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venerdì 12 febbraio 2016

SERVE UN EUROMINISTRO DELLE FINANZE?

per la classe 5^ LES

La Stampa, A. Montanino a pag. 1-23 "A cosa serve l'euroministro delle finanze?"

L'OPINIONE
Sarebbe utile avere un euroministro delle finanze? Perchè? Quali potrebbero essere le criticità?


6 commenti:

  1. Buonasera, secondo me sarebbe utile avere un ministro europeo delle finanze, per il fatto che egli potrebbe maggiormente controllare i conti ed i bilanci dei singoli stati europei, per evitare che essi possano andare in perdita, potrebbe controllare il sistema finanziario di quel paese, in modo tale da evitare danni all’ intera unione, si potrebbero trasferire nella gestione del ministro europeo funzioni come gli investimenti, i sussidi alle imprese, la spesa sociale non pensionistica, ciò potrebbe aumentare il budget europeo di almeno 6 o 7 volte, ciò si potrebbe realizzare solo con una preliminare riduzione della spesa nazionale, se si avesse un ministro delle finanze europeo, il debito pubblico potrebbe essere controllato grazie all’ emissione di titoli di debito europeo, l’ attività del ministro europeo potenzierebbe le attività delle istituzioni europee addette a controllare i bilanci dei singoli stati, tutto questo si può realizzare solo in presenza di un budget adeguato. Tutto questo contribuirebbe a rafforzare l’ idea di Unione europea e monetaria, un’ unione in cui tutto si fa in funzione non del proprio interesse, ma degli interessi degli altri componenti. Tuttavia se si avesse un ministro delle finanze europeo la sovranità degli stati sarebbe ridotta ancora di più rispetto a quanto è già ridotta ora, poiché un paese non è mai al cento per cento sovrano nel suo territorio se è in un’ unione, poiché ha deciso di cedere parte della propria sovranità ad un organismo statale superiore, questo andrebbe dunque a ridurre, e non di poco, la sovranità dei singoli stati. Ciò fa sorgere un interrogativo: E’ meglio che uno stato rinunci alla propria sovranità per un interesse comune, ossia avere i conti in ordine a livello europeo, oppure uno stato deve essere sempre e comunque sovrano nel proprio territorio. Da Hegeliano direi che uno stato debba sempre essere sovrano nel proprio territorio, perché uno stato sa, meglio di chiunque altro, quali sono le proprie esigenze in termini di bilancio o di qualsiasi altra problematica interna, poiché è lui in prima persona ad affrontare questi problemi e non un’ autorità esterna, ma Hegel direbbe anche che il tutto è più importante delle singole parti e che le singole parti non hanno senso se non in relazione al tutto, dunque è importante tutelare gli interessi della totalità, piuttosto che del singolo, tuttavia Hegel sarebbe contro un’ organizzazione internazionale, come l’ Unione Europea; ma se l’ unione europea si potesse considerare stato? E se si arrivasse ad una federazione europea?beh di sicuro la stessa concezione di europa cambierebbe, da un insieme di stati con obiettivi diversi ad un insieme di stati con gli stessi obiettivi, ciò ridurrebbe le tensioni fra i singoli stati, poiché tutti gli stati avrebbero davanti un obiettivo comune, cioè il benessere dell’ intera Europa. La questione è aperta. Di certo l’ Europa si deve rendere conto che è giunto il momento di voltare pagina, di superare gli egoismi nazionali in nome di un interesse comune, poiché ora come ora non è più possibile tornare indietro a quando gli stati erano totalmente sovrani, bisogna continuare questo cammino di integrazione europea, ormai non è più possibile tornare indietro, si andrebbe contro la storia. L’ Europa ha voluto questa bicicletta e adesso deve pedalare sempre più lontano.

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  2. Nei giorni scorsi i governatori delle banche centrali di Francia e Germania hanno proposto di dare vita ad una nuova figura istituzionale: un euroministro delle Finanze.
    L’idea non è nuova ed è appoggiata da diversi ministri dell’Eurozona e dal nostro ministro delle Economie e delle Finanze, Pier Carlo Padoan.
    Vi sono diversi motivi per i quali viene richiesta la creazione di questa nuova figura istituzionale.
    Innanzitutto, la BCE non ha raggiunto l’obiettivo di inflazione al 2% previsto ed è molto improbabile che raggiunga tale obiettivo in futuro. E’ indubbio che la BCE abbia attuato una buona politica monetaria, ma da sola non è stata in grado di creare una crescita economica significativa per l’Europa.
    Un altro motivo è la crisi dei mercati finanziari. Il crollo del prezzo del petrolio ha causato la crisi dei mercati finanziari con forti ripercussioni sull’economia.
    Alla luce di questi argomenti, io credo che un euroministro delle Finanze possa costituire un buon punto di partenza per coordinare le politiche economiche dei vari paesi dell’Eurozona, con l’obiettivo di mettere in atto strategie comuni per uno sviluppo economico europeo, evitando sbilanciamenti tra i paesi.
    Sicuramente, ciò significherebbe conferire grande autorità al ministro delle Finanze Europeo, oltre a dargli ampio potere decisionale su questioni di grande importanza finora riservate ai governi dei singoli paesi.
    Io però ritengo che questa cessione di potere ad una figura istituzionale europea sia necessaria perché dobbiamo iniziare a pensare all’Europa come ad un continente non più diviso, ma unito nell’obiettivo di perseguire strategie comuni per una crescita condivisa e bilanciata.

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  3. Buonasera, secondo me sarebbe utile avere un ministro europeo delle finanze, in quanto potrebbe controllare i conti e i bilanci dei singoli Stati europei al fine di evitare bilanci in perdita. Egli potrebbe controllare inoltre il sistema finanziario in modo tale da apportare modifiche se si verificano dei problemi in esso. Inoltre si potrebbe controllare il debito pubblico e se vi è la possibilità di abbassarlo. Infine un euroministro della finanze è molto importante e rappresenta un buon punto di partenza per coordinare le politiche economiche europee. L'unica macchia è che la figura del ministro delle finanze ridurrà ancor di più la sovranità degli Stati europei e questo potrebbe comportare dei problemi.

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  4. Buona sera, secondo me potrebbe essere utile un ministro europeo delle finanze anche se bisogna stare attenti ad alcuni aspetti. Un incarico importante di quest' ultimo sarebbe quello di far rispettare i saldi di bilancio ai diversi paesi membri. in caso di scostamento dall' obbiettivo il ruolo del ministro sarebbe di fondamentale importanza perché egli avrebbe il potere di intervenire a livello dei singoli stati e non autorizzare spese o introdurre o introdurre nuove imposte.
    il ministro europeo delle finanze avrebbe l'autorità e la discrezionalità per operare in modo rapido ed efficiente, se avesse un budget adeguato che gli potrebbe essere fornito da importanti istituzioni europee come la Banca Europea degli investimenti.
    Attualmente il bilancio europeo è circa il 2,2 per cento rispetto alla somma dei bilanci di tutti i paesi europei. questo è un vero e proprio svantaggio perché se si volessero traferire nella gestione del ministro europeo funzioni come gli investimenti, i sussidi alle imprese, la spesa sociale non pensionistica, un po' di consumi pubblici e qualche altra attività, il budget dovrebbe aumentare di 6-7 volte rispetto al livello attuale.
    Un' altra funzione secondo me importante è la gestione del debito pubblico dell' eurozona, o perlomeno di una componente di esso, con la possibilità di emettere titoli del debito europeo.

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  5. L’idea di creare un ministro delle finanze europeo sta scatenando un acceso dibattito in Italia e nel resto d’Europa. L’idea fu lanciata per la prima volta nel 2011 dopo i drammatici salvataggi di Grecia, Portogallo e Irlanda, ma la proposta, accolta sul momento, fu lasciata cadere. Ora, con Mario Draghi che nonostante gli sforzi non è in grado di portare l’inflazione sul 2% che comporta una frenata alla ripresa dell’Eurozona,e con l’emergenza migranti che l’Europa non è in grado di gestire, la proposta torna improvvisamente sul tavolo. A tirarla fuori questa volta sono i due banchieri centrali di Francia e Germania. Secondo la loro tesi, la Banca centrale europea non sarebbe nelle condizioni di creare una crescita a lungo termine per i Paesi dell’UE e l’eurozona ha bisogno di un’accelerazione sulle riforme strutturali e di un ministro delle Finanze della zona Euro per ottenere quella crescita sostenibile ancora lontana. “Un’integrazione più forte, sostengono i due, potrebbe ripristinare la fiducia nella zona euro, favorendo lo sviluppo di strategie comuni e una crescita costante”. Anche se, in Italia le posizioni sono ancora confuse: nel governo c’è il Ministro Padoan che sostiene l’idea, mentre il premier Renzi ha dato un giudizio molto più tiepido sull’iniziativa franco-tedesca.
    Quello che serve all’Unione Europea non è un ministro unico delle finanze che possa fare spese in deficit sostenute dalle politiche monetarie della BCE. Se la prospettiva è quella di riparare alle disuguaglianze europee, di introdurre un reddito minimo per tutti i cittadini dell’eurozona, di pensare a sussidi di disoccupazione, di spingere l’occupazione giovanile, di fare investimenti produttivi che attraversino tutta l’Europa, allora ben venga il Ministro unico delle Finanze. In conclusione, l’idea di partenza è notevole, anche se, visto il dramma che stanno vivendo le banche europee per l’applicazione delle norme sull’unione bancaria e la disgregazione dell’Unione sull’emergenza migranti, pensare che si riesca a dare vita ad un “Ministero del Tesoro” è pura utopia.

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  6. Come afferma il direttore Global Business and Economics, Andrea Montanino:“ In un mondo dove gli attori economici e politici spaziano tra i 5 continenti, pensare a un' Europa divisa non ha più senso”, almeno per quanto che riguarda gli aspetti economici, finanziari, che ad oggi sono gestiti autonomamente dai singoli membri, secondo le direttive e i margini imposti dal Bruxelles.
    La proposta avanzata è quella creare una nuova figura istituzionale, ovvero un ministro delle Finanze europeo, che detenga la responsabilità di far rispettare i saldi del bilancio agli stati membri, sanzionando attraverso specifiche procedure in caso di uno scostamento dall'obiettivo. Supervisore della corretta applicazione delle tre funzioni della spesa pubblica, incaricato di gestire il debito dell' eurozona, emettendo i titoli del debito europeo.
    Una proposta innovativa e rispondente alle necessità di andare verso una visione economico finanziaria europeista; necessaria per un restyling della coesione europea, come ricorda Montanino: “ una leadership forte, visionaria, che ascolti più la generazione Erasmus cresciuta con Schengen che non rinchiudersi in un recinto sempre più piccolo.”
    Le conseguenze dell'esercizio di questa figura istituzionale, si tradurrebbero con migliori risultati di bilancio, grazie a controlli capillari, permettendo una politica finanziaria più efficiente ed organizzata, che gioverebbe all' intera Comunità.
    Certo è che come ribadito da Montanino, l' Europa non serebbe in grado di gestire tutte le risorse riguardanti la politica economica dei singoli stati (investimenti, sussidi alle imprese, spesa sociale etc..) perchè il budget europeo dovrebbe essere 6-7 volte maggiore, rispetto ai livelli attuali, il che risulta, ad oggi, impensabile; dovendo reperire queste risorse economiche dalle tasche dei cittadini o dall riduzione della spesa nazionale.
    La proposta è più che buona, ma il prodotto di questa deve essere il frutto di un ' attenta elaborazione, definita, con caratteri precisi, soprattutto per ciò che riguarda il procedimento decisionale per scegliere chi svolgerà la funzione di ministro delle Finanze europee. Ciò significa che prima di scegliere “chi” si debba definire il “come”, si auspica attraverso procedure democratiche, non impositive, per delineare una figura che più di ogni altro sia rappresentativa.

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