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venerdì 20 novembre 2015

TERRORISMO: EMERGENZA PERMANENTE?

per la classe 3^ les

Il Corriere della Sera, giovedì 19 novembre: 
pag. 1-32, 33 M. Houllebecq, P. Mieli
pag.17 P. Battista
pag. 19 F. Battistini

L'OPINIONE
Nell'ultimo "buongiorno", la direttrice ci ha invitati a reagire al terrorismo; voi come reagite? Siete d'accordo con il pensiero dello scrittore Michel Houllebecq?

9 commenti:

  1. Visti gli avvenimenti recenti non mi sento di negare o di essere in disaccordo con M. Houellebecq: se nell'ultimo periodo ci sono stati ben cinque attentati avvenuti fra loro a distanza ravvicinata significa che il governo francese piano piano sta fallendo nel suo obbiettivo fondamentale di proteggere i cittadini francesi.
    Chi più ne è rappresentante è Hollande che secondo lo scrittore ha tradito la fiducia dei francesi che confidavano in una giusta sicurezza che però non c'è stata
    Alla luce di ciò però penso che il modo migliore in quanto cittadini europei di reagire a tali violenze è cercare di rimanere il più passavi possibile, quindi di continuare la vita normale perché al momento non vedo altri modi per reagire di fronte a simili atti che poi sono finalizzati unicamente a incutere terrore e sgomento alla gente

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  2. Buona sera, dopo aver letto gli articoli riguardanti l'argomento degli attentati di Parigi, mi sento di dire che il modo (a parere mio) migliore di reagire al terrorismo sia quello di non dare troppo filo da torcere a coloro che hanno come intento quello di colpire città importanti nel mondo. Certo ovviamente non si deve solamente subire,ma di fronte a casi simili, credo che personalmente se fossi a capo di uno stato,mi troverei in enorme difficoltà sul da farsi. Mi sento di dire che nei confronti dell'articolo dello scrittore Michel Houellebecq,mi viene da assumere un atteggiamento ambivalente;ritengo che da un lato abbia ragione,ma nello stesso tempo non mi sento di dire che quanto è capitato a Parigi sia totalmente colpa del Presidente Hollande,che a parere di Houellebecq avrebbe tradito i francesi. Maria Cristina Nevi.

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  3. Dopo gli ultimi attentati l'atmosfera che si respira a Parigi è quella della paura, unità però alla voglia di andare avanti senza arrendersi. Responsabili di questa situazione sono i politici francesi che diminuendo le forze di polizia e i controlli alle frontiere, non hanno saputo proteggere la popolazione francese. Ora i francesi auspicano ad una democrazia diretta che rappresenti realmente i cittadini e sia in grado di proteggerli.

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  4. L’attentato subito Venerdì 13 Novembre dalla capitale francese Parigi ha scosso gli animi di tutto il mondo. Siamo di fronte ad un terrorismo senza limiti, il quale non si fa scrupoli nel colpire i suoi obiettivi. È già il secondo attentato in un anno subito dalla capitale francese. La reazione istintiva di tutti i cittadini che, ovviamente, vogliono evitare simili disgrazie sarebbe quella di nascondersi in casa serrando finestre e sbarrando le porte. Ma è proprio questo ciò che i terroristi vogliono: il loro obiettivo è quello di suscitare terrore, ed effettivamente ci stanno riuscendo. Nonostante ciò l’unico modo per opporsi al fondamentalismo è mostrare che le persone continuano regolarmente la propria vita e che i Paesi esprimono solidarietà fra loro e si sostengono a vicenda. Per quanto riguarda la posizione espressa dallo scrittore Michel Houllebecq, son convinto che i francesi sapranno reagire a tali scempi. Tuttavia ritengo che non sia totalmente colpa del Presidente Hollande, il quale si stia parecchio impegnando per opporsi alla piaga del terrorismo.

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  5. L'escalation di attentati avvenuti a Parigi testimoniano in parte l'inficenza del governo Francese in questo periodo storico.
    Condivido il pensiero del giornalista francese, in quanto i tagli effettuati dal governo hanno ridotto drasticamente la forza dell'intelligence e della polizia, penso che i governi Francesi non siano mai riusciti a proteggere efficacemente la popolazione, anzi l'hanno esposta più volte a rischi e pericoli.
    Ora la Francia ha chiesto l'aiuto ai partner comunitari, invocando l articolo 42.7 del trattato che impone di scorrere "con tutti i mezzi a disposizione".
    Hollande ha richiesto più coordinamento da parte dell'intelligence Europea ( dopo aver tagliato i fondi alle forze Interne) più raid aerei e supporto logistico; tutte iniziative giuste e necessarie, anche se condivido pienamente le diverse risposte dei leader Europei: Angela Merkel ( in Siria vi sono già 19 nazioni, che senso ha aggiungere un'altra?) o di Matteo Renzi ( La Francia non ha bisogno del nostro contributo).
    A mia opinione gli attentati avvenuti a Parigi non hanno scosso solo la popolazione è l'opinione pubblica, ma anche la politica statale, ora più attenta al tema della sicurezza pubblica, non più intesa come "cosa" Europea.

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  6. Relativamente al fatto che non bisogna arrendersi al terrorismo, sono pienamente d'accordo su quanto affermato da M. Houellebecq nel suo articolo. Questo fenomeno infatti non può, ma soprattutto non deve, cambiare i nostri stili di vita e non può indurci ad avere paura di ciò che ci circonda. Rinunciare anche solo alle più semplici attività giornaliere per il terrore infatti é uno dei tanti effetti che l'Isis vuole ottenere.
    Ovviamente é scontato temere, ma gli Stati dovrebbero fare in modo che questa paura diminuisca. Anche solo per esempio aumentando e modificando i sistemi di sicurezza rendendoli più efficienti perchè è chiaro, come anche in occasione degli attentati di Parigi, i metodi di sicurezza utilizzati non abbiano funzionato. Penso che, per difenderci dal terrore e dalla sua disumanità, sia necessario che a livello internazionale si crei un'alleanza tra Stati che decida le strategie e gli strumenti più efficaci per sgominare questa minaccia terroristica che attualmente rappresenta uno dei problemi più preoccupanti per l'intera umanità.

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  7. Buonasera,
    Riflettendo sui fatti accaduti nelle ultime settimane a Parigi, penso che con persone come i terroristi dell'isis non si possa ragionare. Queste sono persone che fin da piccole sono state prese e obbligate a pensare che lo straniero è un cattivo che dev'essere sterminato (ci sono scuole apposta), questo non li giustifica affatto ma è normale che se fin da giovanissima età vengono IMPOSTE determinate idee a queste persone una volta cresciute da loro queste azioni a dir poco orribili vengono considerate giuste.
    Per quanto riguarda ciò che ha detto M. Hourllebecq in parte sono d'accordo ma non sono pienamente d'accordo che è completamente colpa del presidente Hollande, siccome si sta adoperando molto per sconfiggere il terrorismo e soprattutto per difendere la Francia in seguito ai recenti attentati.
    Rachele Rossi

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  8. La radice della parola “terrorismo” è terrore. I fatti che sono accaduti a Parigi in questo periodo stanno facendo dilagare la paura che può sfociare nel terrore. Probabilmente è proprio questo lo scopo che vogliono raggiungere i terroristi.
    Come possiamo reagire al terrorismo? In primo luogo penso che si debba vincere la paura anche se gli atti di violenza che abbiamo visto nei telegiornali sono molto crudi. “Keep calm and carry on” suggerisce Michel Houllebecq riprendendo una nota frase che gira nel mondo del web.
    In secondo luogo mi pare interessante accogliere l’invito del giornalista di dirigersi verso la forma di democrazia diretta, nel senso che tutti i cittadini dovrebbero ritornare ad occuparsi di politica e a partecipare attivamente alla vita della propria città e del proprio stato. Bisogna provare ad immaginare nuove forme di partecipazione e di responsabilità. In questo senso si deve arrivare ad un ricambio degli uomini politici che in molti stati hanno dimostrato di non saper governare adeguatamente.
    In terzo luogo dobbiamo ripensare al concetto di frontiera. In questi giorni si è ritornati ai controlli tra gli stati anche dell’UE e quindi al concetto di chiusura di un popolo all’interno del suo territorio. Questo è comprensibile per i fatti che sono accaduti, però dobbiamo recuperare presto il significato di frontiera come il luogo lontano che si vuole raggiungere per una vita migliore.

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  9. Gli attacchi terroristici subiti dalla Francia in questi giorni hanno messo in luce un grosso problema di integrazione prima ancora che di immigrazione. Infatti gran parte degli attentatori protagonisti degli attacchi ha un passaporto comunitario e vive in europa da tempo, in alcuni casi essi addirittura nati in territorio comunitario. Questi eventi testimoniano che i problemi sono alla base della convivenza tra le culture, non solo alle frontiere, e per essere contrastati necessitano di un lavoro molto più lungo ed approfondito rispetto ad una semplice azione militare, che causerebbe soltanto un'aumento delle violenze. Le azioni volte all'integrazione devono guardare soprattutto ai giovani ed alle scuole, perchè è lì che nasce il malcontento che poi degenera in violenza, con programmi adeguati all'età ed alla cultura dei ragazzi. Il terrorismo nasce dal basso ed è lì che lo dobbiamo combattere, gli attentati sono solo una conseguenza.

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