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sabato 12 dicembre 2015

FALLIMENTI BANCARI: CHI CI RIMETTE?

per la classe 3^ e  5^ LES

giovedì 10 dicembre:
Il Corriere della Sera: N. Saldutti pag.1-30 +F. Manacorda e D. Manca pag. 13+ articoli a pag. 12.
La Stampa: F. Manacorda pag.1-21 + Bottero e Maesano pag. 1-9 
Il Sole 24 Ore: R. Bocciarelli, articoli a pag. 7

per saperne di più potete ascoltare il programma radio "Bianco e Nero":
http://www.biancoeneroradio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-dd37f525-2df6-40b7-8518-ec9e19dd6dbd.html 

DA CAPIRE/SAPERE (i concetti sono in linea di massima spiegati sui tre quotidiani)
1)  Nozioni:
- differenza tra azioni/obbligazioni e obbligazioni subordinate
- cos'è il bail in
- cosa sono gli aiuti di Stato
- quali motivi portano una banca al default ("fallimento")?
- quando un'impresa fallisce, chi ci rimette per primo ? (in che ordine?)
- fino a che cifra sono garantiti i depositi sui conti bancari?
-.perchè in Europa sono vietati gli aiuti di Stato?
2) La vicenda:
- nel caso del default di queste quattro banche, chi ci rimette?
- da dove provengono i soldi che servono per salvare queste banche?
- perchè la vicenda viene trattata diversamente da un normale fallimento di un'impresa?
- perchè alcuni risparmiatori potrebbero fare ricorso al giudice?

L'OPINIONE
Se foste voi al governo o al parlamento europeo cosa proporreste? Usereste i soldi pubblici per rifondere gli obbligazionisti che hanno perso tutto? Perchè? Se la vostra  risposta è positiva, rifondereste tutti indifferentemente? Modifichereste le attuali regole di tutela del risparmio? Come?

12 commenti:

  1. Gli eventi degli scorsi giorni hanno fortemente destabilizzato l'opinione pubblica. Il default di 4 banche (Banca Marche Banca Etruria, CassaFerrara, CariChieti) ha provocato ingenti perdite che hanno colpito in maniera pesante gli investitori con maggiore rischio, causando anche eventi drammatici come il suicidio di un pensionato che aveva perso tutti i suoi risparmi. Il governo in questo caso ha scelto di salvaguardare i depositi ed i posti di lavoro a discapito di azionisti ed obbligazionisti subordinati. Questa scelta, nonostante abbia avuto conseguenze importanti e negative, presenta alcuni lati positivi in quanto si è scelto di salvaguardare i conti correnti delle famiglie ed i posti di lavoro degli impiegati, evitando così una ripercussione ancora più pesante sull'economia. Ciò nonostante, il grande problema che emerge è l'inadeguatezza delle autorità col compito di evitare simili situazioni, oltre che l'incapacità di amministrare le banche da parte degli amministratori. Pertanto è necessaria una radicale modifica del sistema di tutela del risparmio, in quanto un bail in potrebbe causare un riacutizzarsi della crisi economica. In casi di emergenza come questo, i fondi necessari a ripianare i debiti dovrebbero essere prelevati direttamente dagli investitori e dai clienti, così da non danneggiare tutta la collettività. Infine, dovrebbero essere riviste le norme sulla trasparenza, così da rendere più facile il controllo dei conti sia da parte dei clienti e degli investitori, sia da parte delle autorità ed evitare in questo modo altri scandali.

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  2. Buon pomeriggio, se fossi al governo utilizzerei i fondi pubblici per risanare gli obbligazionisti danneggiati dallo scandalo delle 4 banche. Tuttavia, è impossibile rimborsare tutti indistintamente, bisogna fare una selezione in base alle condizioni economiche del soggetto che ha prestato i soldi alle banche, se ha un reddito ISEE o una pensione bassa ha diritto al rimborso totale dei risparmi, man mano che il reddito cresce, l' entità del rimborso statale diminuisce, ciò è molto importante, in quanto va a tutelare chi non ha risorse economiche, tuttavia penalizza le persone più abbienti, le quali avevano investito i loro soldi, per tutelare il risparmio, tutavia si verifica un danno minore se vengono aiutate le persone meno ricche, rispetto alle persone più ricche, perché così l' impatto sociale di questa tragedia sarebbe ridotto, non annullato, ma ridotto. Bisognerebbe modificare le regole del risparmio, ad esempio bisognerebbe rendere più severi i controlli sulle banche, specie quelle piccole, per quanto riguarda gli investimenti, bisognerebbe che vi sia un' autorità addetta al controllo solo delle banche piccole, questa autorità deve dipendere dalla Banca di Italia e questa ultima deve punire ogni minimo comportamento scorretto, inoltre bisognerebbe impedire agli anziani, specialmente coloro che sono soli, di investire i propri risparmi in obbligazioni subordinate, poiché in caso di fallimento si ritroverebbero con poco denaro, ciò costituirebbe un peso per le casse dello stato, il quale dovrebbe mettere in atto delle politiche di assistenza al fine di sostenere gli anziani, i quali non possono contare sul' aiuto di nessun famigliare o parente, il risparmio dovrebbe servire a tutelare le persone, a proteggerle, non ad affossarle nel baratro della miseria a causa di raggiri o di scarsa educazione finanziaria, sarebbe bene avviare un processo di educazione finanziaria tramite programmi televisivi tenuti da esperti in materia, questi programmi dovrebbero aiutare i non addetti ai lavori ad orientarsi nel' intricato labirinto della finanza, al fine di intraprendere scelte consapevoli per evitare di essere raggirati e quindi di perdere tutto, questa è forse l' unica via, al di là delle manovre del governo, per evitare scandali nel mondo delle banche con le conseguenze sociali che ne derivano.

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  3. A fine novembre il Governo ha messo quattro banche in " liquidazione ordinaria", ossia sono stati azzerati i capitali azionari e obbligazionari subordinati per dei correntisti, per non farle chiudere. Chi investe in obbligazioni subordinate cerca rendimenti migliori che corrispondono a rischi più alti. Se la scelta è stata questa non bisogna restituire nulla, se la scelta è avvenuta per scarse o false informazioni, allora si tratta di reato. È noto che le banche, ogni mese, debbano piazzare una certa quantità o tipo di prodotti finanziari. Per questo la Banca d'Italia ha proposto che questi prodotti non possano più essere venduti e che venga vietata la vendita di obbligazioni proprie ai correntisti

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  4. Buonasera, se fossi al governo o al parlamento cercherei di risanare questo grave problema che sopratutto 4 banche stanno affrontando, ovvero Banca Marche, Etruria, Carichieti e Cassa Ferrara hanno subito un deficit. Questo fatto ha penalizzato in particolar modo gli obbligazionisti i quali sono presupposti a rischi molto alti. In questo caso sono andati perduti molti e soldi e per risanare tale debito utilizzerei un rafforzamento del capitale di rischio degli istituti, che consentirebbe alle banche di assicurare un sostegno finanziario. Non sono d'accordo invece nel dover utilizzare i soldi pubblici perchè per quanto mi riguarda l'obbligazionista è un lavoro molto delicato e deve mettere in preventivo che queste situazioni possano capitare. Lo Stato non dovrebbe rimborsare del tutto gli obbligazionisti ma per quanto mi riguarda ridare una piccola percentuale per poter rinvestire i soldi in obbligazioni. Utilizzare i soldi pubblici sarebbe un gesto scorretto di fronte a quelle persone, famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e che non hanno un lavoro. in quanto dovrebbero essere aiutate prima loro e poi eventualmente intervenire per risolvere questi problemi.


    Ruggieri Matteo

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  5. " I cittadini vanno considerati come adulti responsabili" come viene affermato da Francesco Manacorda ha totalmente ragione, ma come vengono considerati i cittadini responsabili anche le banche devono essere considerate in questo modo. Perché esse hanno la responsabilità di informare i cittadini di eventuali rischi che potrebbero andare incontro con un investimento, in quanto molte persone non conoscono bene il linguaggio finanziario. Perciò se fossi il Governo cambierei questa normativa, cioè le banche possono proporre l'investimento in queste obbligazioni subordinate a persone con una " storia finanziaria", rispetto a semplici cittadini come i pensionati. Trovandoci in questa situazione io risarcirei tutti gli obbligazionisti, senza fare differenze, perché molti di essi non sono riusciti in tempo a disinvestire, non erano a conoscenza di questo grande rischio e solo la minoranza ne era a conoscenza.

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  6. Il 22 novembre 2015 il Governo ha approvato il cosiddetto “salva banche”, un decreto con il quale sono state salvate dal fallimento quattro banche in grave difficoltà da qualche anno: Banca dell’Etruria, Banca Marche e le Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti.
    Il salvataggio è avvenuto in base alle disposizioni dell’Unione Europea, disposizioni pensate per salvaguardare i dipendenti e gran parte dei risparmiatori.
    Il decreto è stato applicato onde evitare il fallimento di tali banche, in quanto ciò avrebbe provocato ripercussioni gravi non solo per il sistema finanziario ma anche per i dipendenti ed i risparmiatori.
    Per effettuarne il salvataggio, si è utilizzato il bail in, un sistema che prevede di salvare una banca utilizzando i soldi degli investitori, anziché ricorrere a fondi statali. Per finanziare il salvataggio, le banche hanno fatto ricorso al “Fondo di risoluzione”, un fondo in cui tutte le banche del paese versano un contributo (una sorta di “assicurazione” delle banche) e il resto del denaro è stato recuperato azzerando il valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate.
    Quindi, coloro che avevano investito i propri risparmi nelle azioni della banca o nelle obbligazioni subordinate, hanno perso tutti i loro risparmi e ora accusano le banche di averli truffati.
    In passato, quando nel corso della crisi, molte banche si sono trovate in difficoltà, queste sono state aiutate ricorrendo a denaro pubblico, derivante dai contribuenti dei vari paesi europei.
    Esiste però una nuova direttiva dell’Unione Europea, la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) che introduce il bail in e stabilisce che d’ora in poi, le banche non dovranno più essere salvate con denaro pubblico, ma con il coinvolgimento degli investitori privati.
    Lo scopo della BRRD è quello di responsabilizzare gli investitori.
    Io personalmente non condivido questa nuova linea dell’Unione Europea. Io partirei innanzitutto incrementando i controlli della BCE e della Banca d’Italia sull’operatività e la trasparenza delle banche. Come è possibile che banche in gravi difficoltà finanziarie, propongano ai propri clienti di acquistare azioni e obbligazioni subordinate emanate da tali banche? Io credo che la maggioranza dei risparmiatori sia composta da persone non in grado di valutare i rischi degli investimenti e si affidano quindi a dei professionisti, i quali dovrebbero consigliarli con proposte di investimento sicure e trasparenti.
    Sono convinta che i risparmiatori siano stati ingannati e, proprio per questo motivo, non ritengo assolutamente giusto che siano i clienti a pagare il prezzo del salvataggio delle banche.
    Penso che da parte delle banche vi sia stato un comportamento poco onesto e corretto, e spero quindi che in futuro, le autorità competenti provvedano a vigilare con maggiore attenzione sull’operato delle banche.

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  7. Buonasera,dopo aver letto gli articoli riguardanti il fatto accaduto in questi giorni che ha visto protagoniste le 4 banche, mi sento di dire che sono pienamente a favore dei cittadini. Il governo per salvaguardare le banche ha attuato il provvedimento salva banche che ha risanato i debiti di queste ultime ma nello stesso tempo ha fatto perdere ingenti capitali agli azionisti e obbligazionisti. Se fossi nei panni del governo risarcirei tutti coloro che sono stati vittime degli avvenimenti accaduti negli ultimi giorni. Certo,le persone come si informano circa fatti quotidiani di qualunque tipo,dovrebbero informarsi anche su dove investono i loro soldi, e soprattutto dovrebbero stare attenti a non incorrere in fregature spesso generate dai consigli non proficui che spesso danno le persone addette a far investire soldi alla gente. Sono pienamente a favore con quello che è stato detto dai cittadini gli ultimi giorni,ma non solo ,anche ieri sera nel programma di Martedì su La7.
    Maria Cristina Nevi.

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  8. Buonasera, dopo essermi documentata sui fatti recentemente accaduti per quanto riguarda il default di quattro banche italiane (Banca Marche, Banca Etruria, CassaFerrara e CaraChieti), comprendo a pieno la situazione drammatica dei risparmiatori. Queste banche sono fallite inizialmente a causa di veri e propri errori ed in seguito di truffe volontarie commesse dagli azionisti e dai dirigenti delle stesse. Pertanto mi sembra scorretto aiutare coloro che hanno provocato il fallimento delle Banche. La soluzione più corretta sarebbe quella di dare il via a dei piani di aiuto per i cittadini truffati, cercando di risarcire il denaro che hanno perso per quanto possibile. Inoltre ritengo necessario processare coloro che hanno truffato volontariamente i risparmiatori in tribunale per restituire loro i danni morali oltre che economici .

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  9. Personalmente, credo che sia giusto fare entrambe le cose.
    Risarcire chi ha investito i propri risparmi di una vita e promulgare nuove leggi per tutelare i risparmiatori, dipendenti e il nome degli istituti bancari stessi

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  10. Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chiesti, queste le quattro banche salvate dal fallimento a discapito dei 130 mila obbligazionisti che in poco tempo hanno visto i loro risparmi andare in fumo. A molti di questi piccoli investitori sono stati venduti in modo fraudolento da parte di queste quattro banche le loro obbligazioni subordinate. Questi titoli sono ad alto rischio perché in caso di insolvenza da parte della banca l'obbligazionista rischia tutto il capitale investito. Penso che la Banca d'Italia e la Banca Europea dovrebbero vietare l'emissione di queste obbligazioni. Secondo il mio parere in caso di dissesto delle banche dovrebbero intervenire solo gli azionisti e non gli obbligazionisti visto che le azioni sono un investimento in capitale e quindi a rischio, mentre le obbligazioni rappresentano un prestito da parte dell'investitore. Inoltre credo che le autorità di controllo e quindi Banca d'Italia e Consob, a maggior tutela del risparmiatore, dovrebbero vigilare in maniera più incisiva sulle gestioni delle banche affinché non si verifichino più eventi simili.

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  11. La politica di BAIL OUT, che sarà presto sostituita da quella di BAIL IN, nel gennaio 2016, ha certamente assicurato in questi ultimi anni, di poter correre ai ripari, nel caso in cui una banca fosse in procinto di trovarsi in default; “ In Germania, per salvare le banche, si sono usate risorse pubbliche tra i 240 e i 270 miliardi”. Mantenere una politica di questo tipo significa che lo stato deve subentrare mettendo a disposizione i suoi introiti, ovvero le entrate statali, pagate dai contribuenti, ossia i cittadini. Ai quali vengono imposte tasse più alte al verificarsi di eventi che richiedono grandi contributi statali, ad esempio il fallimento di una banca.
    Perchè colmare un tasso di sofferenza alto, dato da una mala politica bancaria di fondo, con i soldi pubblici, contribuendo a ledere il principio della concorrenza?
    Usufruire dei soldi pubblici, in questi casi, non solo alimenta il dissenso dell'opinione pubblica per l'aumento della tassazione, ma permette alle banche di concedere un esagerato numero di prestiti con una bassa percentuale di garanzia, con la certezza che lo stato, come una crocerossina, correrà ad aiutarlo. Dunque sosterrei una politica di BAIL IN.
    I soldi pubblici possono essere concessi, secondo una procedura di analisi caso per caso, in modo da valutare la gravità della situazione, capillarmente; perchè lo stato nasce come un'entità politica che si impegna ad andare in contro ai cittadini, in particolare secondo la politica del Welfare State, che ci riguarda da vicino, dove un occhio di riguardo è rivolto ai soggetti deboli, truffabili e ricattabili.
    A seguito di casi di default come questo, è possibile rendersi conto delle mancanze che affliggono il sistema di tutela del risparmio, al quale si dovrebbero apportare alcune modifiche, ad esempio controlli maggiormente accurati, specifici e dettagliati delle procedure interne, l' instaurarsi di un limpido e stretto rapporto con il cliente, che deve essere adeguatamente informato sugli eventuali pro e contro dei suoi investimenti e provvedimenti bancari, attraverso semplici schemi esplicativi che riassumano gli attuali lunghi e complessi documenti ai quali si richiede il consenso nel poco tempo concesso.
    Insomma mirare a ottenere un rapporto di fiducia, non solo in linea teorica, come fino ad ora alcune banche hanno dimostrato, ma pratica.

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