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venerdì 27 novembre 2015

IL LEGAME TRA CULTURA E SICUREZZA

per la classe 3^ les

Il Corriere della Sera, giovedì 26 novembre 2015
"Bonus di 500 euro." M. Ferrera pag. 1-30; "Il nichilismo dei convertiti" S. Montefiori pag. 15; "L'America resta lontana" F. Fubini pag. 17

L'OPINIONE
Esiste un legame tra cultura e sicurezza? E' giusta la strategia del governo italiano di investire in cultura per contrastare la violenza? Leggete le opinioni di Olivier Roy, Joseph Stiglitz e Maurizio Ferrera e dite la vostra.

6 commenti:

  1. Buona sera, dopo aver letto gli articoli di M.Ferrera,S.Montefiori ,F.Fubini e le relative opinioni,mi sento di dire che si,tra cultura e legame vi è un legame importante. La cultura infatti avrebbe il fine ( secondi Maurizio Ferrera) di prevenire la radicalizzazione dei giovani ,la diffusione di comportamenti e mentalità troppo indulgenti nei confronti della violenza. Questo è senz'altro vero,però, c'è da sottolineare un elemento molto importante,ovvero la possibilità dei giovani nelle varie regioni/paesi del mondo, ad accedere all'istruzione e quindi a venire in contatto con la cultura. Molti giovani non hanno accesso a tale servizio ,ma questo non significa (anche se tra cultura e sicurezza c'è un legame) che questi ultimi diventeranno delinquenti. Negli articoli si è parlato anche del Bonus di 500 euro per la cultura ai diciottenni che avrebbe proposto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. C'è da premettere che un nesso tra orgoglio nazionale e e fermezza contro le minacce esterme,fra maturità civile e e contrasto alla violenza ,c'è, è innegabile,ma perché questo nesso produca risultati concreti occorre scegliere strumenti giusti. Per quanto riguarda l'opinione di Joseph Stiglitz, credo di essere in linea generale d'accordo con quanto afferma perché essendo l'Isis una minaccia più prorompente verso l'Europa,ritengo sia giusto che quest'ultima faccia da sola,non per non creare alleanze con altre potenze (anzi molte volte è stato proficuo crearsi alleati )ma per il semplice fatto di non andare incontro a pericoli che si potrebbero celare dietro tali alleanze. Personalmente mi trovo concorde con quanto ho letto,non solo per quanto concerne l'opinione di Joseph Stiglitz ma anche per quanto riguarda gli altri articoli.
    Maria Cristina Nevi.

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  2. Le misure che il premier Renzi ha deciso di adottare in termini di cultura e sicurezza sono perlopiù sensate. La sua idea di investire in questi due ambiti la stessa cifra, in modo tale che entrambi vadano di pari passo è un provvedimento molto buono. La cultura rimane sempre la maggior arma, nonché la più importante, per contrastare il terrorismo; grazie ad essa lo Stato sarebbe in grado di curare l’istruzione dei giovani per evitare che sprofondino nell’ignoranza e malauguratamente finendo fra le braccia del fondamentalismo. Tuttavia, come afferma Maurizio Ferrera, in Italia vi è parecchia disparità sociale, in particolare fra il Nord e il Mezzogiorno: un bonus di una stessa cifra per tutti i diciottenni di varie condizioni economiche, possono essere superflui, in quanto esso non sarebbe speso in cultura, in caso di situazioni economiche più drastiche. Tutti questi ingenti fondi, dovrebbero essere spesi per sostenere i migranti che giungono ormai sempre più frequentemente in territorio italiano. Essi sono maggiormente a rischio di cadere fra le file dello Stato Islamico. Ai giovani italiani è garantita un’istruzione fino all’età di 16 anni. Essi sono già sufficientemente formati per capire che fondamentalismo non significa altro che distruzione.

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  3. Secondo il mio parare vi é un legame molto stretto tra cultura e sicurezza. Infatti penso che senza un'istruzione adeguata sia più facile cadere in pregiudizi e stereotipi quali il razzismo e l'antisemitismo e che sia necessaria per comprendere le reali cause delle origini di determinati fenomeni e soprattutto evitare che certi errori umani vengano ripetuti. Secondo il mio parere é giusto investire sia nella cultura sia nella sicurezza non solo a favore dei giovani italiani, ma anche per i ragazzi immigrati che varcano le porte dell'Italia. Infatti, é più facile che questi intraprendano la via verso il terrorismo (come d'altronde si é verificato a Parigi), non avendo non solo niente da perdere, ma soprattutto una cultura. Si sa che le organizzazioni criminali al fine di ingrandire le proprie fila si focalizzano molto su due fattori: la giovane età e l'ignoranza. In conclusione quindi penso sia obbligatorio dare una formazione ai giovani sufficiente per non cadere in queste trappole a volte mortali.

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  4. A parer mio è inevitabile che ci sia un legame fra cultura e sicurezza, in quanto la cultura e l'istruzione portano, i giovani in particolare, ad avere una visione più corretta della società in cui vivono e delle dinamiche mondiali e quindi prevenire certi comportamenti quali il nichilismo o la radicalizzazione, che potrebbero spingerli ad esempio ad " andare in Siria e tornare per fare stragi" come scrive Roy nell'articolo di pag 15
    Per quanto riguarda le riforme proposte per intervenire in cultura sono d'accordo con quanto afferma Ferrera: le buone intenzioni del governo sono innegabili tuttavia in Italia vi è una forte disparità sociale fra i territori, quindi il denaro offerto gentilmente non verrebbe impiegato nel modo giusto.
    Per contrastare la violenza, secondo me, non basta una formazione giovanile più incentrata sulla cultura, come dice nel suo articolo Striglitz "...questi terroristi si sarebbero infiltrati comunque..."
    Il recente attentato inoltre secondo lui non ha fatto che peggiorare la situazione in Italia, tuttavia se non si riescono a frenare i flussi di migranti che sbarcano continuamente sul nostro territorio la soluzione migliore temporaneamente sarebbe almeno di evitare di sprecare soldi in progetti utopici privi di un fondamento effettivo come il bonus per la cultura

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  5. A mio parere investire sia nella cultura che nella sicurezza è un'ottima strategia per contrastare la violenza, credo che il premier Renzi si sia distinto dal resto della comunità internazionale con questa proposta, marcando anche un aspetto molto importante del nostro paese: la cultura.
    La sicurezza nasce da una buona cultura ed è giusto che questi due aspetti siano portati avanti a pari passo.

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  6. Che intercorra un legame tra cultura e sicurezza è innegabile, il Governo italiano lo sa, e agisce di conseguenza. La cultura ci permette di diventare dei protagonisti nella società, è il mezzo con cui ognuno di noi riesce a distinguere ciò che secondo lui è giusto da ciò che è sbagliato. Questo genere di investimento porta il cittadino a interrogarsi sulle sue azioni, a prendere coscienza delle sue decisioni, e questo potrebbe far cessare, o quanto meno, limitare "l'esodo" di giovani che si uniscono alle file della Jihad senza una vera e propria ragione o necessità. Tuttavia alcuni studiosi criticano le scelte prese, ritenendole inadatte alla situazione di forte disuguaglianza territoriale in Italia. Questi ultimi pensano che con un così forte divario tra centro-nord e Mezzogiorno un investimento culturale sui giovani da parte dello Stato non sia, per ora, un priorità. Io credo che seppur questa critica sia comprensibile, delle nuovi menti, formate e acculturate, siano l'arma più forte di cui il Paese può e potrà mai disporre.

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