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venerdì 4 aprile 2014

Svuotacarceri e reato di clandestinità

classi 3^-4^-5^ per martedì 8 aprile

giovedì 3 aprile:
Il Corriere della Sera - pag.23
Il Sole 24 ore - pag. 24 articoli di Nuti e Stasio
La Stampa - pag.8

ricordo innanzitutto che la prossima settimana non commenteremo i quotidiani in classe, per cui se avete dubbi o questioni dovete porle sul blog e che, come sempre, siete invitati a esprimere le vostre opinioni sul blog.

CAPIRE e STUDIARE:
1) in cosa consiste la "messa in prova"
2) le misure contenute nel ddl approvato (fatevi uno schemino sul quaderno)
3) la differenza tra il vecchio e il nuovo reato di clandestinità

L'OPINIONE:
1) Siete favorevoli ad un maggior uso di pene alternative alla detenzione carceraria? Perchè sì o perchè no?
2) per coloro che hanno ricevuto "Il Sole 24 ore": A pagina 24 Donatella Stasio sostiene che il populismo rischia di arrestare una nuova cultura della pena; siete d'accordo?

Infine - per chi ha il " Sole24 ore" vi suggerisco l'articolo sul bicameralismo all'estero a pag. 23 (D'Alimonte)

( Per Manara: pag. 23 del Corriere sul restauro del Colosseo)
 
 

20 commenti:

  1. FEDERICO LAVAZZA

    A differenza dei deputati della lega, che dichiarano "Ministro Alfano, clandestino è reato!", io sono favorevole al decreto svuota carcere voluto da Alfano e Renzi e, di conseguenza, sono favorevole anche all'uso delle pene alternative alla detenzione carceraria.
    Giustifico la mia scelta facendo innanzitutto riferimento alle statistiche: i detenuti, in Italia, superano di più di 20.000 i posti disponibili all'interno delle carceri.
    Questo è un dato allarmante, soprattutto se si pensa alle condizioni in cui devono vivere i carcerati e all'organizzazione carceraria che, ovviamente, farà più fatica a gestire un carcere sovraffollato.
    In secondo luogo, penso che misure alternative quali gli arresti domiciliari oppure i lavori di pubblica utilità siano ideali per i detenuti che devono scontare solamente 4/5 anni di pena, anche perchè, dato che queste persone dovranno ri-immettersi a breve nella società, penso che queste misure siano di gran lunga più educative e stimolanti al cambiamento e riinserimento della persona, invece della "vegetazione" all'interno di un carcere.


    P.S. L'articolo io, sul Corriere, l'ho trovato a pagina 13...probabilmente si tratta di un errore di battitura

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  2. ANDREA ELMI

    Le nostre carceri non sono degne di un paese civile. L'Italia deve adottare provvedimenti atti a superare la realtà di degrado in cui vivono i detenuti e in cui ,
    non dimentichiamo, lavora la polizia penitenziaria.
    La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha più volte puntato il dito su tale situazione
    sanzionando il nostro governo proprio perché il suo sistema penitenziario è incompatibile con la salvaguardia di tali diritti.
    Dopo Serbia e Grecia l'Italia è il paese con il più alto sovraffollamento.
    Non è possibile però concepire un nuovo sistema detentivo senza parlare della funzione che le pene dovrebbero avere.
    Il carcere non deve essere concepito come un mero deposito di corpi da sorvegliare , ma deve in primis prevedere degli elementi rieducativi ( ad
    esempio istruzione , lavoro, attività culturali e sportive ) ed inoltre bisogna arrivare ,proprio
    nell'ottica di favorire il reinserimento di chi ha sbagliato, ad individuare sanzioni penali diverse da quelle puramente detentive.
    In questi giorni il nostro Governo ha varato il decreto " svuota carceri " cercando di dare una risposta concreta alla condanna europea.
    Il Governo ha infatti i introdotto pene detentive non più carcerarie ( arresti domiciliari ) per i detenuti con una pena compresa tra i 3 e 5 anni.
    Viene poi introdotta la " messe alla prova " , con cui l'imputato viene affidato ai servizi sociali per svolgere un lavoro di pubblica utilità.
    Infine per il reato di immigrazione clandestina si è giunti alla conclusione di ritenere
    penalmente rilevante solo il reingresso del clandestino in violazione di un provvedimento di espulsione. Se pensiamo che circa il 34% dei detenuti è di origine straniera tale provvedimento è decisamente rilevante.
    Io sono favorevole a queste misure e all'uso di pene alternative anche perché molti
    studi hanno dimostrato che il carcere non è assolutamente garanzia di massima sicurezza nel tempo. Il detenuto che si sarà applicato svolgendo lavori di pubblica utilità si sarà rapportato costantemente con la realtà in cui dovrà reinserirsi una volta espiata la pena e quindi a mio parere ne sarà vantaggiato da tutto ciò.

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  3. ALESSIA CANELLI

    332 voti favorevoli sono stati sufficienti ad approvare in via definitiva il decreto “svuota carceri”.
    Approvazione avvenuta non senza proteste da parte di chi sostiene che tale normativa serva solo ad aiutare i clandestini, cancellando il reato di ingresso e permanenza illegale nel territorio italiano, liberando di conseguenza migliaia di delinquenti e con consensi da chi come il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha affermato:”Abbiamo fatto un importante passo avanti nella direzione di un Paese più giusto e moderno”.
    In effetti tale normativa serve a ridurre il numero di detenuti all’interno delle carceri ( vi sono circa 60.000 reclusi a fronte di una capienza regolamentare di 48.300 posti) prevedendo per i reati di lieve entità, la reclusione presso l’abitazione o strutture di accoglienza.
    Adeguato, mi sembra, l’utilizzo delle pene alternative come la “messa alla prova” finora sperimentata solo con gli adolescenti ed ora estesa anche agli adulti dove per reati puniti fino a 4 anni di reclusione, il reo può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. Tale misura comporta la prestazione di un lavoro socialmente utile e comporta-
    menti volti all’eliminazione delle conseguenze dannose derivanti dal reato.
    Se l’esito è positivo, il reato si estingue, se al contrario l’esito non è quello prefissato scatta la revoca della misura.
    Trovo che questo sistema sia assolutamente da attuare perché come ha evidenziato il giornalista Vladimiro Zagrebelsky circa l’immobilismo italiano rispetto alle carceri e come ha rilevato la Corte Europea circa il sovraffollamento delle carceri italiane in quanto sottopongono un grande numero di detenuti ad un trattamento degradate per la persona umana.
    Il provvedimento che la Corte Europea ha imposto all’Italia è l’adeguamento agli standard europei circa il numero di detenuti rispetto alla capienza delle carceri.
    E se da un lato il populismo può far guadagnare consensi “spacciando” il carcere come massima garanzia di sicurezza collettiva, dall’altra inchioda il Paese ad una subcultura assolutamente non degna di una democrazia e quindi il voto della camera deve essere considerato l’inizio e non il punto d'arrivo di un cammino verso una diversa cultura della pena in cui dovranno impegnarsi tutti i protagonisti della politica criminale a partire dai giuristi, magistrati, media e partiti.

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  4. Alessandra Tua
    Personalmente sono favorevole a misure detentive alternative per coloro che hanno una pena da scontare inferiore ai 4 anni, bensì ritengo che ci sia, per alcuni reati, un minimo di tempo che devono trascorrere in carcere per riflettere sul reato commesso o, come definiscono gli stessi detenuti, sull'esperienza compiuta che è da dimenticare. Credo fortemente che la funzione del carcere sia la rieducazione del reo e l'aiuto da parte di professionisti al suo reinserimento all'interno della società, ma ciò richiede un certo periodo di tempo che non può essere diminuito, altrimenti tanto vale arrestarli.
    Queste misure alternative, ritengo inoltre che, debbano essere finalizzate all'utilità pubblica e quindi sono a favore della cosiddetta "messa alla prova", all'aiuto da parte di volontari o di imprenditori di facilitare la persona all'inserimento nell'ambito lavorativo, ma credo che queste persone debbano essere seguite da psicologi, non tanto perché ritenute malate, cosa che io non approvo, ma traumatizzate dall'esperienza del carcere.
    Sono d'accordo con il pensiero di Donatella Sisto, la quale afferma che il populismo rischia di arrestare una nuova cultura della pena, poiché non bisogna essere dalla parte del popolo solo per cercare il consenso per farsi sentire, come afferma Massimo Donini.
    Tutto ciò mistifica la realtà e spaccia il carcere come massima garanzia di sicurezza collettiva, anche se gli studi dimostrano il contrario

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  5. Anastasi Sara
    1)Sono favorevole all'utilizzo di misure detentive alternative per coloro che hanno una pena da scontare inferiore ai 4 anni. Ritengo che sia utile se non necessario che coloro che hanno compiuto un reato come la bancarotta, l'uso di sostanze stupefacenti o lo spaccio non vengano messi in carcere neanche per un breve periodo perchè questo peggiorerebbe la loro situazione. Spesso chi viene messo in carcere viene a conoscenza di nuovi modi per delinquere. In più i tossicodipendenti non hanno bisogno di essere messi all'interno di una struttura in cui sono costretti all'astinenza ma hanno bisogno di essere aiutati. Il carcere spesso non migliora e non rieduca la persona ma tende a peggiorarla; le condizioni dele carceri italiane ad esempio di certo non aiutano il reo a riflettere sul loro sbaglio

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  6. Anastasi Sara
    2)Sono d'accordo con Donatella Stasio perchè le persone sono per natura forcaiole e tendono a dire ciò che tutti credono di volersi sentire dire. I populisti sono coloro che tendono a parlare alla pancia della gente e non al cervello, così facendo c'è la possibilità che il populismo arresti una nuova cultura della pena.

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  7. Valentina Crepaldi

    Si sono favorevole a un maggior uso di pene alternative alla detenzione carceraria ai detenuti, che hanno commesso pene dai quattro anni in giù perché ritengo che la situazione delle carceri italiane sia vergognosa e la pena possa essere inefficace; poiché il soggetto entrato nell’istituto penitenziario penserebbe unicamente a sopravvivere, non riflettendo sul suo errore e uscito lo ricommetterebbe .
    Sono d’accordo con la messa alla prova, che è sostanzialmente uno strumento con cui l’imputato di un procedimento penale (entro quattro anni) può chiedere la sospensione del processo stesso e il conseguente affidamento ai servizi sociali, al fine di svolgere un programma di rieducazione che preveda lavori di pubblica utilità, o una qualche forma di volontariato. L’idea consiste nel permettere al deviante di eliminare i danni o i pericoli arrecati dalla propria condotta, ripagando così l’ingiustizia subita dalla vittima. Se il periodo di messa alla prova va a buon fine, il reato s’intende estinto.
    Inoltre con l’utilizzo di misure alternative lo stato sosterebbe delle spese minori e non rischierebbe delle sanzioni da parte dell’EUROPA per le pessime condizioni di vita dei detenuti.
    2. Condivido l'opinione di Donatella Stasio ,la quale afferma che il populismo inchioda il paese in una subcultura falsa della pena, poiché mira il carcere come una massima garanzia di sicurezza collettiva(non è cosi),solo per ottenere un maggior numero di voti.
    Questo voto di mercoledì deve essere visto come un punto d’inizio e non di approdo per arrivare a una nuova visione della pena.

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  8. 1) Ritengo che se si usassero pene alternative per determinati crimini forse il problema del sovra affollamento cesserebbe di esistere. Con la legge “Svuota Carcere” che adesso è stata approvata si stabilisce che si prevedano gli arresti domiciliari da applicare per tutti i reati per i quali la pena massima non superi i 3 anni, se la pena va da 3 a 5 anni sarà il giudice a decidere Poi ci sono i lavori di pubblica utilità da affiancare agli arresti domiciliari: per almeno 10 giorni, il condannato dovrà prestare gratis attività in favore della collettività. Tutto questo ritengo che sia un fattore positivo, però bisognerebbe affiancare anche un aiuto dal punto di vista psicologico per far si che il criminale riesca ad interiorizzare la pena e che riesca a capire che bisogna rispettare le leggi per vivere in libertà all’interno di una società.
    2) Credo che Donatella Stasio sottolinea un punto importante. Il populismo tanto di moda in alcuni partiti utilizza i pregiudizi popolari per influenzare negativamente tutto il popolo; prende come slogan le intolleranze dei meno colti e li usa per ottenere voti. Se si continua su questa strada politica gli effetti del DDL potrebbero solo farci superare l’esame di Strasburgo ma non permettere l’inizio di una nuova cultura della pena tornando a voler come unico mezzo di punizione per i criminali il carcere. Tutto ciò porterebbe di nuovo un aumento dei criminali all’interno dei carceri e tutti gli sforzi che sono stati fatti fin’ora saranno buttati al vento.

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  9. Veronica Bonino
    In base alla legge Bossi - Fini si intendeva reato di clandestinità veniva commesso nel momento in cui ci si introduceva in Italia senza regolare permesso di soggiorno, il quale viene concesso solo se in possesso di un contratto di lavoro. Con il disegno di legge approvato dalla Camera il 2 aprile scorso il reato di clandestinità viene depenalizzato. Il reato di clandestinità diventa quindi un illecito amministrativo, a cui potrà essere applicata una sanzione amministrativa. In base alla nuova legge i domiciliari verranno applicati come pena principale nei casi che prevedono l'arresto fino a tre anni. In caso di reclusione superiore a questo periodo di tempo sarà compito del giudice decidere quale provvedimento applicare. Nel caso in cui il reato venga punito con una reclusione pari a 4 anni, con una pena pecuniaria o con la citazione diretta in giudizio, l'imputato potrà chiedere che il processo venga sospeso e verrà affidato ad un programma di recupero tramite i servizi sociali. Se l'esito di questo affidamento sarà positivo il reato sarà considerato estinto. Gli obiettivi del nuovo disegno di leggo sono di delelgare al Governo la disciplina di pene non carcerarie (cioè arresti domiciliari), realizzare, sempre da parte del Governo, una depenalizzazione, introdurre nel processo penale la messa alla prova e introdurre una nuova disciplina penale per i deputati irreperibili.

    Personalmente sono favorevole ad un maggiore uso di pene alternative alla detenzione carceraria. Così facendo si potrebbe migliorare la deplorevole condizione delle carceri italiane e sicuramento lo Stato avrebbe minori costi di gestione delle carceri stessi. Inoltre, dal punto di vista umano, verrebbe permesso al detenuto di reintegrarsi all'interno della società nel minor tempo possibile.
    Sono d'accordo con la tesi sostenuta da Donatella Stasio, infatti l'obiettivo dei partiti populisti è proprio quello di far leva sulle masse. Condivido il fatto che solo con una nuova cultura della pena, si possa veramente risolvere la problematica.

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  10. L'OPINIONE 1)

    Ritengo che un maggiore uso delle pene alternative alla detenzione (come i servizi di pubblica utilità) serva di più al carcerato per reintegrarsi con la società una volta scontata la pena. In questo modo la detenzione in carcere avrebbe la funzione rieducativa prevista dall'art. 27 della Costituzione italiana. Vedendolo da un altro punto di vista lo Stato ne trarrebbe un triplice beneficio: il primo è legato alla funzione rieducativa già citata, il secondo è connesso ad un risparmio nelle spese di mantenimento delle case circondariali e il terzo si può riferire ad un miglioramento delle condizioni in cui vivono attualmente i detenuti nelle nostre carceri (spesso molti di loro sono ospitati in spazi angusti di strutture altrettanto vecchie).

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  11. 1)Opinione
    Se penso al sovraffollamento delle carceri e all’eccesso di alcune pene che lo possono prevedere (come contravvenzioni o delitti che non ledano pericolosamente la società) mi sembra che i cosiddetti “domiciliari” possano rappresentare un’alternativa adeguata. La persona così punita potrebbe forse seguire un percorso di riabilitazione che in isolamento carcerario (con i soprusi che spesso sono lì presenti) non sarebbe possibile e così facendo ci si avvicinerebbe all’ideale di Beccaria di pena riabilitativa e non solo punitiva. Ho solo il dubbio che in tale modo sia facile sfuggire ai controlli. Il braccialetto elettronico sarebbe per tutti? E rappresenta davvero uno strumento efficace?

    2)Opinione
    Sì sono d’accordo che una cultura populista, che sicuramente fa arrivare molti voti perché fa pressione proprio sulla paura della gente, può essere uno stop a una “svolta culturare “ che invece deve potersi sviluppare, a partire da questo Ddl e non farlo arenare come è capitato per altre riforme (ad esempio la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari) (articolo D.Stasio –Il sole 24 ore). Gli slogan spesso urlati come “tolleranza zero” e “certezza della pena” in realtà servono a tranquillizzare falsamente le paure delle persone e come i dati di cronaca dimostrano non tutelano per nulla la nostra incolumità e sicurezza sociale. Quello che penso serva è mettere in atto davvero queste riforme e garantire che siano attuate sempre senza fughe o facilitazioni. Quale sarà l’organo di controllo che possa in più garantire ciò? Servono più posti di polizia ? più agenti? Forse quello che può garantire sicurezza è nella risposta a queste domande e non l’inasprimento delle pene.

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  12. 1) Sono favorevole a misure detentive alternative, poiché ritengo che negli ultimi tempi il carcere non sia proprio il luogo più adatto per scontare determinate pene. Sarebbe meglio che per determinati reati si prenda in considerazione la possibilità delle comunità, finalizzate ad eleminare il “malessere” che ha portato a compiere il reato (esempio: tossicodipendenti). Inoltre, per coloro che devono scontare una pena inferiore ai 4 anni, penso che possa giovare alle nostre carceri italiane avvalersi, ad esempio, degli arresti domiciliari. Sempre che il reato non sia talmente particolare da non permettere tale provvedimento. Infine, è bene ricordare che la funzione del carcere deve essere la rieducazione del colpevole e la possibilità di un reinserimento all'interno della società, anche se questo spesso è difficile. In ogni caso, in carcere dovrebbero essere ospitati solamente coloro che sono particolarmente pericolosi per la società e che siano soggetti ad un’ eventuale reiterazione del reato.
    2) Mi ritrovo abbastanza con l’opinione Donatella Sisto, che sostiene che il populismo rischia di arrestare una nuova cultura della pena. Questa purtroppo è la realtà. La gente è per natura conformista e questo non è un qualcosa di positivo. Forse pochi conoscono la vera situazione che i detenuti vivono giorno per giorno in carcere, ma in fondo si è a conoscenza del fatto che i pregiudizi e le false aspettative nascono dall’ignoranza, e in Italia ne abbiamo in abbondanza.

    Federico Castaldo IV LES

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  13. Prof.Balbiano ho provato a cercare nel Corriere della Sera del giovedì 3 aprile l'articola a p. 23 , ma questa pagina non parla di quello che lei ha chiesto. Grazie

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  14. OPINIONE 1- Se c’è la straordinaria necessità e urgenza di svuotare ciò che si sarebbe già svuotato appena cinque mesi prima, evidentemente qualcosa non funziona ( vedi serie di provvedimenti adottati negli ultimi anni a cadenza quasi regolare). Partiamo da un dato di fatto incontrovertibile: il sovraffollamento genera condizioni insopportabili non solo per i detenuti ma anche per gli operatori dei penitenziari.
    Più in generale, è l’intero settore della giustizia che versa in condizioni disastrose a causa di una legislazione eccessiva, contraddittoria, incoerente e scritta con i piedi. Ne esce compromessa la tutela dei diritti fondamentali per chi commette reati e ancor più per chi li subisce. Con pesanti risvolti, se vogliamo, anche in campo economico, dove concorrenza e investimenti non possono prosperare se non c’è certezza del diritto.
    Sicuramente i servizi di pubblica utilità servono di più al carcerato per reintegrarsi con la società una volta scontata la pena ma allo stesso tempo non so quanto questo possa alleggerire la pesante macchina burocratica della giustizia e di quanto possa risparmiare dalla diminuzione delle spese di mantenimento delle case circondariali (anche strutturare alternative vanno mantenute ! )

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  15. Martin Chiarazzo
    1- La materia relativa all’uso di pene alternative alla detenzione carceraria fa parte, insieme ad altre materie, del ddl approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati nella seduta del 2 aprile scorso. Questo disegno di legge prevede di delegare al Governo (che dovrà farlo entro 8 mesi) la disciplina di pene detentive non carcerarie ovvero da eseguire presso il domicilio, modificando di conseguenza anche parti del codice penale. La “pena alternativa” presso il domicilio sarà prevista per i reati puniti con la reclusione fino ad un massimo di tre anni; sarà invece a discrezione del giudice (valutata la gravità del reato) la decisione di prevedere l’applicazione della reclusione domiciliare per tutti i delitti puniti con la reclusione da 3 a 5 anni. Questi a grandi linee gli aspetti più importanti della norma.
    Qualche settimana fa abbiamo affrontato il tema del sovraffollamento delle carceri e delle condizioni inumane in cui i detenuti sono costretti a scontare le pene a cui sono condannati e come da più parti organi istituzionali e giuristi si erano espressi per trovare soluzioni al problema carcerario.
    Ritengo pertanto che questo provvedimento sia un primo importante passo verso la soluzione del sovraffollamento delle carceri e pertanto sono favorevole all’applicazione di pene alternative. Non dimentichiamo però che altri problemi affliggono la giustizia come ad es. la durata dei processi, mi auguro che anche questo aspetto possa essere presto affrontato per condividere le parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando che, dopo l’approvazione del provvedimento, ha affermato “Abbiamo fatto un importante passo avanti nella direzione di un Paese più giusto e moderno”. Vedremo.

    2- La Stasio con il suo articolo, partendo dal tema dell’approvazione da parte della Camera della riforma del sistema sanzionatorio, si sofferma sulla questione “populismo”, sono interessanti i passaggi che la Stasio fa sul populismo e sull’uso che la politica specie di opposizione - la Lega in questo caso - ne fa “Aiutano i clandestini”, il riferimento è all’abolizione del reato di clandestinità introdotto nel 2009 con la famosa Bossi-Fini, ora con la riforma considerato una contravvenzione punibile con un’ammenda. Può il populismo rallentare il processo riformatore? La vita politica e sociale di questi ultimi non inducono ad avere certezze in questo come in altri campi. La politica ed i media hanno la capacità di influenzare la gente. Ma ho molto apprezzato e condiviso quando la Stasio scrive che questa riforma “potrebbe essere davvero il segnale di una svolta culturale”. La svolta dovrebbe coinvolgere soprattutto noi giovani e renderci consapevoli dei valori in cui credere: partendo dalla cultura della legalità a tutti i livelli, credo che il rispetto della dignità della persona sia il cardine su cui fondare una nuova cultura della pena. Solo impegnandomi/ci, difendendo e diffondendo questi valori con coraggio si potrà essere protagonisti del cambiamento.

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  16. MARTINA BRIENZA

    OPINIONE: 1. Si sono favorevole al maggior uso delle pene alternative al carcere in quanto secondo me l’affidare i detenuti ai servizi sociali, li aiuta a capire gli errori che hanno commesso quindi a rieducarli; mentre spesso in carcere non si rieduca perché l’individuo non si concentra a riflettere sull’azione sbagliata che ha commesso, ma è impegnato nella “lotta per la sopravvivenza ” a causa della mancanza dei beni/elementi necessari per vivere e con continuo sentimento di odio verso la società. Inoltre il far scontare ai condannati la pena a domicilio e non in carcere, è un vantaggio anche per lo stato in quanto evita il sovraffollamento, migliorando cosi anche le condizioni di vita all’interno delle strutture carcerarie.

    2. Sono d'accordo con la giornalista Stasio che il populismo possa arrestare "la nuova cultura della pena", in quanto l'opinione pubblica tende a vedere il carcere come la soluzione al problema della delinquenza, non comprendendo come invece la detenzione in strutture inadeguate possa al contrario aumentare i comportamenti devianti.

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  17. STEFANO DE LUCA

    opinione 1: sono favorevole all'uso di pene alternative al carcere solo in parte, in quanto una persona che commette un reato deve scontare una pena, che non deve essere piacevole, ma neanche infernale, visto che spesso le nostre carceri sono luoghi sporchi e che cadono a pezzi. proporre pene alternative al carcere potrebbe essere una soluzione, ma tali pene devono essere proposte solo in caso di reati minori. il lavoro socialmente utile potrebbe essere un'alternativa, in grado di poter far capire gli errerori ai detenuti e nel frattempo potergli permettere di fare qualcosa di buono

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  18. ALESSIA BENVENUTO

    1) la Camera ha approvato in via definitiva con 332 voti favorevoli, 104 contrari e 22 astenuti, lo “svuota carceri”, ovvero un provvedimento che permetterà più difficile l’arresto grazie ai domiciliari. questo provvedimento verrà attuato a tutti i reati con pena fino ai 3 anni e minore di 4 anni.
    Personalmente appoggio questo provvedimento perché permetterà di migliorare il sovraffollamento delle carceri e di eseguire in modo adeguato la loro funzione.
    La funzione del carcere è quella di rieducare coloro che attuano comportamenti devianti, andando contro la legge. Nella situazione in cui sono i carceri è difficile che ciò accada, quindi è inutile. invece di rieducare il reo il suoi comportamenti possono peggiorare e per i detenuti sarà difficile reinserirsi all’interno della società.

    quindi sono favorevole all’uso di pene alternative sia per migliorare il sovraffollamento, sia per permettere a coloro che hanno commesso dei reati gravi di essere “rieducati”; mentre coloro che hanno problemi di uso di droga, alcool ecc dovrebbero essere aiutati dalle comunità. Riducendo così i carcerati e andando in una direzione di un Paese più giusto e moderno.

    2) appoggio l’opinione di Donatella Stasio perché il populismo fa guadagnare consensi, ma inchioda il paese a una subcultura non degna di una democrazia, qual è invece quella che dovrebbe riconoscersi nei valori costituzionali. inoltre fa passare il carcere come massima garanzia di sicurezza collettiva, mentre studi economici dimostrano il contrario.

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  19. buona sera professoressa!
    leggendo il giornale ho dedotto che è stato approvato il sì definitivo dell'Aula della Camera al ddl sulle pene alternative al carcere che contiene fra l'altro anche la depenalizzazione dell'immigrazione clandestina e le norme sulla messa alla prova. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 332 si', 104 no e 22 astenuti.
    Secondo me l'abrogazione del reato di clandestinità è una decisione inopportuna da parte del Parlamento, perché queste persone che emigrano in Italia non hanno nessun permesso di migrare in un altro paese. Molto spesso avvengono incidenti durante i viaggi e non c'è nessuna tutala per queste persone. Se la clandestinità venisse considerata un reato la condizione degli emigrati sarebbe diversa, perché ci sarebbero molti più controlli.
    Francesca Barbero

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  20. Alessia Mattana
    1) L'uso delle pene alternative è indispensabile per risolvere il problema del sovraffollamento. Riguardo a determinati reati non sono né d'accordo ad uno sconto della pena, né ad una pena alternativa, ma non possiamo più permetterci di badare ad ogni singolo caso come si dovrebbe realmente fare. questi provvedimenti dovrebbero essere usati fino alla risoluzione dl problema nel nostro stato, e poi molti di essi dovrebbero essere rivisti in modo più dettagliato. Ora come ora non possiamo permetterci di non usufruire di queste scorciatoie, sopratutto perchè le nostre carceri in queste condizioni danneggiano solo , senza svolgere il compito per cui sono state create.

    2) Donatella Stasio ha ragione. Il popolo ha bisogno di sentirsi dire quello che vuole, ha bisogno di sentirsi al sicuro e ha bisogno di tante belle parole. Se queste parole non portano a niente però , sono inutili portando solo danni.
    Dovremmo seguire i valori costituzionali che sono alla base della nostra politica e della nostra società. Parlare a vanvera e fare false promesse non serve a niente, bisogna ragionare prima di promettere qualsiasi cosa, in particolare se determinano la vita e il futuro di un essere umano. Affidarci al giudizio dei protagonisti della politica criminale dovrebbe darci dei risultati migliori , poichè sono maggiormente competenti di un gruppo di comuni cittadini .

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