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giovedì 15 ottobre 2015

EMERGENZA PROFUGHI

per le classi 3^ e 5^

 giovedì 15,
Il Sole 24 ore - Beda Romano (entrambi gli articoli) pag.9
La Stampa - M. Zatterin pag.11

DA SCOPRIRE/DA SAPERE (da non pubblicare, ma da appuntarsi sul quaderno)
- differenza tra permesso di soggiorno e diritto di asilo
-differenza tra migrante economico e rifugiato
- cosa stabilisce il Trattato di Dublino

L'OPINIONE (da pubblicare entro mercoledì 21)

fino a qualche mese fa solo Italia  e Grecia chiedevano una revisione del Trattato di Dublino, ora il fronte del consenso si è allargato. Cosa può aver determinato questo cambiamento?

22 commenti:

  1. Rachele Rossi.
    Il trattato di Dublino prevede che lo Stato competente all'esame della domanda d'asilo, cioè a registrare e ospitare i rifugiati,sia lo Stato in cui il richiedente d'asilo ha fatto ingresso nell'Unione Europea. In seguito alla crisi migratoria del 2015 la Germania e altri Stati Membri UE si sono uniti all'Italia e alla Grecia nella richiesta di revisione del trattato.A causa del numero esorbitante di profughi che stanno approdando nelle coste del Mediterraneo, molti ritengono sia necessario creare un nuovo sistema di quote permanenti e obbligatorie di ridistribuzione dei rifugiati per tutti gli Stati Membri. Infatti, attualmente, gli Stati in cui approdano i richiedenti asilo non sono in grado di accoglierli senza l'aiuto dell'Unione.Tuttavia molti Stati si oppongono a questa revisione in quanto non vogliono dare il loro aiuto.

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  2. Buon pomeriggio, fino a pochi mesi fa solo l' Italia e la Grecia chiedevano una revisione del trattato di Dublino, oggi i paesi europei, ed in particolare la Germania, ne chiedono una revisione, forse a causa dei numerosi arrivi sulle coste italiane e greche in questi ultimi mesi, questi migranti, non vogliono restare in Italia o in Grecia, poiché sono paesi gravati dalla crisi economica, ma vogliono proseguire il loro viaggio verso il nord Europa

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  3. Il nord Europa e' capace di concedere loro maggiori condizioni di vita e di sviluppo umano e sociale, in quanto in questi paesi e più facile trovare lavoro e spesse volte in questi paesi vivono dei loro parenti scappati anche essi dalla guerra, e' necessario modificare l' accordo di Dublino, perché non è più adatto alla situazione in cui ci troviamo oggi, in cui migliaia di migranti tentano ogni giorno di giungere in Europa per un futuro migliore, è impensabile che Italia e Grecia riescano da sole ad accollar si un numero enorme di persone nel loro territorio, perché sono impossibilitate fisicamente e poi perché i costi sarebbero enormi soprattutto per un paese come la Grecia dilaniato dalla crisi economica e poi perché questo non soddisferebbe gli ideali dell' Unione europea, per cui ci deve essere un aiuto reciproco fra gli stati, sarebbe necessario istituire un diritto di asilo europeo, già proposto da alcuni paesi, il quale permetterebbe ai migranti di richiedere l' asilo in un qualsiasi paese dell' Europa e non in quello dove è sbarcato, come prevedeva il trattato di Dublino, al fine di permettere loro di trovare un lavoro all' interno dell' Unione e anche di integrarsi all' interno dell' Unione stessa, un' Unione effettiva, non un' Unione solo sulla carta, l' Unione per essere tale deve permettere a tutti i paesi europei di collaborare alla risoluzione dei problemi europei senza discussioni reciproche, che non portano a niente, bisogna cercare in breve di arrivare ad un accordo e di superare il trattato di Dublino per fare il primo passo nella risoluzione del problema migranti a livello europeo.

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  4. Inizialmente solo Italia e Grecia richiedevano la revisione del trattato di Dublino in quanto sono i paesi più esposti al flusso migratorio.
    Ora invece anche altri paesi auspicano una revisione del trattato perché ci si è resi conto che non tutti gli stati dispongono egualmente di servizi di ospitalità per i migranti.
    In particolare la Francia afferma che si potrà rivedere Dublino solo quando le frontiere saranno credibili davvero: cioè mettere a disposizione sulle linee di confine un numero di uomini calcolato in base a determinati criteri (PIL, impegno di confine ecc...)

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  5. La Convenzione di Dublino è stata firmata il 15 giugno 1990 da 12 Stati membri della Comunità Europea, con l’obiettivo di stabilire norme generali europee in materia di asilo, al fine di garantire ai rifugiati extracomunitari un’adeguata protezione. La Convenzione è stata poi sostituta dal Trattato di Dublino II nel 2003, per poi essere modificato nel 2013 e rinominato Dublino III.
    Il Trattato stabilisce che i cittadini extracomunitari in fuga dai propri Paesi di origine perché in situazioni di guerra o perseguitati per motivi politici o religiosi, possono richiedere asilo solo nel primo Paese membro dell’Unione Europea in cui arrivano.
    In questi ultimi anni i flussi migratori hanno raggiunto proporzioni inaspettati e non prevedibili e ciò ha posto in evidenza il grande limite del Trattato di Dublino, cioè l’obbligo per il rifugiato di registrarsi nel Paese di arrivo e non poter proseguire verso un altro Paese europeo, anche se la destinazione finale desiderata era un’altra.
    Ad oggi le guerre in Siria, Iraq e Libia hanno provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone, costrette ad abbandonare il proprio Paese e a cercare rifugio altrove.
    I paesi più facili da raggiungere per queste popolazioni sono l’Italia e la Grecia via mare e l’Ungheria via terra.
    La maggior parte di questi rifugiati vorrebbero raggiungere altri paesi, come la Germania o i paesi del Nord Europa ma non possono proseguire e, dall’altra parte, i Paesi in cui arrivano, non sono più in grado di gestire questi enormi flussi ma sono costretti a trattenerli e ospitarli in centri di accoglienza.
    Credo che questa crisi sia un problema europeo ed è fondamentale che vengano stabilite al più presto nuove regole di accoglienza, di asilo e di distribuzione dei rifugiati a livello europeo.
    L’Italia ha chiesto in numerose occasioni all’Unione Europea un aiuto concreto nella gestione dei flussi e una revisione del Trattato ma, soltanto negli ultimi mesi, l’emergenza immigrazione è diventato uno degli argomenti principali nei summit europei e, per la prima volta, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito il Trattato “obsoleto”.
    Personalmente io credo che il cambio di rotta della Germania e degli altri Paesi dell’UE sia fondato sul timore delle conseguenze derivanti dalla redistribuzione dei migranti in Europa.
    Infatti è proprio la Germania il paese al quale aspirano maggiormente i rifugiati e ciò è evidentemente fonte di preoccupazione per la politica interna tedesca.
    Ritengo quindi che il motivo principale per cui la Germania e altri Paesi abbiano deciso di rivedere il Trattato risieda principalmente nel timore di dover accogliere centinaia di migliaia di rifugiati, destabilizzando quindi la politica e gli equilibri interni.
    E’ in corso la più grave emergenza umanitaria degli ultimi 50 anni e non possiamo ignorare che ogni giorno, migliaia di persone abbandonano le proprie case per cercare un futuro migliore per sé e i per i propri figli.

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  6. Maria Cristina Nevi.
    Buon pomeriggio, dopo aver letto gli articoli riguardanti la possibile revisione del Regolamento di Dublino sulle richieste di asilo,mi sento di dire che a parere mio il fronte del consenso si è allargato in quanto,l'immigrazione soprattutto negli ultimi mesi (basti guardare le notizie nel periodo estivo)è aumentata in modo sproporzionato e molti paesi come l'Italia e la Grecia che si vedono avvolti nella crisi non sono in grado di dare ingenti aiuti ai migranti perché molto spesso fanno fatica a remunerare loro stessi. Questo determina una situazione di disagio da ambo le parti in quanto i migranti che arrivano si trovano in uno stato molto simile a quello precedente e viceversa lo Stato che ospita i migranti si trova a far fronte a problemi enormi(esempio i barconi a Lampedusa). Personalmente ritengo che la Germania voglia allargare il fronte perché timorosa nel pensare di dover accogliere migliaia di persone che non avevano previsto (non si pensava che potessero arrivare migliaia di migranti)e soprattutto per tutelarsi di fronte la situazione attuale.

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  7. Enrico Baralis.
    In Europa l'immigrazione è sempre stata vista come un problema esclusivo dei paesi meridionali come l'Italia e la Grecia.
    Ora, con questa nuova crisi migratoria, l'emergenza si è estesa a tutti i paesi dell'Unione. Tanto che la Germania, che inizialmente era sfavorevole, ora è in prima linea nel tentativo di modificare il Regolamento di Dublino e garantire una distribuzione più omogenea dei richiedenti asilo negli stati dell'Unione.
    Sicuramente questo brusco cambio di opinione è dovuto all'arrivo di centinaia di migliaia di migranti, in gran parte siriani, che fuggono dalla guerra in Medioriente. Modificando gli accordi internazionali Angela Merkel potrebbe tranquillizzare l'opinione pubblica, preoccupata dall'arrivo dei migranti, e placare i dissidi politici con le opposizioni, rafforzando la sua posizione.
    Infine, anche i mass-media hanno avuto un ruolo fondamentale nell'emergenza immigrazione perchè, trasmettendo immagini e filmati molto forti, hanno sensibilizzato la popolazione riguardo questo problema, influenzando di conseguenza anche la politica, che si è trovata a dover gestire in maniera efficace una situazione delicata sulla quale tutti avevano gli occhi puntati.

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  8. L'estate 2015 per l'Italia e la Grecia è stata lo scenario di un' emigrazione massiccia da parte di tutti i paesi del Magreb e dell'Africa.
    Questo problema che fino a poche settimane fa riguardava solamente i paesi di primo approdo, è stato finalmente preso in considerazione anche da quelle nazioni coinvolte in minor modo sul tema.
    Una delle cause a cui si potrebbe attribuire questo cambiamento sono le conseguenze dei flussi migratori arrivati in Italia: ricordiamo il blocco del valico tra Ventimiglia e Francia agli emigranti di quest'estate, soggetti al rifiuto da parte delle autorità francesi; o ai molteplici tentativi di oltrepassare la Manica.
    Tutto ciò ha portato ad un ripensamento da parte di molti paesi Europei, che prima d'ora non si erano trovati coinvolti in maniera tanto diretta sul tema.
    Ora spetta solo al tempo dirci se le iniziative da parte di quest'ultimi paesi saranno messe in pratica o si cristallizzeranno assieme all'ideale di un'Europa più aperta e collaborativa.

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Buonasera a tutti.
    La revisione del Trattato di Dublino la fa da padrona sui quotidiani di questa settimana, in seguito all'allarme migranti orecchiato ormai da ampia parte dell' UE.
    Fino ad una serie di mesi addietro, come ribadito nei commenti precedenti, il problema dei profughi attanagliava stati dell' Europa meridionale, come Italia e Grecia, coinvolti nel problema già alle sue origini.
    Ad oggi si tratta di una questione che coinvolge gli altri stati membri, come ad esempio la Germania, precedentemente non favorevole alla revisione; ritrovatasi con un territorio saturo di migranti. Il problema da esterno si è trasformato in una questione di politica interna.
    La cancelliera Angela Merkel, per rassicurare l'opinione pubblica ed evitare eventuali “insurrezioni” interne alla sua alleanza, si è dichiarata favorevole, definendo il testo <>, << Chiedo una nuova procedura>>.
    Dunque, ora, il problema coinvolge l' Europa, non più solo alcuni stati, per questo la decisione concreta e unanime è di rivedere il Trattato, non pensato per rispondere alle problematiche migratorie di portata comunitaria.
    Stefania Pederiva

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    1. Non capisco perchè non accetti la parola..." Si è dichiarata favorevole, definendo il testo <>".

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  11. ​Tutto è cambiato qualche mese fa, quando i flussi dei migranti hanno iniziato a trovare sfogo anche via terra e non solo attraverso il Mediterraneo.
    Improvvisamente l’Unione Europea, che era rimasta sorda ed inattiva alle richieste di Italia e Grecia che ormai da anni dovevano fare fronte all’accoglienza di centinaia di migliaia di migranti provenienti soprattutto dal continente africano, si è trovata ad affrontare ingenti flussi migratori di cittadini soprattutto siriani ed iracheni che scappavano dai loro territori devastati dalla guerra e dalle persecuzioni.
    Ecco quindi che è diventato importante mettere mano al Trattato di Dublino. Questo Trattato dell’Unione Europea che regolamenta e stabilisce le procedure di concessione della protezione internazionale ai rifugiati, stabilisce che spetta allo Stato europeo nel quale il migrante ha varcato per primo la frontiera accogliere il rifugiato e valutare la sua domanda di protezione internazionale.
    Nonostante il Trattato di Dublino firmato nel 1990 ed entrato in vigore nel 1997 sia stato poi revisionato nel 2003 e nel 2013 (Dublino III), è apparso di colpo superato di fronte all’emergenza migratoria di questi ultimi mesi che ha interessato mezza Europa. La stessa cancelliera tedesca Angela Merkel ha di fatto inapplicato il Trattato aprendo le frontiere a migliaia di migranti provenienti dalla Siria e dall’Iraq. Contemporaneamente sia lei che il presidente francese si sono fatti promotori per trovare soluzioni che permettano di superare la crisi. E i rappresentanti dei 28 Stati membri dell’Unione Europea si sono incontrati a metà ottobre per valutare varie soluzioni e proposte per arginare la crisi. Tra queste: redistribuzione dei rifugiati, rafforzamento dei controlli alle frontiere, richiesta di collaborazione ed aiuti economici agli Stati extraeuropei di transito, quali ad esempio la Turchia.

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  12. Il Trattato di Dublino è un trattato, secondo il quale un immigrato ha diritto a richiedere asilo solo nel Paese membro dell'Unione Europea in cui è approdato per primo.
    Logicamente, i Paesi europei che subiscono di più gli effetti di questi flussi migratori sono Italia e Grecia. Infatti, i suddetti Paesi sono quelli che insistevano di più per una revisione del Trattato di Dublino. Dopo numerose insistenze e dopo l'aumentare dei flussi migratori, l'Unione Europea ha finalmente preso coscienza del reale problema che sussisteva in Europa, in particolare in Italia e Grecia dove il problema stava raggiungendo proporzioni ingenti. Per cui l'Unione Europea ha finalmente deciso di redistribuire in modo equo, il numero di migranti all'interno dei paesi dell'Europa, revisionando il Trattato di Dublino. Quindi, si può dire che l'Unione Europea abbia optato per questa decisione perché essendo un Unione, quindi un'Unità, si è resa conto che lasciare Grecia e Italia in una situazione così delicata e problematica, senza supporto, sarebbe andato contro i principi che hanno ispirato la costituzione dell'Unione Europea.

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  13. L'articolo ha come argomento l'immigrazione e la nuova riforma attesa entro marzo 2016 e attuata dai 28 paesi dell'Unione Europea. I tre temi sono: il ruolo di Dublino, il ruolo dei centri di accoglienza ed il rafforzamento dei confini esterni dell'Unione Europea con un corpo di gurdie alle frontiere. La riforma prevederà una redistribuzione automatica tra i paesi dell'Unione Europea dei migranti arrivati e come la domanda d'asilo debba essere presentata nel paese di sbarco. A tal fine è necessario che i centri di accoglienza in Italia e in Grecia aumentino la loro capacità e che i governi si impegnino a fornire gli aiuti finanziari per attuare questa riforma. Fino ad ora, però, alle parole non sono seguite azioni concrete.

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  14. Maria Elisa Chifari

    Negli ultimi mesi il flusso migratorio verso l’Europa è aumentato enormemente.
    Ai profughi in fuga da guerre e carestia e provenienti da Africa ed Asia, si è aggiunta una nazione, la Siria, che sta vivendo una crisi così profonda da spingere la popolazione ad un esodo di massa. È impossibile ormai per l’Unione Europea gestire questo fenomeno eccezionale con il Trattato di Dublino pensato per un numero decisamente più inferiore di persone. Occorre ora una politica unitaria, a cui l’Europa non è abituata, per creare vera accoglienza in tutte le nazioni coinvolte che dovranno imparare a collaborare tra loro, superando i propri interessi nazionali.

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  15. Federico Orlando
    Il fenomeno dell'immigrazione, che dall'Estate 2015 fino ad oggi è via via incrementato, è stato, fino ad esso, un problema a carico maggiormente di paesi dell'Europa Meridionale come Italia e Grecia. Ultimamente, con l'aumentare del numero di migranti diretti verso le frontiere europee, anche altri paesi situati più a Nord dell'Europa si sono sentiti coinvolti. L'addensamento eccessivo di migranti in pochi paesi comporterebbe anzitutto sovraffollamento, dunque il Paese in questione non avrà sufficienti risorse e posti per ospitare le numerose persone; in secondo luogo, i processi di integrazione dell'individuo rallenteranno, in seguito ad un eccessivo ritardo della presentazione delle domande, sfociando quindi in richieste d'asilo mai prese in considerazione. Rispettando quindi il regolamento del Trattato di Berlino non si riuscirebbe a garantire una protezione equa ed efficiente per i migranti.

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  16. Fino a qualche settimana fa sembrava che il problema immigrazione riguardasse solo l'Italia e la Grecia. Difatti la maggior parte degli Stati membri dell'Unione Europea difendevano il regolamento di Dublino che prevede sia il Paese di primo sbarco a prendersi carico dei profughi, in quanto, richiedenti asilo, hanno diritto di rimanere nel Paese di arrivo anche se non hanno regolari documenti di ingresso. Da quando il Premier tedesco Angela Merkel ha deciso di accogliere 800mila rifugiati, la questione preoccupa oltre la Germania anche altri Paesi UE. Si rende quindi necessario rivedere il regolamento di Dublino al fine di ridistribuire in maniera omogenea in tutta Europa i richiedenti asilo.
    Il vertice di Bruxelles, riunitosi il 15 ottobre scorso, ha affrontato oltre alla ridistribuzione dei migranti altri due temi: quello dei centri di accoglienza e quello del rafforzamento delle frontiere estere dell'UE. Queste sono delle priorità strategiche: secondo me occorre al più presto occuparsi anche di intensificare la lotta contro i trafficanti, prevenire i flussi migratori illegali, cooperare con i Paesi terzi.

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  17. Partirei facendo appello ad una frase un pò scontata ma che, a mio parere, calza a pennello con questa e con molte altre situazioni attuali: qualcuno deve fare qualcosa. No, nessuno vuole far saltare in aria barconi pieni di civli sulle coste, qui si parla di contenere, di limitare i danni. I dati parlano chiaro: più di cinquecentomila richieste d'asilo in europa. Prendendo in mano i dati che ci arrivano, la domanda che mi faccio, personalmente è se forse non sarebbe meglio risolvere il problema dal punto di partenza. Non sarà facile, ci sono sicuramente cose che io non so, ma almeno provarci. Se quattro milioni di persone sono fuggite dalla Siria, non sarebbe meglio risolvere il problema direttamente li? Non saprei dire come (se fosse il contrario a quest'ora starei esponendo le mie ragione al parlamento europeo), ma io sono sicuro che molti europarlamentari abbiano il medesimo dubbio e che possano farsi in quattro per giungere ad una conclusione.non so quanto possa giovare la nascita di una nuova forza armata dedita al controllo delle frontiere; credo che in questo momento sia necessario intervenire drasticamente. La situazione sta precipitando e finchè solamente due stati dell'UE se ne rendono conto, la voce è ancora bassa. MA quando sono in tanti a risentire di questa situazione sulla propria pelle, allora si che c'è bisogno di apportare cambiamenti ad un trattato che sta creando unicamente disagi. Ribadisco fermamente che la situazione, a mio parere, non si può risolvere se non cercando di far tornare questi disperati, che sicuramente starebbero meglio a casa loro, in un luogo idoneo in cui trascorrere un esistenza tranquilla. E non sarebbero necessarie ulteriori protezioni alle frontiere.

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  18. Alessandro Bocca
    Fino a non molto tempo fa solo il nostro Paese, insime con quello greco, richedeva un'importante modifica al trattato di Dublino. Accordo che da la possibilità all'emigrato di richiedere asilo solo nel primo paese europeo in cui ha messo piede. Adesso la situazione sembra essere cambiata, all'appello italo-graco si unisco anche alti stati come la Croazia e l'Ungheria. Questo perchè mentre prima l'unica via percorsa dai profughi era quella marittima, adesso, forse dopo le continue tragedie, anche gli sati agli altri confini devono far frote all'emergenza immigrazione. Inoltre agli stati "centrali" (es. Germania) non conviene avere dei paesi confinanti poveri o comuqnue in seria difficoltà, non per etica o perchè è bello aiutarsi a vicenda sempre e comunque, sia loro che noi lo abbiamo dimostrato, ma perchè nel mercato europeo attuale agli stati "centrali" conviene avere dei paesi vicini pieni di compratori, e questo numero di certo diminuisce se l'intero Stato non riesce a gestire il fenomeno migranti.

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  19. Italia e Grecia posizionate geograficamente in modo strategico sono i primi Paesi dove i profughi provenienti dall'Africa trovano asilo. Nell'estate appena trascorsa abbiamo assistito ad una migrazione talmente prepotente da far muovere finalmente anche gli altri paesi dell'Europa. Il trattato di Dublino non puo' più' essere attuato, i presupposti sono andati in fumo. La Germania, da sempre poco presente, si e' finalmente attivata al fine di aiutare le migliaia di persone che sono arrivate dalla Siria invadendo tutto il sud dell'Europa. Finalmente non siamo più' soli e tutto il mondo ha assistito alla tragedia della popolazione Siriana.
    Persino il Papa ha dato disposizione che la Chiesa si renda parte attiva nell'aiuto alle popolazioni.
    Personalmente credo che i problemi andrebbero risolti nei paesi d'origine cercando di trovare un modo per fermare i migranti alla partenza.
    C'e' pero', dietro tutto questo, molta gente che approfitta della povertà' e della fame di alcuni popoli sfruttandoli, sino a renderli schiavi. Per me sono queste persone che devono essere fermate. Nei paesi invece dove la guerra distrugge ogni cosa, le persone vanno aiutate e sistemate in modo che possano ricostruirsi una vita ed un futuro.
    Lo Stato Italiano deve essere più' organizzato e cercare di gestire il fenomeno dell'immigrazione in modo più' chiaro e trasparente perché' i migranti rinchiusi nei centri di accoglienza diventano come dei carcerati senza via di uscita per molto tempo, e questo non e' giusto.
    Le persone che scappano dal proprio paese per fame hanno diritto di trovare un paese che li accolga e che possa dar loro un lavoro; se pero' il lavoro non c'e' nemmeno per i cittadini normali, non e' possibile creare situazioni di sfruttamento come molte volte avviene anche nel nostro Paese reputato "civile".

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  20. A partire da inizio anno, si sono registrati in Unione Europea circa 340mila ingressi irregolari e un aumento del 175% di migranti giunti sulle coste europee, senza dimenticare che al contempo c’è chi è riuscito a entrare in Europa, ma anche chi in quel mare ha perso la vita, durante gli interminabili viaggi gestiti dai trafficanti di esseri umani. Bisogna ricordare che la Germania il 25 agosto ha aperto le porte ai profughi siriani, proponendo la revisione del trattato di Dublino, ma al contrario l’Ungheria ha iniziato a realizzare muri di filo spinato al confine con la Serbia, mentre per quanto riguarda l’Italia, il ministro Gentiloni, aveva suggerito una riforma sull’immigrazione affiancandosi all’idea della Germania.
    È necessario riformare le politiche europee sulle richieste di asilo in modo unitario, secondo principi di solidarietà, mettendo al centro il valore dell’umanità; è questa l’idea tedesca, in cui si propongono politiche comuni per la gestione degli immigrati, dalla loro accoglienza e registrazione, nonché la creazione di solidarietà tra i paesi in maggiore difficoltà – come Grecia e Italia, principali luoghi di sbarco dei migranti – ma anche la ridistribuzione dei rifugiati in modo proporzionale nei vari Paesi, rispetto alla popolazione. Se fino a qualche mese fa solo Italia e Grecia erano interessate alla revisione del trattato di Dublino, ora anche gli altri paesi iniziano a mostrare il loro consenso, questo perché se inizialmente i migranti raggiungevano le coste italiane e greche viste come dei “paradisi terrestri”, negli ultimi periodi queste persone tendono a superare questi confini spingendosi anche negli altri paesi europei, che probabilmente in questo momento dispongono di risorse maggiori rispetto a Italia e Grecia, due paesi gravati da crisi economica. Essendo questi paesi europei nuove mete per gli immigrati, si è mossa in loro la necessità di voler rivedere il trattato al fine di tutelarsi dal punto di vista economico e sociale in modo da garantire una specifica regolamentazione sul piano migranti e allo stesso tempo creare una situazione di sicurezza all’interno del paese.

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  21. Irene Pira
    Beda Romano, negli articoli che abbiamo letto, indica che in tre settimane la politica dei Ventotto Paesi aderenti alla UE è cambiata in fatto di immigrazione. Prima si difendeva il trattato di Dublino che prevedeva che i rifugiati chiedessero il diritto di asilo nel paese di primo arrivo. Dopo le immagini nei telegiornali che tutti abbiamo potuto vedere e che mostravano una folla di disperati che tentavano in tutti i modi di entrare nei paesi europei, sia via mare sia via terra, la situazione è cambiata: ora si pensa di rivedere il trattato in modo che i rifugiati possano essere riconosciuti e distribuiti in paesi diversi, e non solo in quelli di arrivo.
    Dapprima il “problema” dei migranti sembrava confinato solo alla Grecia e all’Italia, ora è evidente che non è più così. Anche la “locomotiva” economica dell’Europa è in difficoltà perché il numero delle persone che vorrebbero vivere nella ricca Germania è enorme. La cancelliera Merkel probabilmente cerca di guardare un po’ più lontano e prova a indicare una via di soluzione politica: i migranti non potranno tutti arrivare in Germania e bisognerà pensare a distribuirli in altri paesi come quelli del nord Europa.
    Chissà se questa grave situazione permetterà di riflettere sull’immigrazione in modo un po’ diverso. In molti paesi europei, primo fra tutti l’Italia, la popolazione sta velocemente invecchiando; gli Italiani fanno sempre meno figli e il saldo demografico è negativo. Dobbiamo ormai pensare che molti Italiani già oggi si chiamano Daisy, Ivan, Osmany, Andrew, Fiona ed ho fatto riferimento soltanto a campioni nello sport. Molti “stranieri” diventeranno in futuro abitanti di paesi europei, qui lavoreranno, pagheranno le tasse e formeranno la loro famiglia.

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