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giovedì 12 gennaio 2017

INTERVISTA AD AMARTYA SEN SULLA GLOBALIZZAZIONE

per la classe 3^ les

Il Corriere della Sera, giovedì 12 gennaio, pag. 17 "Globalizzazione finita?" di Massimo Franco

L'OPINIONE
Il premio nobel per l'economia Amartya Sen sostiene che oggi non vi sia uno scontro tra globalizzazione e antiglobalizzazione, dopo tutto gli stessi movimenti No Global sono "decisamente globalizzati". Lo scontro è tra modelli di sviluppo. Il divario è tra privilegio e assenza di privilegio. l'Europa è tentata dall'egoismo, ma - aggiunge Sen - c'è una questione di democrazia, un governo non  può fare più di quanto la gente gli consenta. Come a dire che il problema risale al popolo e non solo ai suoi rappresentanti. Qual è la vostra opinione in merito? Come favorire un diverso modello di sviluppo più solidale?

24 commenti:

  1. buongiorno
    si dice che con l'anno nuovo si diventa più buoni ma per l'unica cosa che è cambiata è la data da scrivere sulle verifiche.....
    i privilegi ci sono stati, ci sono, e ci saranno è una specie di legge al limite del divino una società senza disparità si trova solo nelle menti utopistiche dei comunisti più convinti, è inevitabile buona o cattiva come cosa non saprei ma sò di per certo che è inevitabile e che bisogna farsene una ragione si può diminuire ma non annullare, in questo tema la nostra Italia fa un lavoro impeccabile con i mezzi che ha con un sistema di assistenza eccellente anche sul fronte fiscale sulla carta c'è un'ottima idea di fondo distribuendo le tasse in modo proporzionale poi che le paghino tutti è un'altro paio di maniche.
    stay accuort

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  2. Il processo della globalizzazione è inarrestabile come sostiene Bill Gates, e anche il professore Amartya Sen ma è certo che anche i movimenti che perseguono un diverso tipo di globalizzazione basato: sullo sfruttamento della manodopera del terzo mondo, il rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali con la progressiva perdita di controllo politico dei cittadini, ha portato a farli diventare anch'essi globali. La globalizzazione porta a divari sociali ed economici dai quali è molto difficile uscire. Prendiamo ad esempio il sud Italia, in cui c'è una situazione disastrosa dal punto di vista economico e sociale in quanto il livello di occupazione è molto basso soprattutto quello giovanile; questi abitanti però non si rimboccano le maniche ma vivono in una condizione di rassegnazione, e ciò non aiuta nè loro nè l'intero paese.
    La globalizzazione è un fenomeno importante e inarrestabile ed è giusto che il mondo si modernizzi, ma ciò che deve essere modernizzata e la cultura dei paesi che lo compongono perché le persone dotate di una cultura possono davvero cambiare il mondo, contrariamente si rimane in una condizione di ignoranza e arretratezza economica e sociale. Ciò che contribuisce alla formazione di un modello di sviluppo più solidale è propio la cultura e la tendenza a non rassegnarsi.
    Oliveri Chiara

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  3. Riguardo all'articolo appena letto, posso dire a parere mio che la globalizzazione è importante perché permette di ampliare la propria conoscenza rispetto agli altri popoli, credo che i movimenti "no global" non siano più di tanto utili perché il nostro futuro si basa anche sulla globalizzazione e sono movimenti troppo minori per poter fermare i colossi della globalizzazione. Riguardo al fatto dell'uguaglianza tra i popoli credo che sia impossibile, la disparità sarà sempre presente in un mondo come questo, in cui il più forte domina sul debole. Ludovica presempi

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  4. Penso che la globalizzazione sia un effetto inarrestabile, è del tutto irrazionale credere di poter arrestare questo processo, perché è la conseguenza naturale della situazione attuale nel suo innegabile divenire.
    Una responsabilità della quale ciascuno di noi deve sentirsi investito, invece, è quella di far si che questo processo innescato da motivazioni economiche e commerciali si sviluppi non solo in questa direzione ma anche inserendo attenzioni sempre maggiori al benessere di tutti e al rispetto dei valori più elevati cui può aspirare l'animo umano.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Buona sera.
    L'articolo appena letto fa riflettere molto, sicuramente si può affermare che la globalizzazione sia inarrestabile, però allo stesso tempo possiamo definire "giusta" la disparità tra classi sociale, si può definire "selezione naturale" dalla nascita o meglio fortuna per chi nasce in classi sociali più privilegiate.
    Però ritengo anche che tutte le persone debbano avere le stesse possibilità nella vita, anche se ciò non è possibile. Quindi secondo me ogni tanto le persone più privilegiate devono essere meno egoiste e provare mettere in condizioni possibili anche le persone di classi sociali più basse per avere anche solo la possibilità di ambire in qualcosa di più concreto nella vita.
    Lo società o meglio lo stato deve cercare di diminuire il meno possibile queste disparità, e secondo me dovrebbe farlo attraverso l'istruzione, già dalle scuole primarie come le elementari sensibilizzando il pensiero dei bambini.
    Emanuele

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  7. Buonasera,
    ritengo che le parole di Amartya Sen siano corrette: più che uno scontro tra globalizzazione e antiglobalizzazione (nonostante le recenti vittorie di Trump e Brexit) sia in corso uno scontro tra i diversi modelli di sviluppo. Si sta delineando con sempre più evidenza il divario tra Nord e Sud del mondo, uno benestante e uno sempre più povero. I paesi più ricchi dovrebbero fare un esame di coscienza e collaborare per un diverso tipo di sviluppo che tenga in considerazione e solidarietà i paesi più poveri. Possono sicuramente permetterselo, devono volerlo impegnandosi a mettere da parte la loro avarizia e sete di ricchezza per essere più disponibili verso gli altri.
    ALICE

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  8. Buonasera,
    A mio parere la globalizzazione è un fenomeno moderno che non si può fermare, penso che oggi non sia possibile vivere in un mondo non globalizzato perché senza globalizzazione molti prodotti non verrebbero importati ed esportati. Condivido pienamente l'idea dell'economista e filosofo Indiano Amartya Sen, il quale sostiene proprio la caratteristica di inarrestabilità di questo fenomeno. Il fattore negativo è il fatto che porta molta disparità economica e sociale nei confronti dei Paesi più poveri, penso che questo sia un fattore negativo della globalizzazione e certamente può essere migliorato solo se gli Stati più poveri si fanno aiutare e si impegnano cercando di uscire dalla situazione disastrosa in cui si trovano, un altro fattore negativo è il fatto che la globalizzazione porta un po' alla perdita delle tradizioni dei Paesi. A mio parere bisogna cercare di vivere bene in un mondo globalizzato cercando di diminuire il divario tra i Paesi, migliorando l'istruzione nei Paesi del terzo mondo.

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  9. Buonasera, personalmente sono d'accordo con l'economista Amartya Sen in quanto penso che nel mondo non ci sia uno scontro tra globalizzazione e antiglobalizzazione ma anzi che come afferma lui stesso gli stessi movimenti no global sono globalizzati .
    Lo scontro è tra modelli di sviluppo e , purtroppo, il problema più grande a mio parere è l'ignoranza la mancanza di cultura la tendenza a seguire la massa come pecore senza informarsi e ragionare usando la propria testa .
    Il divario è tra privilegio e tra assenza di privilegio , ormai sembra che l'unica cosa che conti e importi alle persone sia il denaro ho la sensazione che l'umanità , i sentimenti ,la solidarietà a mano a mano stiano sparendo e mi sembra di iniziare a vivere in una società piena di "robots ".
    Secondo me il governo potrebbe fare molto di più indipendentemente dalle persone , chi guida il paese dovrebbe incentivare l'istruzione, innovare il modello scolastico ed educativo ad esempio .
    Penso che un modello di sviluppo più solidale ora come ora sia un'utopia sembra che alle persone piaccia vivere così in queste condizioni e che le persone a capo del paese siano interessate solo a determinate cose tra cui arricchirsi e pensare a se stessi .
    Bianca Elettra Rolle

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  10. Buonasera, personalmente sono d'accordo con l'economista Amartya Sen in quanto penso che nel mondo non ci sia uno scontro tra globalizzazione e antiglobalizzazione ma anzi che come afferma lui stesso gli stessi movimenti no global sono globalizzati .
    Lo scontro è tra modelli di sviluppo e , purtroppo, il problema più grande a mio parere è l'ignoranza la mancanza di cultura la tendenza a seguire la massa come pecore senza informarsi e ragionare usando la propria testa .
    Il divario è tra privilegio e tra assenza di privilegio , ormai sembra che l'unica cosa che conti e importi alle persone sia il denaro ho la sensazione che l'umanità , i sentimenti ,la solidarietà a mano a mano stiano sparendo e mi sembra di iniziare a vivere in una società piena di "robots ".
    Secondo me il governo potrebbe fare molto di più indipendentemente dalle persone , chi guida il paese dovrebbe incentivare l'istruzione, innovare il modello scolastico ed educativo ad esempio .
    Penso che un modello di sviluppo più solidale ora come ora sia un'utopia sembra che alle persone piaccia vivere così in queste condizioni e che le persone a capo del paese siano interessate solo a determinate cose tra cui arricchirsi e pensare a se stessi .
    Bianca Elettra Rolle

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  11. Buonasera,
    sinceramente mi trovo d'accordo con l'economista Amartya Sen sul fatto che la globalizzazione è tuttora presente nel mondo, addirittura i movimenti No Global ,che nacquero come risposta alle tensioni critiche degli anni Novanta, sono tra i più globalizzati come il G8 a Genova del 2001 a cui arrivarono persone dalla Nuova Zelanda. Nonostante ciò, lo scontro ora è tra modelli di sviluppo e l'Europa in questo campo è piuttosto arretrata sul piano sociale. Il benessere e lo sviluppo degli ultimi anni ha reso le persone troppo egoiste e per creare una società più solidale è necessario formarele ed eliminare questo pensiero conformista.
    Lo stato dovrebbe contribuire a questo processo di sviluppo solidale improntato le loro scelte politiche verso il prossimo piuttosto che il denaro e la fama.

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  12. Buonasera,

    personalmente sono d'accordo con l' economista Sen per quanto riguarda la globalizzazione e penso che nonostante la vittoria di Trump negli Stati Uniti sarà difficile che questo processo si arresterà inoltre perfino i movimenti no global subiscono gli effetti della globalizzazione visto che i loro membri provengono da tutto il mondo. Per quanto riguarda i divario sociali è innegabile che negli ultimi anni sia aumentato causato anche dall' aumento delle guerre nel mondo che spingono le persone ad emigrare nei paesi più sviluppati,questi divari sono presenti all' interno della stessa Europa.Purtroppo le persone sono diventate più egoiste e attaccate al denaro e non aiutano le persone più bisognose che vivono sempre peggio e se non cambia questo trend il divario aumenterà sempre di più.Secondo me gli stati dovrebbero cercare di dimunuire il divario sociale cercando sopratutto di aumentare l' occupazione e diminuendo le tasse per i più poveri.

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  13. In questi giorni il concetto di Globalizzazione è tornato alla ribalta anche a causa delle affermazioni di Trump che tende ad attuare un concetto di protezionismo.
    Tenendo conto dei cambiamenti sociali , economici e culturali che negli anni sono avvenuti, si dovrebbe cambiare il concetto di Globalizzazione considerando una maggiore equità tra tutti i popoli del Mondo.
    Io penso che il Sud anziché trastullarsi sul vittimismo che lo contraddistingue dovrebbe reagire sfruttando le proprie potenzialità .
    È vero che lo stato di abbandono e di continuo sfruttamento non hanno fatto sí che questi Paesi acquisissero una coscienza politica, sociale ed economica ma hanno aggravato il senso di rassegnazione.
    Secondo me ,concepire un mondo non più globale ,ormai non sarebbe più possibile ma rivoluzionare il concetto di globalizzazione con nuovi principi potrebbe essere sicuramente fattibile migliorando l'istruzione , la sanità di questi Paesi meno fortunati.
    Ognuno di noi ha delle responsabilità nei confronti di chi è meno privilegiato e lo Stato dovrebbe sensibilizzare le coscienze, diminuendo il divario tra i Paesi del sud e i Paesi del Nord.
    Elena Paternostro

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  14. Buonasera ,
    Personalmente mi ritengo d'accordo con quanto detto dall'economista-filosofo indiano Amartya Sen sul fatto che la globalizzazione non è finita ,è pur sempre un fenomeno moderno senza il quale non ci sarebbe la diffusione delle nuove tecnologie per lo scambio di beni e servizi che c'è ora.
    Di conseguenza però ciò porta ad un divario economico e sociale tra i paesi , o meglio ad un divario del privilegio e assenza di privilegio (per esempio tra Nord e Sud)
    Personalmente ritengo che arrivare ad un'uguaglianza tra popoli sia un po' difficile, però ciò potrebbe migliorare con l'aiuto da parte degli Stati più ricchi verso quelli più poveri

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  15. Buonasera,in relazione all'articolo appena letto,io credo che il premio nobel Amartya Sen abbia sicuramente ragione,o almeno,condivido la maggiorparte degli aspetti da lui affrontati nel testo. Non sono però d'accordo che il popolo venga accusato di essere colpevole,o meglio, di certo la disinformazione attuale, ma soprattutto lo scarso utilizzo di un organo del nostro corpo chiamato cervello, contribuiscono al fomento dell'odio, e ciò causa pensieri tendenzialmente negativi verso alcuni aspetti che proprio lo stesso insegnante indiano ritiene seri ( in questo caso si parla di immigrazione). Ma io credo che se solo tutti noi fossimo capaci di utilizzare la nostra testa saremmo capaci di decidere ciò che é giusto fare e ciò che é sbagliato,regolandoci di conseguenza,senza che ci sia qualcun altro a rappresentarci. Purtroppo é solo un' utopia e non sará mai realizzabile. Chi ha privilegi non li cederá mai a chi non li ha, l'uomo é affascinato dal potere, e non si interessa di chi non può ambire ad una vita normale,per questo il mondo é come diviso in due, e non credo che a questo ci sará mai fine, né l'Europa né il mondo intero si uniranno per combattere problemi seri quali l'immigrazione, il terrorismo o la disoccupazione, perché in fondo, cosa cambia a chi é ai vertici più alti?

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  16. Buonasera,
    avendo appena letto questo articolo posso dire che sono d'accordo con Sen perchè ormai è quasi impossibile uscire dalla globalizzazione infatti come dice lui anche i no global sono globalizzati.
    L'Europa è sopraffatta dall'egoismo perchè le persone più ricche pensano solo a loro stessi e vogliono sempre di più senza pensare ad altre persone con meno possibilità.
    Il premio nobel parla dell'Europa tentata dall'egoismo. questo porta a delocalizzare le imprese per sfruttare la manodopera a basso costo e assemblare prodotti, confezionare capi d'abbigliamento ma senza che questa gente si arricchisca.
    Iniziamo a non sfruttare i lavoratori e a pagarli il giusto altrimenti saranno sempre nella povertà e i paesi più forti sempre più ricchi in poche parole la colpa è sempre dei paesi più ricchi che si arricchiscono sempre di più sfruttando i paesi piu poveri.
    Quando si supera una soglia di benessere bisognerebbe obbligare gli imprenditori ad investire il denaro in eccesso nell'aumentare nuovi posti di lavoro.
    Alessia Maisano

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  17. Buona serta,
    personalmente credo che molti dei problemi che viviamo oggi siano dovuti, come dice il premio nobel indiano Amartya Sen, a modelli di sviluppo che si basano su presupposti errati.
    Penso che la scuola e la famiglia hanno un ruolo fondamentale nel cambiamento.
    La scuola nel suo ruolo pedagogico deve insegnare l'importanza della centralità dell'individuo con tutte le sue caratteristiche e differenze dall'“altro” e l'importanza dell'individuo come parte di un gruppo costituito da altri componenti che vanno rispettati e di cui è necessario riconoscere il valore anche nella differenza.
    L'individuo crescendo deve imparare che il gruppo diviene via via più ampio: dapprima sarà la sua famiglia poi la sua scuola, la sua città, il suo paese ed infine il mondo intero. Siamo parte di un solo gruppo:l'umanità il mondo e la casa di tutti. Se il concetto di base fosse sempre stato questo non ci sarebbero state: guerre, schiavitù, ne' popoli defraudati delle loro terre, dei loro beni e sopratutto della loro dignità.
    La nostra società purtroppo invece è regolata prevalentemente dalla logica del profitto e del potere individuale anche a danno dell'“altro” e non dal bene comune; le deferenze sociali esisteranno sempre ma non bisognerebbe mai calpestare i diritti e la dignità umana per raggiungere i propri scopi o quelli di un gruppo limitato.
    Le condizioni in cui l'umanità si trova oggi: guerre, terrorismo, immigrazione, disoccupazione ed anche l'inquinamento globale sono frutto di un profondo egoismo e della mancanza di solidarietà tra persone e popoli. Solo la cultura e l'educazione possono portare al cambiamento necessario alla sopravvivenza dell'umanità. Sono convinta che “reagire” e battersi per cambiare le cose e la mentalità, come si augura Sen sia un nostro dovere.

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  18. Personalmente sono d'accordo con l'economista Amartya Sen per quanto riguarda la globalizzazione che è sempre più presente nel mondo in cui viviamo .
    La rete di attivisti impegnati in questa battaglia viene oggi definita "new global", ovvero "nuova globalizzazione" cioè la globalizzazione non della produzione e del commercio di merci, ma dei diritti umani. Valori come solidarietà, sviluppo, rifiuto del consumismo, recupero delle tradizioni locali. Dopo Seattle, il movimento ha continuato a far sentire la sua voce in occasione di eventi internazionali o attraverso i "Social Forum", appuntamenti mondiali per discutere insieme e per confrontarsi su queste tematiche.
    Infatti il merito di Sen è di aver usato nuove categorie, capaci di superare i limiti delle analisi economiche tradizionali. 
    Grazie ai suoi studi si viene infatti a delineare un nuovo concetto di sviluppo che si differenzia da quello di crescita. Lo sviluppo economico non coincide più con un aumento del reddito ma con un aumento della qualità della vita. Ed è proprio l'attenzione posta sulla qualità, più che sulla quantità, a caratterizzare gli studi di questo economista.

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  19. Buonasera,
    La questione globalizzazione (o antiglobalizzazione che sia), di certo non è ancora finita. La globalizzazione, a grandi linee, ha portato diversi benefici (come l'ampliamento culturale e commerciale e un incremento di popolazione), ma di certo ha anche aspetti negativi, come un conseguente schiacciamento di piccole imprese e sfruttamento di popoli. Da ricordare gli stessi movimenti No global globalizzati, i quali sono diventati aria, totalmente inutili, perchè hanno perso di vista il chiaro obiettivo (esplicitato nel loro stesso nome), diventato anche loro una forma di globalizzazione.
    La questione dell'Europa la condivido totalmente, nel senso che è diventata sicuramente più egoista, basti pensare il mancato aiuto dei Paesi dell'UE all'Italia per l'emergenza immigrazione degli ultimi dieci anni. Da ricordare anche il passaggio dall'operazione Mare Nostrum, che diminuì esponenzialmente i morti, ma, troppo costosa per l'Italia che stava, e sta, passando una situazione di crisi finanziaria, all'operazione Triton. Le due operazioni militari hanno una piccola differenza: la seconda ha un costo pari a un terzo di quello di Mare Nostrum. Ciò ha comportato un incremento dei morti. Perchè adottare questo sistema? Perchè solo 13 su 28 Paesi dell'UE aveva contribuito alla spesa dell'operazione Mare Nostrum.
    Un diverso modello di sviluppo solidale io non lo conosco, e ritengo che anche se lo conoscessi, o se qualcuno di un certo peso sociale ed economico, le cose non cambierebbero, o cambierebbero in modo troppo flebile. Perchè la corruzione (anche quella morale), soprattutto in Italia, può portare solo ad altri problemi e quindi altra corruzione.
    Edoardo Tello

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  20. Buonasera,
    Io mi trovo in parte d'accordo con l'economista Sen. É vero che per risolvere il divario tra privilegio e assenza di privilegio "il governo non può fare più di quanto la gente gli consenta", però secondo me si può fare decisamente di più e i governi non sembrano che stiano facendo molto, come ad esempio per l'immigrazione. I governi si dovrebbero impegnare di più e creare delle normative più altruiste. É anche vero però che lo Stato rappresenta il popolo, quindi, se il popolo pensa al prossimo, sarà considerato più "normale" aiutare l'altro. Però è difficile creare uno stato più solidale dato che l'altruismo sta al buon cuore della singola persona. Certamente sarebbe utile favorire l'istruzione e sensibilizzare la popolazione. Anche il governo, però, deve fare la sua parte.
    -Irene Ientile

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  21. Buonasera,
    dopo aver letto quest'articolo posso affermare che la globalizzazione è uno dei fattori più presenti al momento e anche uno dei più importanti. Non c'è ne dobbiamo sbarazzare! Se noi ci pensiamo è vero che anche quando parliamo di No Global ci riferiamo ad un aspetto di globalizzazione. Un modello favorevole di sviluppo si potrebbe creare evitando gli innumerevoli scontri tra i paesi europei, superando questa arretratezza presente. L'innovazione in questo ambito potrebbe essere utile. Un importante protagonista è il Paese stesso che potrebbe contribuire a questo "progetto" di sviluppo, superando i problemi riscontrati.

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  22. La globalizzazione è un processo in continua evoluzione. Tuttavia, ha portato ha numerose proteste il fatto che lo stato non intervenga sufficientemente sulle disparità sociali da essa create. È evidente che una realtà senza disparità non possa esistere, essendo le classi sociali una struttura naturale delle società. Sicuramente è necessario che ogni persona abbia le stesse possibilità di un’altra, senza render fatto delle proprie disponibilità economiche. Quindi lo stato dovrebbe intervenire maggiormente incentivando e sostenendo le persone che per diversi motivi hanno meno possibilità di altri.
    Se ne deduce che è un processo che non può essere né fermato ne limitato dalle proteste dei no global.

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  23. Buonasera,
    sono d’accordo con il pensiero di Amartya Sen, dove dice che la globalizzazione non è finita ed è ancora in corso, ma mi permetto di aggiungere anche che è e sarà inarrestabile.
    Questo fenomeno porterà all’aumentare delle differenze economiche e sociali tra paesi ricchi e poveri e di conseguenza all’aumentare dello sviluppo nei primi paesi e a bloccarlo nei secondi.
    A mio parere i paesi più ricchi, arrivati a un certo punto di sviluppo, dovrebbero aiutare molto di più rispetto a quanto fatto finora i paesi più in difficoltà, facendo e promuovendo interventi ai giovani con particolare riguardo alla loro istruzione. Cosi facendo si arriverebbe a un mondo più equilibrato e con poche discriminanze.
    Questo discorso vale anche all’interno di un paese stesso, prendendo ad esempio l’Italia, lo Stato dovrebbe pensare prima alla propria gente, e arginato questo problema, si potrebbe concentrare quasi esclusivamente sull’aiuto del prossimo.
    Lorenzo Borello

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  24. Buonasera,
    A mio parere con il passare degli anni la riforma scolastica sulle scuole intensive ha apportato ottime migliorie al sistema scolastico e il fatto che oggi i disabili vengano integrati nelle scuole come tutti gli altri la trovo una cosa giusta anche se a mio parere troveranno sempre difficoltà ad adeguarsi al piano di studi degli altri.
    Inoltre sono pienamente d'accordo per quanto riguarda la formazione specifica che devono avere gli insegnanti di sostegno, ma per quanto riguarda il periodo di formazione dieci anni mi sembrano troppi.
    Diversamente credo che a proposito del fatto che l'allievo disabile debba avere sempre lo stesso insegnante potrebbe essere visto sia come vantaggio che come uno svantaggio perché , cambiando spesso, lo studente dovrebbe adeguarsi continuamente , mentre per quanto riguarda l'insegnante potrebbe essere visto come una formazione in più.
    L'unico aspetto che non viene toccato abbastanza è l'ambientazione , in ogni scuola dovrebbero esserci strutture e ambientazioni adeguate

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