sia dalla parte del torto.
Consapevoli della verità.
Perciò la colpa di questo evento puo' essere attribuita maggiormente ai genitori,
che incitano e danno corda ai propri figli viziandoli e comprandoli smartphone di ultima generazione, di cui molti non ne sanno nemmeno l'utilizzo.
La sospensione per un giorno penso sia un adeguata punizione affinchè ogni alunno capisca e rifletta sul comportamento sbagliato che ha adottato.
Nel "Buongiorno" di Massimo Gramellini del 5 novembre viene esposta la sospensione dei 22 alunni di una scuola di Torino a causa della pubblicazione online di alcune foto dei professori.
RispondiEliminaI genitori degli studenti si sono lamentati, dando la colpa ai professori, perché hanno ritenuto la punizione data agli alunni esagerata.
A mio parere, la sospensione è stata più che adeguata perché, oggigiorno, questo sembra essere l'unico metodo funzionante per fare imparare agli alunni la lezione.
Ciò insegna ai ragazzi non solo una lezione adatta all'ambito scolastico ma anche a quello della vita, perché insegna che ogni azione ha delle conseguenze e bisogna imparare a prendersi le proprie responsabilità.
Riguardo ai genitori, se non ritengono che sia giusto dover rimanere a casa da lavoro a causa della sospensione dei figli, è meglio che siano loro ad insegnare ai propri ragazzi come utilizzare questi dispositivi elettronici in modo adeguato.
Una bravata. Ecco cosa è successo nella scuola media di San Francesco al Campo in provincia di Torino. Con la premessa che anche gli attuali adulti, genitori e professori sono stati giovani, l'accaduto si può solamente definire uno "scherzo da adolescenti".
RispondiElimina22 ragazzini avrebbero filmato e fotografato i propri insegnanti per poi condividere sui social questi contenuti multimediali. Lo scopo? A mio avviso l'obiettivo di questi ragazzi era prendersi gioco dei propri educatori e mettersi in mostra con i propri coetanei, ma hanno davvero raggiunto il loro scopo? i provvedimenti presi dalla scuola prevedono la sospensione di tutti i 22 gli alunni coinvolti e un tema, ma hanno davvero capito il loro errore? La pubblicazione di foto/video senza il consenso dei diretti interessati può essere considerato un reato, e di conseguenza punibile penalmente in caso di denuncia da parte, in questo caso, dei professori, ma la questione non si può risolvere con un tema per punizione. La scuola dovrebbe motivare la punizione con la spiegazione della gravità dei fatti accaduti, non capiti dai genitori dei ragazzi. Alcuni di loro, hanno difeso i loro figli, addirittura arrabbiandosi "per aver dovuto saltare il lavoro per restare con i figli", come dice Gramellini nel suo Buongiorno del 5 novembre sul giornale La Stampa.
La tecnologia fa parte del mondo moderno, anni e anni di progresso hanno portato ad uno sviluppo in parte positivo e in parte negativo. Ritengo che la tecnologia al giorno d'oggi occupi una parte importante delle nostre giornate e delle nostre vite, ma questo non giustifica le azioni dei ragazzi verso i loro professori. Una giusta punizione? Si, se non si insegnano ora i valori morali e non si correggono questi "errori adolescenziali" un domani vivremo in una società di criminali le cui bravate saranno giustificate dai propri genitori.
Siamo in una scuola media di San Francesco al Campo, in provincia di Torino. La maggior parte dei ragazzi che popola questa scuola possiede uno smartphone. Ma come lo usano? E soprattutto, quando? Beh, di certo non come dovrebbero secondo le regole scolastiche. Infatti, ventidue ragazzini sono stati severamente puniti, venendo sospesi dalla scuola, dopo essere stati scoperti intenti a farsi selfie e riprendere i docenti durante le ore di lezione, per poi pubblicare il tutto sui social network. I genitori avrebbero dovuto essere d'accordo con la scuola, al contrario si sono lamentati dicendo che molti di loro hanno dovuto perdere ore di lavoro per stare a casa con i ragazzi. La madre di una di loro dice: " È una bravata, sarebbe bastata una lavata di testa". Gramellini nel suo "Buongiorno" scrive a proposito, dicendo , ovviamente in modo ironico " è colpa dei prof " schierandosi contro degli adulti, che per certi versi, sembrano piú bambini dei loro figli. Secondo loro i ragazzi non dovevano essere puniti. Ma secondo me la vera domanda è, perché no? Io personalmente sono d'accordo con la punizione. È vero che siamo la generazione, come si suol dire, 2.0, ma pur avendo tutta questa tecnologia bisogna rispettarne i limiti. Dopo la punizione penso che questi ragazzi abbiamo imparato una dura lezione. Questa sarebbe dovuta giá essere spiegata e capita , perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi di esporre loro i rischi che può comportare condividere anche solo una foto online. Perché ció che arriva sulla rete rimane lí.
RispondiEliminaColpa dei prof? Certo troppo comodo...sempre colpa degli altri! 22 alunni che invece di seguire la lezione, cosa quasi fuori dal normale ,oramai, filmano e ridicolizzano il lavoro dei professori , sminuiscono gli strumenti che la scuola mette loro a disposizione per crearsi un futuro, le basi di quello che saranno , ma la cosa che mi fa ancora più rammaricare è che le famiglie giustificano e appoggiano un gesto del genere ,facendolo passare come NORMALE!!!! Troppe volte ,oramai,sentiamo e leggiamo queste notizie, bullismo in rete, uso spropositato dei social network , ragazzi che non hanno idea del male che può portare ad un uso inadeguato di internet. Ci vantiamo di essere la nuova generazione 2.0 ! BENE! ma sappiamo cosa vuol dire? FORSE NO! un passo avanti è stato fatto in questa scuola con la sospensione, finalmente se n'è parlato , cercando di far prendere coscienza a questi 22 ragazzi dell'errore fatto .Basterà solo l'intervento della scuola senza l'aiuto dei genitori?
RispondiEliminaNon è affatto semplice assumere una posizione tale da poter dare un giudizio imparziale a quanto accaduto nella scuola di San Francesco al Campo, in provincia di Torino, dove 22 alunni sono stati sospesi per aver pubblicato sui social alcune foto dei propri docenti, scattate durante le lezioni con i loro cellulari, oggi considerati indispensabili ma altrettanto pericolosi.
RispondiEliminaOggi la punizione viene quasi interpretata un'come offesa, dimenticando che ad ogni azione corrisponde una conseguenza.
Certo è che la presa di posizione di alcuni genitori, lamentandosi dell'eccessiva severità, non aiuta a comprendere la gravità dell'azione compiuta dai propri figli.
A parer mio bisognerebbe riconsiderare l'importanza della comunicazione tra genitori e figli e tra docenti e alunni al fine di "rispolverare" alcune regole fondamentali per un'educazione civile e di evidenziare la pericolosità della rete internet che ormai viene sottovalutata dalla maggior parte delle persone, adulti compresi.