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giovedì 5 novembre 2015

LET REFUGEES SETTLE ITALY'S EMPTY SPACES

per la classe 5^ LES

Il Corriere della Sera, giovedì 5 novembre, Beppe Severgnini "Quell'idea sui migranti..." pag.47

L'OPINIONE

Continuiamo a stare sull'argomento dei migranti. Condividete l'idea di Severgnini di lasciare che i migranti occupino gli spazi lasciati vuoti dell'Italia? Trovate l'idea fattibile o intravedete delle problematiche?

7 commenti:

  1. Buonasera, approvo totalmente l' idea di Severgnini, ossia quella di fare lavorare i migranti nelle terre incolte del nostro paese al fine di rilanciare in parte il settore agricolo, approvo quest' idea perché penso che sia giusto impiegare forza lavoro nei nostri campi al fine di impiegare persone che altrimenti sarebbero inerti e disintegrati totalmente dalla società, è giusto che queste persone possano mettersi all' opera in un paese che li accoglie, al fine di contribuire alla creazione di un paese migliore sia per chi ci vive, ma anche per loro, i quali vorrebbero di sicuro vivere in un paese migliore; questa proposta avrebbe degli indubbi vantaggi: innanzitutto, come ho già accennato, favorirebbe l' integrazione di queste persone nel nostro paese, perché una persona si integra totalmente in una società solo se lavora, inoltre queste persone sarebbero viste con un occhio diverso dagli italiani, specialmente da coloro i quali considerano gli immigrati ancora come un problema e non come una risorsa, inoltre questo costituirebbe un vantaggio per la terra, in quanto verrebbe recuperata, al fine di evitare l' abbandono, come è già accaduto in alcune zone d' Italia, inoltre, forse la cosa più importante, si consentirebbe a questi migranti di provare il senso di dignità che nobilita l' uomo e che viene solamente dal lavoro e poi questo costituirebbe la giusta ricompensa per gli italiani che li ospitano, in quanto questi ultimi potrebbero contare su una maggiore forza lavoro, bisogna però fare attenzione a non cadere nella voragine dello sfruttamento che caratterizza il mondo dei migranti, bisognerebbe cioè retribuire con un salario equo questi lavoratori, senza cadere in condizioni di vero e proprio caporalato che costituisce una piaga per l' economia italiana, inoltre questa proposta di Beppe Severgnini, andrebbe a ridurre il pericolo di criminalità, poiché questi migranti, avendo un lavoro e dunque un' entrata economica, sarebbero scoraggiati a delinquere, tuttavia quest' iniziativa non deve essere obbligatoria, ma su base volontaria, cioè è il rifugiato che accetta liberamente se lavorare nei campi o meno, questo lavoro , però, può essere incentivato da buone condizioni di salario e da un' accelerazione per quanto riguarda le pratiche di permesso di soggiorno. Quest' iniziativa sarebbe attuabile fin da ora in Italia e potrebbe costituire una soluzione, certo non l' unica, al problema dei migranti, questa soluzione ci avvicinerebbe a quelle attuate da altri paesi europei del centro e nord Europa, come la Germania e la Svezia, i quali utilizzano i migranti come una vera e propria forza lavoro, più o meno qualificata, capace di dare una spinta positiva al PIL, i migranti, cioè, non costituiscono solo una fonte di uscita per le casse dello stato, a cause delle spese che questi comportano, ma una fonte di entrata, capaci di risolvere sia sul piano economico che ideologico, per quanto riguarda la natura stessa del problema immigrazione, la questione profughi.

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  2. No, non son d’accordo che i migranti debbano occupare gli spazi lasciati vuoti dall’Italia, questo perché nemmeno l’Italia stessa riesce a garantire dei posti per degli italiani disadattati, e allora come farebbe a garantirlo per altrettanti migranti?
    Ci troviamo in una situazione abbastanza critica, nella quale non bisognerebbe pensare solo a loro o solo a noi, bensì a tutti quanti!
    Innanzitutto credo sia necessario fare un accertamento su ciascun migrante, per vedere se vengono in Italia per asilo politico o altre motivazioni, dopodiché sostengo che, una volta integrati, ( rispettando l’integrazione della quota stabilita), devono contribuire anch’essi allo stato che li accoglie, in questo caso l’Italia, e non peggiorare la situazione aumentando il tasso di criminalità. Bisogna mettere le carte in regola e allora sì, ben venga l’integrazione degli migranti! Io credo che nella vita le cose bisogna “meritarsele”, con l’educazione, il rispetto, la collaborazione e tutto ciò che la famiglia e la vita ci insegnano.
    Inoltre spero che per “occupare gli spazi vuoti dell’Italia” si intendano lavori dignitosi, e non lavori nei quali si è sottopagati o sfruttati, il lavoro ci dovrebbe essere per tutti, e dovrebbe essere garantito a tutti, così come per gli immigranti, anche per quegli italiani che fanno difficoltà ad arrivare a fine mese.
    E anche qui, bisogna fare attenzione con il “ voler aiutare gli immigranti dando i soldi alle cooperative”; perché in certi casi subentra il business immigrazione, dove in poche parole alcune cooperative se ne approfittano del migrante al fine di ricavare più e più denaro. Ne è l’esempio Cara di Meio, per la quale nelle intercettazioni di Roma capitale emergono dati nei quali si dice che: “si guadagna di più con il traffico di migranti che con la droga”, proprio perché alcune cooperative prendendo 35 € al giorno per ogni migrante, ne approfitta e tiene da parte magari il 90%, dando solo qualche euro alla vittima, che finisce per mangiare anche solo un pasto al giorno. Non a caso questa cooperativa è stata indagata, proprio perché gestita da criminali mafiosi .

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  3. Ed ho risposto no, se per " occupare gli spazi lasciati vuoti dall'Italia" si intendono lavori non dignitosi, che magari gli italiani non fanno proprio per tale motivo.
    Non avendo il Corriere della sera, bensì il sole 24 h, do questa risposta, basata sull'interpretazione letterale della domanda che lei ha fatto.

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  4. L’articolo di Beppe Severgnini apparso sul New York Times il 4 novembre scorso, intitolato Let Refugees Settle Italy’s Empty Spaces, ha provocato grandi polemiche e discussioni, sia in Italia che all’estero.
    Nell’articolo Severgnini propone di aprire le porte agli immigrati, assegnando loro degli appezzamenti di terra incolti affinchè li coltivino e recuperino parti del territorio italiano, altrimenti abbandonato e inutilizzato.
    Tale proposta ha infiammato l’opinione pubblica e pubblica, ricevendo apprezzamenti e complimenti dall’estero e critiche e insulti dall’Italia.
    Io personalmente credo che Severgnini abbia formulato una proposta apprezzabile, sicuramente discutibile nei termini in cui è stata presentata, ma il suo proposito di considerare gli immigrati come una risorsa e non persone da foraggiare e mantenere a spese dello Stato, è secondo me un proposito interessante e da considerare.
    Certamente tale proposta dovrebbe essere riveduta ed elaborata in modo più complesso, ma credo che possa essere lo spunto per impegnarsi a creare nuove opportunità di sviluppo e di lavoro, non solo per gli immigrati ma anche e soprattutto per gli emigrati italiani fuggiti all’estero negli ultimi anni.
    Condivido il pensiero di Severgnini, il quale vorrebbe trasformare l’immigrazione dei rifugiati in una potenziale risorsa per il nostro Paese.
    Penso che l’emergenza immigrazione possa rientrare in un progetto comune con l’obiettivo di limitare anche l’emigrazione di molti italiani, creando opportunità di lavoro con progetti in cui gli immigrati e gli italiani cooperino e collaborino insieme.
    Probabilmente la mia è una visione ottimistica e forse utopistica del problema e non sarà mai realizzata ma varrebbe la pena valutare anche queste possibilità di integrazione per queste popolazioni in cerca di un futuro migliore.

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  5. Sono molto d'accordo sull'idea di Severgnini, innanzitutto perché è un loro diritto essere ospitati visto che stanno lasciando il loro paese d'origine per guerre interne e perché rischiano la vita. E poi è un arricchimento per l' Italia, anche se i migranti che arrivano sono artigiani, costruttori e coltivatori la maggior parte può essere collocata nelle Regioni e nei paesi che hanno bisogno di manodopera. Questo potrebbe anche incrementare il lavoro, la ricchezza e la produzione e quindi potrebbe essere un vantaggio per il nostro paese. E sarebbe meglio per essi per essere meglio giudicati dalle persone e anche per un questione personale e per le proprie famiglia. Per quelli, invece, che si lamentano e protestano perché non voglio gli immigrati, se non gli accogliessimo perderemmo una grossa opportunità ma non solo a livello economico anche a livello di interazione tra le culture e tra le tradizioni, in quanto è un aspetto fondamentale. Quindi bisogna che l'Italia attui dei progetti per mettere in atto lo spostamento dei migranti nelle regioni che hanno bisogno di manodopera, però devono avere un lavoro e una retribuzione dignitosa.
    Devo dire che ho sempre avuto una visione ottimistica e positiva sui migranti in quanto è un arricchimento per noi singoli e per loro ma, anche per il nostro paese.

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  6. Come ribadito nell’articolo, Severgnini non si limita a lamentarsi e a protestare sulla faccenda migranti, ma attivo propone soluzioni; che ovviamente, il problema sia da risolvere con nuove proposte è indubbio, la distribuzione di questi profughi è da affrontare e anche velocemente.
    …Neocolonialismo? Perché si intende risolvere concretamente la situazione, consegnando del lavoro nelle mani dei migranti in territori ormai spopolati, che necessitano di un fenomeno di ripopolamento?
    Questa proposta potrebbe concedere davvero un ‘opportunità di inserimento all’interno del sistema, fornendo i mezzi necessari e trovando ai migranti un posto. Sicuro è che oltre alla bontà e positività del pensiero, concretamente, le problematiche sul tema possono facilmente nascere: ad esempio
    ipotizzando di utilizzare la forza lavoro degli immigrati, mettendo a disposizione terreni da impiegare nell’agricoltura, potrebbe conseguirne maggiore inasprimento e astio da parte di chi, già costretto a sopravvivere alla dura concorrenza lavorativa con gli immigrati, non li vuole anche accompagnati a insediarsi stabilmente nel territorio.
    Dunque per quanto possa essere una proposta apparentemente semplice e concreta, anche suggerita dalla storia, non può essere attuata oggi, dove le circostanze sono differenti da quelle dei tempi passati. L’opinione pubblica è uno scoglio sul quale il mare dell’operato politico deve scontrarsi obbligatoriamente. E’ necessario,quindi, scendere a patti accettabili all’ unanimità per far sì che questi vengano graditi e accolti.

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