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martedì 27 ottobre 2015


EXPO DOPO EXPO


per la classe 2^ LINGUISTICO

"Il Corriere della Sera" -giovedì 22 ottobre 2015 - Nella cittadella di Expo un polo innovativo per la bioagricoltura, pag. 31 

DA CERCARE E SAPERE:
Il "Corriere" ha lanciato una "sfida di idee" tra i lettori per capire come immaginano la seconda vita dei 110 ettari del sito che ha ospitato l'Expo. La lettera pubblicata è una proposta.
Prova ad analizzarla. Applicando la regola delle 5 W del giornalismo anglosassone, rispondi alle cinque domande: Who? What? When? Where? Why?

Vocaboli da cercare: biologico, biodinamico, biodiversità, hub per l'innovazione

L'OPINIONE
"Nutrire il pianeta, Energia per la Vita" è stato il tema dell'Expo. Visitando il sito espositivo, quali impressioni ne hai ricavato? Ti pare che l'Expo abbia centrato il suo obiettivo? La visita ti ha suscitato entusiasmo o perplessità?

8 commenti:

  1. Expo aveva un obiettivo:nutrire il pianeta.
    A questo proposito, il Corriere Della Sera ha lanciato ai lettori alcune sfide; una di queste è la miglioria del settore agricolo con macchine moderne e non inquinanti (nonchè la proposta per farla diventare un hub innovativo).
    Si pensa di creare in Expo una cittadella dell'innovazione; durante la mia visita ho potuto notarlo dal punto di vista non solo strutturale e fisico (ad un primo sguardo si può vedere l'esposizione come una specie di città futuristica dalle strutture architettoniche insolite) ma ogni padiglione ha saputo dare e mostrare quello che aveva con l'intento di valorizzarle ed esprimere uno sguardo al futuro.
    Expo è riuscito nel suo intento, secondo me (oltre ad averci guadagnato economicamente), e mi ha fatto riflettere dal punto di vista umano: l'Italia no è sola, ci sono altri paesi più ricchi che non hanno difficoltà ad andare avanti, e altri che lavorano sodo tutto il giorno per ricevere niente e magari si addormentano senza sapere se dormiranno ancora; e questo messaggio deve arrivare anche agli altri.

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  2. Expo si è ormai concluso, lasciando molti ettari di terreno e molte strutture inutilizzate; è iniziata quindi la ricerca di un modo per sfruttarli.
    L'idea che propone la lettera pubblicata su "Il corriere della sera" è di usare quegli spazi per dare vita a servizi, studi e formazione per l'agricoltura biologica.Creare quindi centri di ricerca, strutture universitarie e scuole di formazione su quelle stesse tematiche cui era dedicato Expo. L' obiettivo di questa iniziativa è quello di far nascere una vera e propria istituzione vocata alla bio-agricoltura, che sia abbastanza forte da supportare un settore in cui l'Italia è leader, ma in cui ancora non ne esiste ancora alcuna.
    Di idee ce ne sono e ce ne saranno molte; questa in particolare mi sembra un' ottima idea perché in primo luogo continua quello che era lo scopo dell'Expo: informare e sensibilizzare le persone sulla buona alimentazione, sulla necessità di usare risorse pulite per "curare" il nostro pianeta. In secondo luogo perché sono tematiche molto importanti, su cui sarebbe bene concentrarsi e su cui anche l'Italia potrebbe dare il suo contributo, adesso che i problemi di inquinamento, cambiamenti climatici e sovra-sfruttamento delle risorse sembrano crescere esponenzialmente.
    Per quel che riguarda l'Expo in se, avendolo visitato in prima persona, penso che sia sicuramente riuscito nell'intento di far conoscere le diverse culture del mondo ai visitatori, che potevano respirare una coinvolgente atmosfera multiculturale.
    La mia critica va però a quella che era la sua tematica principale. Non sento personalmente di aver imparato molto sull'alimentazione. Secondo me potevano dare maggiore risalto alla cultura alimentare dei diversi Paesi.
    Expo è stata comunque una bella esperienza che mi ha arricchito, ma senza entusiasmarmi molto su queste tematiche.

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  3. Ed ecco arrivati alla chiusura dei cancelli di Expo. Fa quasi impressione vederlo vuoto dalle foto dei giornali, ma dobbiamo anche ammettere che ci siamo stupiti alla costante presenza di visitatori durante i sei mesi.
    E ora che ne sarà? Dove andranno a finire tuti i padiglioni? E a cosa sarà dedicata quell'area?
    Le idee sono tante, ma come ci dice Giuseppe Sala (commissario dell'Expo) prima aspettiamo che l'area venga completamente sgombrata, dopodiché si vedrà. Infatti dal 2 novembre inizieranno le fasi di smontaggio dei padiglioni i quali saranno trasferiti nei paesi d'origine come simbolo di partecipazione all'esposizione universale tranne l'Albero della Vita, la Cascina Triulza, il Padiglione Zero e il Palazzo Italia.
    Sembra che la più probabile destinazione dell'area Expo sia quella di costruire una cittadella universitaria che diventi un polo innovativo per la bioagricoltura, soprattutto perché al nostro paese manca un parco scientifico che faccia da propulsore al sistema agricolo italiano.
    Riguardo la mia partecipazione a Expo posso confessare che nonostante ci sia stata due volte mi è sembrato più una rassegna alimentare dei vari paesi partecipanti dalla quale non ho colto il messaggio principale dell'Expo, " nutrire il pianeta, energia per la vita". Quindi ritengo utile la realizzazione della cittadella universitaria la quale si avvicina di più alla tematica dell'esposizione anche perché la sfida del futuro sarà quella di nutrire un numero sempre maggiore di persone che popoleranno la Terra e ci sarà quindi bisogno di utilizzare sistemi di produzione agricola innovativi diversi da quelli attuali.
    Ritengo comunque che l'Expo sia stato un utilissimo strumento per affrontare un dibattito che sarà fondamentale negli anni a venire per l'uomo.

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  4. Expo ha ormai chiuso i battenti lasciando oppure no impresso nella mente di tutti coloro che l'hanno visitato un messaggio, o almeno è il fine ultimo che avrebbe dovuto raggiungere. Ora, vedendo l'area dov'era collocato si apre un dibattito: cosa farne degli ormai luoghi deserti di expo? L'opzione presa maggiormente in considerazione è quella di creare un'area dedicata ai servizi e agli studi per l'agricoltura biologica e la biodinamica. L'Italia vuole fare in modo di diventare, quindi, il punto di riferimento per le nuove tenconologie dell'ambiente e per l'innovazione agraria e industriale, questo sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Ed è per questo che nasce l'idea di creare una cittadella universitaria, dalla necessità di avere un'istituzione vocata alla bioagricoltura.
    Riguardo all'Expo, come ho detto all'inizio lo scopo dell'esposizione sarebbe dovuto essere informare la popolazione del mondo sui problemi legati all'alimentazione e alla biodiversità. A mio parere non l'ha centrato in pieno. Vista coi miei occhi è sembrata quasi solo un'esposizione dell'arte culinaria del mondo, a eccezione di alcuni spazi, e non un confronto tra migliaia punti di vista sul tema dell'Expo, ovvero "Nutrire il Pianeta, Energia per la vita."

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  5. Nonostante Expo si sia concluso, il suo obiettivo principale, nutrire il pianeta, è ancora e sarà per molti anni di grande attualità. Il Corriere della Sera è stato tra i primi quotidiani ad aprire un dibattito riguardo l’importanza della bioagricoltura e la possibilità di aumentarne l’utilizzo. In particolare, suggerisce diversi modi alternativi di utilizzare i terreni rimasti inattivi durante l’esposizione universale. Uno di questi è costruire in Expo una cittadella innovativa, caratterizzata da infrastrutture e macchine agricole alternative, non inquinanti e adatte alla pratica della bioagricoltura. L’Italia è già leader in questo campo e ha tutte le potenzialità per ritagliarsi in futuro un ruolo sempre più importante come sede d’innovazione nel settore primario. La bioagricoltura ha come obiettivo principale quello di trovare nuove strade agricole e sostenibili dal punto di vista ambientale per trovare risposte ai problemi maggiori del pianeta. Per la realizzazione di tutto ciò, è necessaria un’ampia ricerca nell’ambito energetico e della tecnologia. Lo scopo è trovare i modi migliori di utilizzare le energie rinnovabili per non inquinare il territorio agricolo. Oltre a questo, non è da sottovalutare lo studio avviato da numerosi scienziati per aumentare il valore nutrizionale, le rese e la durata degli alimenti.
    Expo ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo e, nonostante sia terminato, i suoi effetti continuano a risuonare nella nostra società. Non tutte le opere costruite per l’esposizione universale verranno smantellate, come ad esempio l’albero della vita che, come la Tour Eiffel nel 1889 per l’esposizione di Parigi, rimarrà il simbolo a Milano dell’Expo 2015. Tutti i paesi del mondo e non solo l’Italia, sono spinti a trovare nuove soluzioni per combattere la povertà e la fame mondiale. Durante la visita all’Expo, ho provato un enorme stupore, non solo per la grandezza delle strutture ma soprattutto per la nobiltà degli scopi che l’esposizione universale ha cercato in tutti i modi di raggiungere. È vero, non sempre Expo è riuscito a trasmettere tutti i potenziali insegnamenti che racchiudeva al suo interno ma uno mi ha colpito più di tutti: Insieme possiamo farcela.

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  6. Riuscirà l'Italia a dare una seconda vita ai 110 ettari del sito che ha ospitato l'Expo?
    Questa è la domanda che è stata posta ai lettori del noto giornale "Il Corriere della Sera". In questa "sfida di idee" risalta la proposta dell'Associazione per l'agricoltura biologica e biodinamica. Si pensa di usare quegli ettari per dare vita a servizi, studi e formazione per l'agricoltura biologica. Creare quindi centri di ricerca, strutture universitarie e scuole di formazione che trasformino il luogo in un parco scientifico che faccia da propulsore per il paese. Quando si parla di cibo non si può non pensare all'Italia sia per la sua cultura e tradizione che per la sua biodiversità e per i primati qualitativi in agricoltura in termini di sostenibilità e produttività; tutto ciò ha reso il nostro paese leader del settore nonostante il grave ritardo accademico e istituzionale. Tra tutte le idee proposte, in questa si trova la continuazione del pensiero di Expo cioè "Nutrire il pianeta, Energia per la vita". Personalmente visitando il sito dell'Expo sono rimasta colpita dalla bellezza dei vari padiglioni, ognuno ricco di storia e cultura del proprio paese, ma questo ha nascosto il pensiero di far vedere al visitatore come si può nutrire il pianeta per dare una nuova energia. Spero dunque che il suolo dell'Expo non venga sprecato e che anzi sia lo strumento d'inizio per affrontare un vero dibattito su una tematica importante non ancora scoperta pienamente dall'uomo.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. E adesso? questa è una delle principali domande che tutti gli Italiani, a partire dai cittadini fino ad arrivare ai grandi vertici del nostro governo, si pongono. Ebbene, cosa saremo capaci di fare con questi 110 ettari di terreno che hanno ospitato per sei mesi L'EXPO 2015? Ma prima di tutto ciò, che cos'è stato L'EXPO 2015 per noi compaesani e per i turisti?
    Questa esposizione universale aveva, ha ed avrà per gli anni futuri un grande obiettivo: "NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA", ma siamo davvero riusciti a colpire il bersaglio rivoluzionando l'agricoltura mondiale e stravolgendo le diversità agricole nel mondo? il giornale "Corriere della Sera" propone ai suoi lettori alcuni spunti ed esempi sul futuro dello "scheletro di EXPO 2015". La miglior proposta è quella di convertirlo in un centro di studi universitari sulla biodiversità e sullo sviluppo dell'agricoltura nel nostro paese e all'estero, sfruttando i prodotti della terra locali e sfruttando il potenziale del suolo terrestre, tanto ricco quanto limitato.
    Per la mia personale esperienza, non trovo che questo EXPO sia stato in grado di soddisfare le aspettative umanistiche prefissate e che non sia riuscito a pieno nel suo obiettivo. Ritengo che abbia sensibilizzato molto l'opinione pubblica nei confronti dello spreco del cibo e che abbia fatto riflettere sulle mancanze e i sottosviluppi di alcuni territori, ma credo che il buon cibo, le luci, i colori dei padiglioni e la bellezza dei padiglioni stessi abbiano distratto lo sguardo dello spettatore, colpendo lo sguardo del turista ma non il suo cuore.
    Spero che il progetto iniziato con EXPO 2015 continuando nel tempo possa dare i suoi frutti e migliorare questo pianeta dove viviamo, ma sono convinta che l'uomo per quanto possa cercare di cambiare le sue origini, rimarrà sempre egoista nei confronti della "sua Terra" e intollerante verso chi non possiede e/o non condivide la sua ricchezza.

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