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lunedì 2 novembre 2015



TRADURRE E' L'ANTI-LAGER

per la classe 2^ LINGUISTICO

"La Stampa", giovedì 29 ottobre 2015 - E. Ferrero, Primo Levi, la chiave a stelle e strisce, pp. 22-23

LA RIFLESSIONE
"Tradurre, cioè mettere a confronto due sistemi linguistici diversi, è una pratica altamente formativa ... tradurre è l'anti-lager... i traduttori si adoperano per limitare i danni della maledizione di Babele". Spiega e commenta questa riflessione. Nel farlo chiarisci che cosa si intende per "maledizione di Babele".

Leggi anche la traduzione in inglese della poesia di Levi Shemà: ti sembra fedele? Ci sono passaggi del testo italiano che l'inglese è costretto a parafrasare, per mancanza di parole corrispondenti?

9 commenti:

  1. Finalmente in inglese! Questo deve essere stato il pensiero di gran parte della popolazione degli Stati Uniti che non ha mai potuto leggere nessuna opera dello scrittore Primo Levi nella propria lingua. Da molti anni è in pieno svolgimento la traduzione del cofanetto che comprende diversi libri dello scrittore torinese, in particolare “La chiave a stella” pubblicato nel 1978, che verrà presentata a maggio alle Nazioni Unite. Primo Levi stesso ha espresso nel dettaglio il suo pensiero riguardo la traduzione di un libro, definita come l’azione di mettere a confronto sistemi linguistici diversi. “Tradurre è l’anti-lager” è l’espressione utilizzata dallo scrittore. Le differenze linguistiche, infatti, vengono spesso associate all’attrito razziale e <>. Queste sono le parole dello stesso Levi.
    Ci sono stati molti momenti storici in cui le differenze linguistiche sono emerse con maggior forza e uno di questi è contraddistinto dal periodo della seconda guerra mondiale. Gli effetti di quest’ultima sulla popolazione sono stati devastanti, basti pensare alla deportazione nei campi di concentramento delle persone considerate “impure”, solo perché di etnia diversa. I traduttori, tuttavia, si adoperano esattamente nella direzione contraria, per limitare l’attrito razziale e la maledizione di Babele. Quest’espressione, di origine biblica, viene solitamente utilizzata per indicare la difficoltà degli uomini a comunicare a causa delle differenze linguistiche. Nel libro della Genesi la maledizione di Babele si riferisce alla punizione che Dio infligge agli uomini, colpevoli di aver progettato di costruire una torre che raggiungesse il cielo, la torre di Babele, emblema della sfida dell’uomo lanciata alla dimensione divina. Dio decide, così, di confondere la lingua parlata dagli uomini, in modo che la torre di Babele non potesse essere costruita.
    Nonostante la traduzione della poesia Shemà possa essere estremamente fedele al testo originale italiano, alcuni passaggi non hanno un’espressione corrispondente in inglese e, perciò, sono stati parafrasati. Ne è un esempio l’ultimo verso della poesia: “I vostri nati torcano il viso da voi”, che viene tradotto in inglese con l’espressione: “ And your children turn their eyes from you”. Oppure ne è un altro esempio il terzo verso della terza strofa. “O vi si sfaccia la casa” viene tradotto con l’inglese “Or may your house fall down”. Tradurre un libro o, in questo caso, una poesia è un’operazione estremamente delicata e complessa, si rischia di escludere emozioni che l’autore aveva intenzione di condividere con il lettore o anche di offuscare il reale messaggio del componimento poetico in questo caso. Tuttavia, la condivisione di libri e scritti letterari dei grandi scrittori in più lingue è troppo importante per la nostra società e molto spesso ci si dimentica che anche gli scritti più antichi e lontani culturalmente da noi contengono insegnamenti morali e culturali che mai come nel mondo di oggi sono di vitale importanza.

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  2. Nella Bibbia, è menzionato uno dei passi più famosi dell'Antico Testamento: l'episodio della torre di Babele, che parla della punizione di Dio verso gli uomini; la loro colpa e aver sfidato i cieli costruendo una torre altissima che potesse arrivare fino a Dio e questo li punì confondendo le loro lingue, creando una confusione di massa (da qui anche "Babele" come sinonimo di "confusione").
    Oggi esistono persone che provano a porre rimedio a tutto questo: i traduttori, persone che, con la loro conoscenza linguistica, provano a creare un ponte tra gli stranieri e limitare, come possono, la confusione che Dio ha creato e che noi uomini abbiamo provocato.
    in America è uscito un cofanetto dedicato ai lavori di Primo Levi; tra queste emerge Shemà, la celebre poesia che lo scrittore compose dopo essere sopravvissuto ai Lager nazisti, tradotta in italiano come "se questo è un uomo" e attualmente in inglese.
    Secondo me la traduzione attuale è abbastanza fedele e leggendola non ritrovo anomalie, linguistiche e stilistiche.
    Questa è una bella poesia e a me tocca tanto; la traduzione è fatta bene, va presa ad esempio da tutti i traduttori del mondo, perchè questo vuol dire "limitare i danni della maledizione di Babele" ovvero far si che chi non comprende una lingua di una persona che ha cambiato la storia della letteratura, la possa capire al meglio; la traduzione di Shemà ne è un esempio lampante.

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  3. E così anche Primo Levi sbarca negli Stati Uniti! Finalmente le sue opere, racchiuse in un cofanetto di tre volumi,sono state tradotte in inglese.
    Tradurre, secondo lo scrittore italiano, significa paragonare due sistemi linguistici diversi. "Tradurre è l'anti-Lager", queste sono le parole dello stesso Primo Levi. Il confronto, che si ha tra due mondi linguistici, può a volte portare ad evidenziare alcune differenze tra le culture e sviluppare un attrito razziale.
    Ma i traduttori cercano di limitare tutto ciò, cercando di essere più fedeli possibili al testo originale.
    Questo metodo ci riporta a un episodio del testo biblico ovvero "la maledizione di Babele". Essa spiega come Dio decise di punire gli uomini, per aver progettato di costruire una torre,che raggiungesse il cielo, simbolo della sfida dell'uomo lanciata alla divinità. Fu allora che Dio scatenò la maledizione di Babele, con la quale confuse la lingua tra gli uomini, affinché essi non potessero più comunicare e lasciare incompleta la torre di Babele.
    Per quanto riguarda la poesia Shemà, ritengo che la sua traduzione in inglese sia parzialmente fedele a quella italiana. Alcune espressioni italiane non hanno traduzione in inglese e viceversa. È un esempio l'ultimo verso della poesia: "I vostri nati torcano il viso da voi", che è tradotto in inglese: "And your children turn their eyes from you".

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  4. Dopo quindici anni di duro lavoro, negli Stati Uniti viene finalmente pubblicato il cofanetto formato da tremila pagine contenenti lo spirito dello scrittore Torinese Primo Levi. Sue sono le parole: "L'eterna guerra che gli uomini si conducono è figlia di Babele. Tradurre è l'anti-lager." La prima espressione si riferisce all'episodio Biblico della torre di Babele.
    gli uomini parlavano una sola lingua e si capivano gli uni con gli altri. Essi decisero di costruire una torre talmente alta che, potendo arrivare al cielo potesse arrivare anche a Dio. Egli vedendo la prepotenza degli uomini li puní confondendo la lingua sulla terra, in modo tale che non potessero più comunicare tra loro e quindi ultimare la torre. Primo Levi riferendosi nuovamente al testo Biblico dice: " i traduttori dovrebbero essere onorati perché si adoperano per limitare i danni della maledizione di Babele." Questo si collega a quella, che secondo me, può essere una riflessione sulla seconda espressione, ovvero " tradurre è l'anti-lager ". Infatti la presenza di lingue differenti crea quasi un muro tra le persone. Traducendo però ci comprendiamo a vicenda, ed è quasi come se tornassimo a parlare nuovamente
    un' unica lingua. Questo concetto è l'opposto di ciò che rappresentavano i campi di concentramento, che sottolineavano le diversità e le condannavano.
    Tornando sui lavori di Primo Levi una delle poesie tradotte è "Shemà", titolo anche di una preghiera fondamentale dell'ebraismo a cui lo scrittore va in parallelo, almeno in parte. Leggendo il testo originale penso che la traduzione di Jonathan Galassi, estratta dai Complete Works, sia rimasta molto fedele eccetto poche parole, che ovviamente non possono trovare corrispondenza in inglese, essendo espressioni caratteristiche della nostra lingua. Ribadisco quindi che il traduttore, secondo me, ha fatto un ottimo lavoro, conservando il messaggio di Levi.

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  5. Eccolo finalmente! Ci sono voluti 15 anni di lavoro e 9 traduttori ma ora Primo Levi, e le sue tremila pagine che seguono l'edizione delle Opere complete Einaudi del 1997, e' sbarcato in America. L'impresa sarà presentata a maggio alle Nazioni Unite.
    Tradurre, cioè mettere a confronto due sistemi linguistici diversi, non sempre risulta così facile. Primo Levi stesso aveva espresso la sua opinione nel tradurre un libro, cioè tradurre è "l'anti-Lager". I traduttori dovrebbero essere onorati, perché limitano i danni della maledizione di Babele, che si porta dietro l'eterna guerra che gli uomini conducono. Pensare che le differenze linguistiche sono persino associate all'attrito razziale. Tra i tanti messaggi di Primo Levi c'è anche questo e l'edizione americana ci aiuta a capirli. Ma cos'è questa maledizione di Babele di cui ci parla Primo Levi? Espressione di origine biblica, fa riferimento alla punizione che Dio inflisse agli uomini nel libro della Genesi. Essi progettarono di costruire una torre, la torre di Babele, che raggiungesse il cielo. Vista come segno di sfida dell'uomo verso Dio, egli decise di confondere la lingua parlata dagli uomini, così che la torre di Babele non potesse più essere costruita.
    Partendo dal presupposto che ogni scrittore parla una lingua unica fatta di sensazioni, pensieri e sentimenti, la traduzione di un testo risulta estremamente difficile. Il risultato può avere diversi effetti: il lettore può riuscire a comprendere il significato di fondo, ma non riuscirà mai nella lettura dell'opera a sentire la sua musicalità inserita in modo che ogni parola abbia un sentimento da esprimere. Facendo riferimento al testo della poesia Shemà
    si possono notare queste diversità, infatti osservando la precisione della traduzione penso che il lettore americano non possa provare le emozioni che il testo originale suscita. Si arriva quindi a una lettura fredda, che perde qualcosa proprio come quando avviene una reazione chimica. Un esempio che mi colpisce particolarmente è la frase conclusiva "I vostri nati torcano il viso da voi", tradotta in inglese con l'espressione "And your children turn their eyes from you".
    Devo ammettere però che due strofe del testo tradotto in inglese mi hanno favorevolmente colpito, "Consider if this is a woman, With no hair and no name".
    Proprio come dicevo prima, quando leggi le due strofe, in testa risuona la melodia che emoziona e aggiunge spessore alle parole della poesia.

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  6. Finalmente esce negli Stati Uniti in cofanetto l'opera completa in inglese di Primo Levi, autore-poliedro nato a Torino nel 1919 e morto a 68 anni nella stessa città.
    Ebbene si, autore-poliedro, perchè? Beh, molto semplice; Levi a differenza di altri poeti italiani è stato classificato come colui che non ha mai finito di dire quel che ha da dire e che va ben oltre l'etichetta riduttiva del testimone che per anni l'ha ingabbiato, quindi è un poliedro che raccoglie in sé una parte antropologica, memorialistica, saggistica, linguistica ecc (così ci viene descritto dall'articolo della Stampa).
    Sempre tenendo fede a questo articolo affrontiamo ora l'argomento traduzione, dato che Levi appunto definisce il "tradurre" come un anti-Lager ed è per questo che i traduttori dovrebbero essere onorati perché si adoperano per limitare i danni della maledizione di Babele, nella quale Dio punisce gli uomini cambiando loro la lingua “originale”, affinchè essi non possano più costruire la torre che doveva raggiungere il Cielo.
    Riguardo invece la traduzione della poesia Shemà, posta in epigrafe al romanzo Se questo è un uomo, mi pare molto fedele alla copia italiana, anche se, come afferma la traduttrice, Ann Goldstein, alcuni versi sono un po' cambiati a causa della presenza dialettale, e anche per problematiche riguardanti la sintassi. Per il resto devo ammettere che questa è stata una delle poche poesie che mi ha colpito di più, forse perché è stata scritta in tempi più recenti o forse perché Levi è riuscito a sprigionare le emozioni che provava nel momento in cui la stava scrivendo e di conseguenza è riuscito pienamente a farle percepire al lettore, o perlomeno questo è accaduto a me.
    Mi auguro che il testo tradotto in inglese riesca comunque a trasferire le emozioni alle persone che lo leggono, o comunque a buona parte.

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  8. E così dopo ben quindici anni di duro lavoro, anche in America viene pubblicato il cofanetto, che comprende tre volumi, dello scrittore Torinese Primo Levi. ''L'eterna guerra che gli uomini si conducono è figlia di Babele'', con questa frase lo scrittore stesso faceva riferimento al più importante episodio biblico, ovvero 'La Maledizione di Babele'.
    Si racconta che in quel tempo, gli uomini parlassero un'unica lingua e che avessero deciso di costruire una torre talmente alta da arrivare a toccare il cielo, ma sfortunatamente gli dei intesero questo gesto come una sfida nei confronti della divinità stessa.
    Fu così che Dio punì gli uomini confondendone la lingua, in modo che non riuscissero più a comunicare tra di loro e che quindi questo impedisse l'ultimazione della Torre di Babele.
    Inoltre Primo Levi disse: ''I traduttori dovrebbero essere onorati perché si adoperano per limitare i danni della maledizione di Babele'', difatti colgo l'occasione per spiegare questa affermazione.
    Nella poesia ''Shemà", quella in versione inglese, credo che la parafrasi sia abbastanza coerente e fedele.
    Ritengo che il lavoro svolto dai traduttori sia uno dei più difficili, perché non è affatto facile tradurre un testo facendo in modo che, sia il significato, sia le emozioni trasmesse dall'autore, rimangano.
    Questo accade perché non sempre si riescono a trovare le stesse parole di riferimento tra una lingua e l'altra.
    Per esempio, in italiano, il verso ''I vostri nati torcano il viso da voi', nell'inglese viene tradotto con 'And your children turn their eyes from you'.
    Ma in generale credo che sia tutto molto simile.

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  9. Con tutte le culture e lingue diverse che si sono sviluppate nel mondo durante la storia, la traduzione è un mezzo fondamentale per interagire gli un con gli altri. Su questo argomento Primo Levi scrisse una bella riflessione in cui disse che "tradurre è l'anti-lager". Con questo Levi voleva sottolineare l'importanza della traduzione che, mettendo a confronto due diversi linguaggi, ha il potere di far conoscere le proprie esperienze e conoscenze alle altre popolazioni. Con particolare riferimento al terribile sterminio messo in atto dai nazisti nei confronti degli ebrei, traducendo i vari manoscritti e opere letterarie testimonianti appunto questo abominevole avvenimento, si mette in luce a tutte le popolazioni cosa è successo in modo che non accada mai più. secondo me è molto importante la traduzione poiché è in grado di abbattere le frontiere tra le diverse culture, come scrive lo stesso Levi, create dalla "maledizione di Babele"; metafora che fa riferimento al racconto biblico e vuole indicare la nascita della moltitudine di lingue ed etnie nel mondo.
    Leggendo la celeberrima poesia "Shemà" scritta da Primo Levi, e la sua traduzione in inglese, noto che quest'ultima rimane molto fedele allo scritto in lingua originale (Italiano) a parte ovviamente alcune espressioni che in inglese vengono rese in modo diverso; come per esempio il verso "La malattia vi impedisca," che è tradotto con l'espressione "May illness make you helpless", non esattamente letterale, ma esprime lo stesso significato.

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