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venerdì 5 febbraio 2016

PAREGGIO O FLESSIBILITA'? LA PARTITA CON L'EUROPA

per la classe 5^ LES

giovedì 4 febbraio

La Stampa, pag. 2,  F. Spini "Renzi sbaglia la strategia.."; pag. 3, A. Barbera " Sì ai fondi pro Turchia..."; pag. 4 M. Sorgi, "Anche Padoan e Sannino alzano la voce con Bruxelles"

Il Corriere della Sera, pag. 27 M. Ferrera "Come uscire dall'angolo";pag. 10 M. Sensini " Padoan: l'Italia ha diritto alla flessibilità"

Il Sole 24 Ore, pag. 1-4 F. Forquet "Le buone ragioni della flessibilità..."; pag. 4 articoli di B. Romano e D. Colombo

DA RIPASSARE
- concetto di flessibilità
- criteri di Maastricht
- Fiscal Compact

L'OPINIONE
L'Italia ha diritto ad una maggior flessibilità? Può servire per rilanciare l'economia? O sarebbe meglio limitare deficit e debito entro le norme europee? E quindi: "quale secondo voi dovrebbe essere il modello di crescita per l'Europa?"

9 commenti:

  1. Buonasera, secondo me l' Italia ha diritto ad una maggiore flessibilità, in quanto questo serve a rilanciare l' economia, a mio avviso non è possibile pensare di imporre dei parametri di deficit validi per tutta l' Europa in egual maniera, per il semplice fatto che gli Stati europei hanno esigenze diverse e hanno un' economia che è più forte o meno forte di altri paesi europei, in questo senso l' Unione Europea è molto eterogenea, bisogna quindi a mio avviso applicare delle regole di deficit in modo specifico per ogni paese dell' Unione. Questo è il caso dell' Italia, la quale merita dei parametri di deficit più flessibili a causa delle spese sostenute da quest'anno ultima negli ultimi anni nel campo dell' immigrazione o della crisi libica, l' Italia è andata in deficit proprio perché ha sostenuto queste spese, ora come ora non è possibile che l' Italia possa raggiungere il pareggio di bilancio, come previsto dal fiscal compact, poiché il nostro paese ha sostenuto e deve ancora sostenere delle spese ingentissime soprattutto nel campo dell' immigrazione in cui ha investito moltissimi soldi per salvare vite umane, mentre l' Europa faceva finta di non vedere il problema, che tanto riguardava solo le nostre coste e quelle greche, solo ora che il problema è diventato comune a tutto il continente, brusselles si è resa conto della portata straordinaria di questo evento ed ha preso in considerazione il fatto di poter consentire all' Italia di spendere di più per fronteggiare questo problema, solo ora se ne è resa conto e non prima, quando era concentrata di più sullo zero virgola piuttosto che sul salvare vite umane. A questo punto sorge una domanda. Ma noi vogliamo un' Europa dello zero virgola, cioè un' Europa sterile basata su freddi calcoli e procedure o un' Europa attenta a consolidare i valori di cooperazione reciproca e di crescita comune? Per rispondere a questa domanda, bisogna premettere che l' Europa dello zero virgola a mio avviso non è Europa, un' Europa fredda non è Europa, un'Europa che si fonda su calcoli e diktat molto ben mascherati non è Europa, un ' Europa che rinuncia ai suoi valori portanti di fratellanza e di cooperazione fra gli Stati, di libertà non è Europa, se Spinelli o fosse ancora vivo, di certo non sarebbe soddisfatto di questa Europa, della deriva che sta subendo quest' Europa da lui sognata quasi come se fosse un' utopia, di sicuro non ne sarebbe soddisfatto. Dunque bisogna chiedersi, è giunto il momento di farlo, che tipo di Europa vogliamo??? A mio avviso bisognerebbe attuare un modello di crescita keynesiano oggi in Europa, questo modello afferma che si spende di più nei momenti di crisi e meno in quelli di espansione al fine di rilanciare l' economia, questi soldi di sicuro non andranno persi, anzi frutteranno altri soldi in crescita economica e sviluppo economico, anche perché, è dimostrato, parametri troppo stretti frenano la crescita, mentre per crescere bisogna spendere ed investire sul lungo periodo e non risparmiare o guardare allo zero virgola, anche perché lo zero virgola non fa che aumentare gli egoismi presenti in Europa ed i particolarismi nazionali di Stati che credono di essere superiori e di poter comandare sugli altri solo perché rientrano nei parametri economici, essi rientrando nei parametri economici si sentono in dovere di imporre le loro decisioni sugli altri, senza considerare che gli altri sono diversi e hanno esigenze diverse e magari in quel periodo non riescono a raggiungere il pareggio del bilancio, solo perché hanno aiutato vite umane o perché la loro congiuntura economica in quel momento non permette molto semplicemente di arrivare al pareggio di bilancio come dice il fiscal compact. Tuttavia il motto dell' Europa è: " uniti nella diversità" ed oggi sembra che molti paesi europei lo stiano trasformando volontariamente o involontariamente in disuniti nella diversità.

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  2. Personalmente credo che l’Italia in questo particolare momento abbia bisogno di una maggior flessibilità legata solamente alle spese affrontate per il problema migranti e non in altri campi, perché se venisse concessa in scala più ampia, potrebbe a mio avviso risultare poco produttiva per il paese e per coloro che vivono al suo interno. Per quanto riguarda il nostro paese, esso si trova da qualche anno ad affrontare spese non di poco conto per la questione crisi dei migranti e per far fronte a questo ingente costo l’Italia chiede maggiore flessibilità, finora sempre concessa e a mio avviso necessaria anche attualmente e in futuro limitatamente a questo ambito, perché in caso di mancata concessione di tale richiesta, sarebbe inevitabile non sforare il tetto stabilito di deficit e debito. L’unica macchiolina nera che trovo in questa situazione riguarda appunto la soglia massima di deficit e debito sotto il quale ogni paese dovrebbe stare: come si può pensare di imporre a tutti i paesi europei lo stesso valore percentuale, se ogni paese spende in relazione alle proprie esigenze che sono diverse? Se non si vuole concedere a un paese che spende non solo per sé, ma anche per accogliere gli altri, maggiore flessibilità, non basterebbe alzare di qualche punto percentuale questo limite minimo così da evitare che l’Italia si trovi annualmente a fare questa richiesta? Considerando che fare questo tipo di operazione al momento sembra impossibile, se ritengo sia necessario concedere flessibilità legata al costo migranti, allo stesso tempo penso sia importante per il paese non ottenere la concessione alla richiesta fatta, in altri ambiti perché altrimenti il Governo italiano sarebbe tentato a spendere di più. Sono d’accordo con quanto dice nell’intervista l’economista tedesco Daniel Gros: “finanziare la spesa con il debito significa spostare il problema più avanti, non risolverlo. L’Italia cosa chiederà: una flessibilità eterna?” Rispondo a questa domanda no! Il nostro paese non può andare avanti a chiedere flessibilità a oltranza visto che è uno dei paesi con il più alto debito pubblico e di fronte a ciò non può rimanere impassibile, ma si deve impegnare a risanarlo. L’Italia chiede solo un aiuto di fronte al problema immigrazione e Renzi afferma che il nostro paese continuerà lo stesso ad accogliere perché si parla di patto di umanità prima che di patto di stabilità, tenendoci a sottolineare che i migranti che giungono dal Mar Tirreno sono uguali a coloro che provengono dal Mar Egeo.

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  3. Nei giorni scorsi si è aperto un dibattito molto acceso tra il governo italiano e la Commissione europea incaricata di controllare i bilanci delle nazioni dell'unione. L'Italia verrebbe poter cancellare le spese militari in Libia ed ottenere maggiore flessibilità per poter rilanciare l'economia. La commissione europea, invece, non vuole più concedere margini all'Italia e vuole costringere il governo a tagliare sulle spese interne. Inoltre l'Italia vorrebbe ottenere dall'Unione un contributo di almeno 3 miliardi di euro per gestire il problema dell'immigrazione, ma anche questa richiesta al momento è stata respinta. Questo dibattito ha mostrato una grande differenza di vedute per quanto riguarda la politica economica. Sicuramente la politica della spesa risulta utile al rilancio dell'economia e lo stato italiano ha diritto ad avere un bilancio differenziato per via della sua posizione di confine. Tuttavia anche la politica europea della riduzione delle spese e del pareggio di bilancio ha prodotto risultati positivi. Pertanto ritengo che la soluzione migliore sia fare un compromesso tra queste due politiche economiche così da cogliere i lati migliori di entrambe.

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  4. L' Italia, negli ultimi anni, nell'ultimo particolarmente, ha dovuto fronteggiare una problematica significativa a livello monetario: la questione migranti; che ha afflitto il territorio italiano. 8,9 sono i miliardi spesi a partire dal 2011 fino al 2015, con un consistente aumento verificatosi negli ultimi due anni, circa 2,7 miliardi spesi nel 2014 e 3,2 nel 2015. I numeri parlano da sé, ribadendo il fondamentale ruolo e coinvolgimento dell' Italia nell' affrontare l'insorgere dei flussi migratori.
    Non da meno è la buona condotta dimostrata con le nuove riforme, ne sono esempio la riforma del mercato del lavoro (Jobs Act), quella della “Buona Scuola” e della Pubblica Amministrazione.
    Insomma, come ribadito dal ministro dell' econonomia Padoan: “L' Italia è tra i paesi che con più forza si sono impegnati nel percorso fissato all'inizio della legislatura in sede europea ( riforme in cambio di flessibilità).
    Indubbio che a seguito delle richieste di Bruxellles sulle riforme, ci siano state risposte concrete e repentine da parte del Governo Renzi, le stesse risposte che si sperano comprensive nei confronti della legge di stabilità, che dovrà essere vagliata dalla Commissione europea. Non è una richiesta di flessibilità aggiuntiva, ma di poter godere di flessibilità già accordata, come ricorda Padoan: “ non di richieste aggiuntive si tratta, ma di uno 0,2 per cento di scostamento dalle previsioni che era già concordato con le autorità di Bruxelles all'atto dell'impostazione della legge di stabilità”.


    Ci sono buone ragioni per richiedere maggiore flessibilità, in grado di rilanciare l'economia e sostenere la domanda, secondo il pensiero keynesiano, ma naturalmente è anche comprensibile una certa sfiducia da parte della Commissione a causa dei comportamenti passati del nostro paese che crisi, espansione o grandine si è dimostrato recidivo a far quadrare i conti, come altri stati; ne è conseguenza il Fiscal Compact che ha obbligato i vari membri a non uscire dal seminato del pareggio di bilancio.
    Bruxells, conosce i suoi polli, compresa l' Italia, che con le sue mani o meglio ali bucate, va rimessa in riga.
    L' Europa può crescere con la collaborazione sinergica dei membri, si tratta di distinguere le spese e la loro rilevanza sulla Comunità, come quelle da operare sul fronte migrazione, un problema destinato ad avere un impatto sempre più consistente, impiegando ad esempio una politica di deficit. Mentre una politica restrittiva, di pareggio di bilancio per ciò che concerne le spese in conto corrente.

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  5. Buongiorno, secondo me l'Italia ha diritto ad una maggiore flessibilità, in quanto questo serve a rilanciare l'economia del paese. I parametri di deficit validi per tutta l'Europa non possono essere uguali per tutti gli Stati perché ognuno di essi ha esigenze economiche diverse. Perciò si dovrebbero applicare delle regole specifiche di deficit per ogni Paese dell'Unione. L'Europa dovrebbe tenere conto che l'Italia ha affrontato e sta affrontando delle spese enormi per l'immigrazione, le quali continuano a salire di anno in anno. Quindi essa deve consentire dei parametri di deficit più flessibili al nostro paese, in virtù delle spese tuttora sostenute. Infine secondo me l'Unione Europea deve adeguarsi alle spese dei diversi Stati e attuare dei parametri di deficit che rispecchiano le differenti situazioni economiche. In questo modo i diversi Paesi, potranno arrivare ad un pareggio di bilancio senza chiedere ogni anno una maggior flessibilità dei parametri di deficit.

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  6. Secondo il premier Renzi ed il ministro dell’Economia Padoan, la flessibilità richiesta alla Commissione Europea sarebbe legittima, mentre dall’altra parte, il Presidente della Commisione Europea, Junker, risponde che la flessibilità non è per sempre. Si tratta infatti di una concessione temporanea accordata ad un Paese per permettergli di risanare una situazione specifica.
    Finora l’Italia ha chiesto più volte flessibilità all’Unione Europea. Dapprima, per sostenere le riforme del Governo Renzi, in seguito per gli investimenti produttivi e poi per l’emergenza rifugiati. Ciò mi fa pensare che l’Italia tenda a richiedere deroghe alla flessibilità, anziché impegnarsi a limitare il deficit e ridurre il debito pubblico.
    L’italia è un grande Paese e un grande mercato e la politica dovrebbe pensare a rilanciare la nostra economia, con riforme importanti ed immediate.
    Io ritengo che sia importante ridurre innanzitutto il nostro debito pubblico, poiché una parte consistente delle tasse pagate dai cittadini italiani è destinata a rimborsare gli interessi del debito. Se si riducesse il debito, ci sarebbero più possibilità di spendere in educazione, ricerca, sviluppo e vi sarebbero più soldi a vantaggio dei servizi per i contribuenti.
    Penso che un ottimo esempio siano gli Stati Uniti, i quali, nonostante la grave crisi finanziaria scoppiata nel 2006, grazie alle manovre di politica economica messe in atto in questi ultimi anni, hanno recuperato i precedenti livelli di produttività, con un incremento della crescita.
    Io non credo che chiedere flessibilità all’Unione Europea sia la strada giusta per rilanciare la nostra economia. Non è una deroga della Commissione Europea che salverà il nostro Paese o aiuterà i giovani a trovare un lavoro.
    Penso che il nostro Governo debba mettere in atto un piano per ridurre in tempi brevi il debito pubblico in quanto consentirebbe di avere maggiore disponibilità di denaro a favore di investimenti e per la creazione di posti di lavoro. Ciò deve essere attuato snellendo i meccanismi statali e burocratici di un’Italia che ha un apparato statale obsoleto e lento, che molto spesso blocca le iniziative private e regionali.

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  7. Buonasera prof.ssa
    Considerato la situazione che sta vivendo il nostro paese, praticamente da sola, rispetto ai flussi costanti di migranti verso le nostre coste , non si può pensare che le regole rispetto all’ economia interne possano essere uguali ai paesi che non vivono quotidianamente questi fatti .
    Il nostro paese si trova ad affrontare spese per gestire gli sbarchi sulle nostre coste , per accogliere queste persone che arrivano senza nulla .
    Non penso che sia giusto uniformare tutti i paesi che in realtà hanno economie e situazioni interne diverse tra loro .
    Sembra che a volte il concetto di Europa , ossia di unità tra i paesi che la compongono venga meno quando si presentano situazioni individuali credo quindi alla luce di ciò che ho evidenziato che la flessibilità sia inevitabile.
    Così come ha evidenziato il ministro dell’economia Padoan il quale non richiede ulteriori agevolazioni ma l’applicazione delle regole già esistenti.
    Sicuramente ciò che penso è che credo sia fondamentale dare un segno alla Comissione Europea rispetto agli sprechi dell’economia interna.
    Jacopo Gibin

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  8. Penso che l'Italia si trovi in una situazione tale da rendere necessaria una maggior flessibilità, così da affrontare con più libertà e meno vincoli le problematiche che lo Stato deve affrontare,in primo luogo l'emergenza migranti.
    Credo che questa maggiore libertà sia utile anche per un progetto di crescita economica. Infatti, parametri di deficit più flessibili permetterebbero allo Stato Italiano puntare a una prospettiva di crescita, e di lasciarsi alle spalle le ingenti spese nel campo dell' immigrazione o della crisi libica, le quali sono state, probabilmente le cause principali del deficit del bilancio italiano.
    Quello che penso debba fare ora l'Unione Europea sia adattare i parametri di deficit ai diversi Stati membri in base alle loro esigenze e alle loro condizioni attuali.

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  9. I problemi derivanti dalle migrazioni non affliggono solo l'Italia ma l'intera europa. Pertanto ritengo che la commissione europea debba concedere maggior flessibilità all'economia italiana. La titubanza di Junker però è legittima, l'Italia è un'economia forte in Europa, ma non certo la più stabile. La flessibilità potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio e peggiorare la situazione di bilancio già critica in Italia che si ripercuoterebbe sull'economia europea.
    Dopo la Grecia l'europa teme questo.
    Se la flessibilità non è concessa, secondo me , una possibile soluzione potrebbe essere quella di affidarsi al welfare. Tramite i contributi dei cittadini coprire le spese che comportano i flussi migratori. Molti potrebbero facilmente non essere d'accordo con questo pensando ''Perché io devo pagare per colpa degli immigrati clandestini?'', critica legittima. Pensiamo però che abitare lontano da dove arrivano i barconi non ci rende distanti dal problema. Una difficoltà causa problemi al nostro paese e noi dobbiamo sentirci moralmente obbligati a contribuire con ogni nostro mezzo per risolverla.

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