ilquotidianoinclasse.it

ilquotidianoinclasse.it
partecipa anche tu !

venerdì 6 febbraio 2015

CRISI E RIPRESA: IL WORKERS BUYOUT

classe 3^ - per giovedì 12 febbraio

giovedì 5 febbraio- La Stampa - G. Bottero e D. Lessi pag. 12

DA RIPASSARE/CERCARE/SAPERE :
- cos'è un sindacato
- quali sono le caratteristiche delle cooperative
- cos'è l'indennità di mobilità e il tfr
- cos'è un asset
- cos'è il workers buyout
siti di approfondimento consigliati:
http://www.coopfond.it/it/Servizi/Workers_buyout#
http://www.fidindustria.eu/it/news/da-dipendenti-a-proprietari--il-workers-buyout-in-italia.aspx?idC=61708&idO=20640&LN=it-IT

L'OPINIONE:
Perchè la cooperativa di dipendenti dovrebbe riuscire laddove l'imprenditore/multinazionale ha fallito?

9 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Secondo me è difficile che una cooperativa di dipendenti dopo il fallimento dell'imprenditore possano riuscire a migliorare. Bisogna capire i vari aspetti e il perché del fallimento e bisogna capire il livello e la potenza dell'imprenditore. Forse un aspetto importante della cooperativa è che essendo in più persone magari ci si può confrontare con tutti e mettere assieme le idee. Si può creare anche una sorta di competizione tra i soggetti della cooperativa in modo da trovare l'idea migliore.

    RispondiElimina
  4. Sono sempre di più le aziende in crisi che vengono rilevate dagli ex impiegati, che pur di non perdere il lavoro mettono in gioco Tfr e mobilità. E, banche permettendo, lo strumento potrebbe essere anche la soluzione ideale per società con problemi di vendita o, nel peggiore dei casi, svendita.
    L’Italia è in forte crisi economica, è risaputo. E così nascono storie d’impresa in cui sono stati gli stessi operai, che rischiavano di esser licenziati, a rimboccarsi le maniche e salvare il proprio posto di lavoro. Mettendo in gioco anche il gruzzoletto della liquidazione. Sperimentando dal basso nuove forme di imprenditorialità.

    In inglese si chiama WORKERS BUY OUT. Tradotto in italiano, si tratta dell’operazione che trasforma i dipendenti di un’impresa in proprietari. Il Workers Buy-Out consiste nell'acquisizione (della maggioranza o della totalità) del capitale sociale di un'impresa, generalmente in crisi, da parte dei propri dipendenti, siano essi dirigenti, impiegati, operai.
    Nata come forma di occupazione e successiva autogestione di fabbriche, il WBO ha successivamente conosciuto, sotto forme regolamentate, numerosi casi di successo negli Stati Uniti, dove nel 1994,la compagnia aerea United Airlines venne rilevata da una parte dei propri dipendenti. Negli anni più recenti il WBO ha conosciuto una vera e propria rinascita anche al di fuori degli Stati Uniti, dapprima in Argentina sotto forma spontanea (empresas recuperadas) nel periodo successivo alla grande crisi da svalutazione del pesos nel 2001 e alla conseguente chiusura di numerose fabbriche; quindi, dopo lo scoppio della perdurante crisi finanziaria nel 2008, anche in Europa.
    Con riferimento all'Italia, i casi di WBO hanno soprattutto interessato la Toscana e l'Emilia Romagna, anche grazie alla particolare diffusione in queste regioni delle associazioni cooperative (Con cooperative, Legacoop, Agci, Unci), che attraverso le proprie strutture tendono a supportare questo tipo di operazioni. Si contano, tuttavia, casi anche nel Centro Nord (Lombardia in testa) e nel Meridione.
    Il capitale iniziale viene dal TFR e dai fondi delle associazioni di cooperative. Ma c’è anche chi ipoteca casa per rilevare la società che lo aveva licenziato
    Ma, almeno in Italia, è un processo che viene avviato in extremis, ovvero quando l’azienda è sull’orlo del fallimento, o la proprietà è decisa a dismettere gli impianti. Si potrebbe allora pensare che i workers buyout siano iniziative dettate dalla disperazione dei dipendenti che alla chiusura, e quindi al licenziamento, preferiscono giocare la carta dell’autogestione (e dell’autofinanziamento), rischiando il tutto per tutto. Ma non è così, o per lo meno potrebbe non essere solo così, soprattutto in futuro. Con la diffusione della cultura legata a questo strumento, e il proliferare di fondazioni, leghe coop e istituti di credito disposti a sostenere un nuovo modello imprenditoriale, il workers buyout potrebbe diventare la soluzione perfetta per la successione e l’avvicendamento generazionale. Sono grossi guai, infatti, quando un imprenditore, per raggiunti limiti d’età o per qualsiasi altro motivo, passa la mano e non ci sono figli che possono – o vogliono – subentrare a Capo dell'azienda. L’intervento dei dipendenti, oltre a mettere a frutto esperienza maturata sul campo e salvare maestranze che altrimenti andrebbero perdute, costituirebbe forse la strategia migliore.

    RispondiElimina
  5. Importante in questo caso è il distinguere gli interessi presenti prima da parte della multinazionale e in seguito da parte dei lavoratori.
    Precedentemente, suppongo non vi fosse un reale interesse della multinazionale di mantenere posti di lavoro e sopportare spese, ad esempio i macchinari e lo stabilimento, che potevano essere considerati inutili e dannosi al profitto generale.
    Un grosso vantaggio, nel tipo di situazione che si è creato a Orcenico, è il maggiore interesse e l’attiva partecipazione degli ex-operai, i quali, avendo lavorato molti anni nel settore conoscono bene la produzione e l’organizzazione dello stabilimento.
    Come in una cooperativa, inoltre gli operai, avendo investito parte del loro capitale, hanno un doppio interesse sull’andamento dello stabilimento, partecipando attivamente nella produzione.

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  7. Le motivazioni per le quali la cooperativa di dipendenti può riuscire a intervenire nell'impresa sono diverse: una delle prime sono i costi ridotti di gestione, una seconda motivazione è che attraverso il Workers Buyout i dipendenti diventando proprietari di tale attività riescono a farla rinascere, riducendosi lo stipendio e aumentando via a via la produzione.

    RispondiElimina
  8. La soluzione proposta dalla cooperativa è destinata a fallire in quanto, in seguito ad un momentaneo successo,subentreranno le logiche di mercato che porteranno ad una riduzione della forza lavoro.
    Sicuramente la cooperativa ,in un breve periodo ,può essere considerata una valida alternava in quanto le abilità dei singoli lavoratori potranno sopperire alle necessità.
    Ma sarà necessaria la presenza di un imprenditore per assicurare all’azienda maggiore stabilità.

    RispondiElimina
  9. Secondo me si è possibile che la cooperativa di dipendenti possa riuscire dove l'imprenditore ha fallito; intanto perché è un gruppo di molte persone con la determinazione di riottenere un posto di lavoro e poi le abilità dei singoli lavoratori possono essere considerati ottime per le necessità. E in secondo luogo grazie all'iniziativa del workers buyot i dipendenti diventeranno proprietari di quella stessa attività e quindi proprio come dice l'articolo il loro scopo sarà quello di farla rinascere e di cercare di ridare un posto di lavoro a moltissime persone investendo anche su nuovi stabilimenti.

    RispondiElimina