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venerdì 6 marzo 2015

8 MARZO E PARI OPPORTUNITA'

classe 3^e 4^ per giovedì 12 

giornali del 5 marzo
Il Corriere della Sera - articoli di Profeta e Querzè, pagg. 1-28-29

DA CERCARE /SAPERE:
- cos'è il superminimo nello stipendio ?
- cosa sono le quote rosa?
- in quali campi uomini e donne in Italia hanno diverse opportunità? (quest'ultima informazione è ricavabile dalla lettura degli articoli)

L'OPINIONE
Siete favorevoli alle quote rosa imposte per legge in politica e nei cda delle grandi società? Perchè?
Cosa proponete per incrementare le opportunità di parità di genere nella dimensione economica?

8 commenti:

  1. Buon pomeriggio, personalmente sono favorevole alle quote rosa in politica e nei consigli di amministrazione delle grandi aziende, perché ritengo che le donne siano una componente fondamentale all' interno della politica, in quanto possono contribuire a prendere delle decisioni per il nostro paese, costituiscono la parte sentimentale della società, esse sanno ciò che bene da ciò che è male per il loro naturale intuito femminile, sono impulsive quando serve, ma nel contempo sanno anche ragionare e meditare per molto tempo su una scelta, valutando sapientemente i pro e i contro. Nei consigli di amministrazione potrebbero essere delle ottime mediatrici, esse con la loro abilità di parola, potrebbero trovare le giuste soluzioni per risolvere i problemi legati alla gestione di una grande impresa.Per aumentare la parità di genere nel nostro paese, potenzierei i consultori sul territorio, a cui tutte le donne si possono rivolgere nel caso in cui si sentano discriminate sul posto di lavoro, questi consultori dovrebbero denunciare, poiché è un reato, ogni discriminazione a loro presentata e dovrebbero aiutare le donne a non sentirsi più sole in ambito lavorativo in caso di discriminazione economica o in caso di qualsiasi altra discriminazione, inoltre bisognerebbe dare degli incentivi economici a tutti gli imprenditori che assumono a tempo indeterminato donne giovani, questo incentivo economico potrebbe essere ad esempio uno sgravio fiscale, inoltre si dovrebbe potenziare la maternità, a seconda delle esigenze della donna e sotto il parere di un medico, senza modificare lo stipendio alle donne, che corrisponde all' 80 per cento della retribuzione netta, inoltre bisognerebbe dare più sussidi alle neo mamme in base al reddito e al numero dei figli fino ai 6 anni per far fronte alle spese della prima infanzia, va ricordato però che il governo ha già fatto dei passi in questa direzione grazie al bonus bebè.

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  2. Le quote rosa consistono in alcune norme volte a tutelare la parità di genere all’interno dei consigli di amministrazione di grandi aziende e campo politico.
    In Italia, grazie alla legge 215/2012, la politica è sicuramente il settore in cui si è registrato il maggior numero di candidature femminili, e ciò è stato incentivato anche dalla dimostrazione del Governo Renzi di voler applicare le quote rosa, avendo al suo attivo il 50% di ministri donne.
    Io credo che la legge varata in tutela delle donne e del loro impiego in politica e nelle aziende, sia assolutamente giusta.
    Per quanto riguarda la politica, penso che l’applicazione delle quote rosa impedisca che la politica diventi un settore esclusivamente maschile, penalizzando una parte fondamentale della società, quella femminile, che oggi può avere finalmente un’adeguata rappresentanza in Parlamento.
    Le quote rosa dovrebbero essere applicate anche nelle grandi aziende quotate in borsa, all’interno dei consigli di amministrazione ma, purtroppo, in questo settore, siamo ancora lontani dalla parità di genere.
    In campo economico, l’Italia si colloca al 114esimo posto e ciò mi fa pensare che la strada per l’accesso delle donne nel mondo del lavoro, negli organi decisionali e di rappresentanza delle grandi società, sia ancora lunga.
    Questa statistica dimostra che in Italia i poteri decisionali all’interno dei cda siano ancora in mano agli uomini, e credo che ciò sia legato a retaggi socio-culturali che associano il potere all’universo maschile.
    Dovremmo quindi abbattere quelle convinzioni culturali radicate nelle nostra società che ci inducono ad esempio a pensare che la donna non possa conciliare la carriera con la famiglia. E purtroppo, spesso, una donna con capacità e preparazione superiore alla media, viene scavalcata da un uomo meno qualificato.
    Le giovani generazioni di oggi presentano un’alta percentuale di donne con un’elevata cultura e un’ottima preparazione e credo fermamente che queste donne debbano avere le stesse possibilità degli uomini di ricoprire grandi incarichi in campo economico e nella ricerca.

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  3. Sono favorevole alle quote rosa in quanto penso che sia utile che le donne contribuiscano nelle decisioni importanti sotto tutti i punti di vista.
    Al giorno d'oggi secondo me esiste ancora una discriminazione nei confronti delle donne, è rimasta l'idea del ruolo della donna in società e se non sbaglio non è da tanto tempo che le donne hanno certe possibilità e certi diritti.
    le donne hanno caratteristiche utili, sono diversi dall'uomo e per questo sono favorevole a queste quote.

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  4. Personalmente sono completamente favorevole all'introduzione delle quote rosa imposte per legge in politica, perché è impensabile che ancora oggi, in una società sviluppata e che dovrebbe essere ormai superiore alle discriminazioni tra uomini e donne che vi sia ancora un così accesso divario tra i due sessi, che gli stipendi maschili siano più elevati e che molte donne siano più toccate dalla disoccupazione e frenate nel campo economico o nella carriera.
    Ritengo importante il ruolo delle donne in politica e anche in campo economica, non solo per una questione di parità di diritti, ma anche perché sono in grado di prendere importanti decisioni, anche in maniera più sensibile è ragionevole rispetto agli uomini.
    Per incrementare il lavoro femminile in campo economico proporrei di introdurre quote rose anche qui e decisamente importante cercare di abbattere i pregiudizi che molte persone hanno sul fatto che le donne non siano in grado di conciliare lavoro e famiglia e cominciare ad assumerle di più, chiedendo maggiori diritti anche attraverso manifestazioni o introduzioni di nuove leggi a favore.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Considerando il fatto che a tutt'oggi ci sono ancora stereotipi di genere, per incrementare la presenza femminile nel mondo economico, inizierei da una maggiore assunzione delle donne, che non sono molte nel mondo del lavoro, come con le cosidette "Quote Rosa" che hanno permesso di passare da una percentuale del 6% di donne presenti nei CDA e in Parlamento a una percentuale del 23% a cui sono favorevole in quanto le donne si possono vedere riconosciuti diritti che per anni hanno cercato di ottenere; un'equità nel reddito e per ultimo dove le donne sono presenti nell'attivita lavorativa a pari dell'uomo, si vengono a creare delle attività produttive per tutto il paese in quanto favoriscono lo sviluppo grazie alle innovazioni portate da queste menti.

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  7. L'occupazione femminile italiana,in Europa, è al terz'ultimo posto,seguita solo da Grecia e Malta..
    Nei Consigli di Amministrazione delle aziende c'è stato sì un passo avanti,dopo la legge Golfo/Mosca del 2011. Dal 6% siamo passati al 23% di partecipazione femminile,ma in fatto di retribuzione c'è un divario di ben 450 euro fra uomo e donna!!!
    Queste sarebbero le "pari opportunità"??? Mi sembra abbastanza offensivo usare una frase del genere...
    Solo le piccole imprese adottano un adeguamento tra le buste paga di uomini e donne:ma solo perchè gli stipendi sono livellati sul minimo tabellare. E non parliamo delle difficoltà di trovarlo,il lavoro...che,da sempre,colpisce di più il mondo femminile,perchè purtroppo sono ancora tanti i datori di lavoro che preferiscono assumere un uomo,per mettersi al riparo di assenze prolungate come la maternità,da retribuire...
    Si sente poi parlare sempre più spesso di "Quote rosa"
    Le quote cosiddette "rosa" (perchè solo in Italia si chiamano così…negli altri paesi sono chiamate "quote di genere") sono delle regole legali (costituzionali o legislative) o delle disposizioni interne agli statuti dei partiti, che fissano un minimo di donne o una proporzione da rispettare per entrambi i sessi nel momento in cui vengono costituite le liste elettorali.
    Sebbene molto discusse, le quote stanno venendo introdotte in un numero crescente di paesi in tutto il mondo. Più di 30 paesi hanno introdotto quote di genere per le elezioni nazionali, modificando la propria costituzione o la propria legge elettorale. In più di 50 paesi le quote sono invece inserite solo negli statuti dei partiti, spesso chiedendo che almeno il 30% dei candidati siano donne.
    A quanto pare sono stabilite per legge le "quote rosa" che mirerebbero a garantire la rappresentanza femminile negli organi politici e nelle amministrazioni pubbliche e private. Personalmente sono contraria sia alla dicitura "quote rosa" che al significato ad esso collegato.
    I CDA delle amministrazioni pubbliche e private, gli organi politici ecc., solo in quanto obbligati dalla legge, aprono le porte alle donne non per la loro effettiva capacità ma perché, come animali in via d'estinzione, hanno diritto a una quota preferenziale.!! Tutte le cittadine e i cittadini devono essere ugualmente ammessi a tutte le cariche, a tutti i posti e gli impieghi pubblici, secondo le loro capacità, senza altre distinzioni all'infuori delle loro capacità.!!!

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  8. Il Governo ed il Parlamento sul tema delle "quote rosa" e delle "pari opportunità", con una grande apertura ha deliberato da tempo, creando un ministero ad ok chiamato Ministero delle pari opportunità. L'Italia, grazie alle "quote rosa", è riuscita a passare dal 6% al 23% di presenza femminile nei Cda e nei collegi sindacali. Ci sono donne in posizione di prestigio in Rai, Eni, Federmeccanica, nei ministeri, presidenza di regioni e sindaci, ma forse quello che ancora manca sono i posti di corollario cioè la mancanza di supporto femminile a queste donne con compiti dirigenziali. La politica, grazie anche alla nuova legge elettorale, è comunque il settore che ha registrato i maggiori progressi nella parità uomo-donna, culminata nella sostanziale parità nel Governo Renzi, che vede il 50% dei ministri donna, portando l'Italia dal settantunesimo al trentasettesimo posto su 142 paesi, secondo la classifica del Word Economic Forum.
    Nella dimensione economica, purtroppo, l'Italia è ancora molto indietro, ha addirittura perso posizioni passando dalla 100esima alla 114esima posizione nell'ultimo anno. All'interno di un circuito operativo si predilige ancora l'uomo, sia per la sua prestanza fisica più adatta allo sforzo sia e soprattutto per il non avere la maternità. Credo che siano proprio questi due motivi fondamentali, che non hanno mai permesso una parità uomo-donna, a meno di non essere in un ambiente di puro lavoro femminile. Il Governo ha previsto nei nuovi contratti di lavoro, forme di aiuto al settore femminile ma solo per la maternità, dove le donne possono lavorare ed i mariti possono rilevare lo stato di assistenza. Come sostiene la professoressa Paola Profeta dell'Università Bocconi di Milano, manca il Tax Credit, credito di imposta per le donne lavoratrici e l'integrazione pubblico privato nell'offerta di servizi per la prima infanzia, ma soprattutto la flessibilità degli orari e dei posti di lavoro. Grazie alla tecnologia questa flessibilità, chiamata Smart-Working, potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro. Un disegno di legge è stato depositato l'anno scorso, speriamo che non resti solo un'idea ma che possa essere valutata come strumento per iniziare un nuovo modo per ripartire.

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