ilquotidianoinclasse.it

ilquotidianoinclasse.it
partecipa anche tu !

venerdì 9 gennaio 2015

JE SUIS CHARLIE

quotidiani dell'8 gennaio 2015
articoli riguardanti l'attacco terroristico a Parigi
per martedì 13 gennaio
                                                                                                     
L'OPINIONE
Scegliete una, tra le tre domande proposte, a cui rispondere:
1) E' giusto evitare la satira, limitare la libertà di pensiero, per non gettare benzina sul fuoco o tacere equivale a darla vinta agli estremisti?
2) Quale fascino esercita l'Isis sui giovani europei che si convertono e vanno a combattere tra le sue fila?
3) Quale rivendicazione/messaggio vuole il terrorismo Islamico? Quali possono essere le cause di tanto odio nei confronti dell'occidente, spesso madre patria dei terroristi?

15 commenti:

  1. Non è per niente giusto evitare la satira. In verità non è stata la satira a far scatenare queste uccisioni è stato un pretesto per incominciare una 3 guerra basata sul terrore dell’ Isis. Dico questo perché la satira è un simbolo di libertà, la religione non centra è un pretesto. Anche le crociate sono cominciate con la terra Santa deve essere liberata in verità volevano potere e terre da conquistare. Le crociate di oggi sono l’ Isis, che mina libertà e consumismo per altri scopi che non sono quelli religiosi. Sono molto contento che ci si batte per la liberà che va preservata. Mi dispiace molto per i Francesi che liberamente pensano come ogni persona e ,vengono uccisi, per un giusto valore chiamato libertà di espressione. La povertà di quei paesi è la copia di noi di quando pensavamo di conquistare la “ terra santa” nel medioevo. Speriamo un giorno che non si debba combattere per la propria opinione e si possa liberamente disegnare satire e non sentirsi minacciati da altri popoli che minano a leggi che perdurano per secoli e anni. Tacere significherebbe dare un punto di vantaggio per la sopressione di qualsiasi epressione.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Buonasera sono gabriele Genchi, vorrei iniziare dicendo je suis charlie, affermazione che può sembrare banale perché è sulla bocca di tutti, ma che a mio avviso non lo è assolutamente, poiché la satira è un pilastro fondamentale su cui si fonda la libertà di pensiero di un paese e che è una delle liberte più sacre, se non la più sacra tra le libertà presenti su questa terra, per cui delle persone tanti anni fa sono morti e per cui alcuni teorici , come quelli illuministi, a me tanto cari, hanno scritto volumi su volumi illustrando tutte le sfaccettature di questa libertà, gli integralisti islamici sono stati a dir poco stolti ad attaccare questa sede, anche perché la satira di charlie era indirizzata verso tutti, verso il presidente della repubblica francese e addirittura verso il massimo esponente della cristianità, dunque la satira non era assolutamente rivolta solo verso i musulmani ma anche, ad esempio, verso gli ebrei, vittime dell' attentato di un terrorista venerdì pomeriggio in nome di un Corano, che non è assolutamente fautore di messaggi di violenza, dunque limitare la satira significa dalla vinta ai terroristi che così ci domineranno, che peraltro è quello che vogliono fare da decenni, cioè impadronirai del potere dell' occidente, che sono sicuro non soccomberà agli integralisti, lo dimostra la manifestazione indetta da oggi dal presidente francese che ha radunato i capi di stato dei più importanti stati del mondo, i quali hanno voluto gridare insieme a 2 milioni di persone in centinaia di lingue, come in una nuova torre di babele no al terrorismo! Perché il silenzio è la vera benzina che alimenta il terrorismo, perché il silenzio è paura, terrore ed il terrore è ciò su cui si fonda l' USIS e che ad oggi non ha bisogno di niente che lo alimenti. GABRIELE GENCHI

    RispondiElimina
  4. E' notizia del "CORRIERE DELLA SERA" la partecipazione di una giovane di Torre del Greco (NA), Maria Giulia Sergio di 27 anni,partita per la Siria cambiando anche identità (il suo nome sarà Fatima), al movimento dell' ISIS.Questa ragazza in settembre pare che abbia lasciato l'Italia, diretta in Turchia e poi avrebbe proseguito per la Siria con un gruppo di jihadisti albanesi. Non si sa più nulla di lei.
    Pare che siano più di 3000 i giovani europei che in tempi diversi e da diverse nazioni abbiano lasciato il loro paese per arruolarsi nel combattimento della Guerra Santa. Per questi ragazzi l'islam diventa la loro ragione di vita; spesso si manifestano attraverso i giornali e Facebook con frasi di questo genere:"Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sui miscredenti".
    A noi ragazzi cresciuti con sani principi di rispetto per la vita e per la propria famiglia, pare assurdo che si possa arrivare a disconoscere quanto ci è stato insegnato dalla nascita; ma, purtroppo, le motivazioni posso essere tante ed inquietanti. Spesso ci troviamo di fronte a personalità non ben definite, e perciò facilamente influenzabili. Molti di loro non hanno alle spalle storie di disperazione sociale, di nuclei famigliari distrutti, la loro conversione all’Islam è un processo di identificazione con una causa per la quale vale la pena combattere e sacrificare la propria vita. Alcuni cercano di fuggire dall’emarginazione, ma altri, la maggioranza, è alla ricerca di una realizzazione personale. La “bandiera nera” dello Stato Islamico attrae come un tempo riusciva a farlo la"bandiera rossa". Cresce il numero dei reclutati e quello dei Paesi da cui provengono: in Europa, soprattutto Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Finlandia, Norvegia, Irlanda, Danimarca. Molti di loro si addestrano nelle trincee mediorientali per poi far ritorno nel Vecchio Continente. Pronti a colpire. Nel nome di una rivoluzione (jihadista) capace di sovvertire l’ordine di cose esistenti.
    Così è avvenuto per Giuliano Delnevo, il ventiquattrenne genovese convertitosi all’Islam col nome di Ibrahim, rimasto ucciso in uno scontro a fuoco nei pressi di Aleppo all’inizio del maggio 2013.
    Storie significative di ragazzi alla ricercadi una ragione di vita. Dispensando la morte. In nome della Rivoluzione. In nome di Allah.

    RispondiElimina
  5. Penso che evitare la satira e la libertà di pensiero sia assolutamente sbagliato perchè si è vero eviteremmo di gettare benzina sul fuoco ma penso che limitare la libertà di pensiero vorrebbe dire far regredire la società,per anni e anni si è vissuto senza libertà di pensiero limitarla nel 2015 la possibilità e libertà di esprimere pienamente i propri pareri diversi penso che equivarrebbe a un regresso e in più all'acconsentimento del pensiero estremista e qualche modo gliela daremmo pure vinta.

    RispondiElimina
  6. E’ giusto evitare la satira, limitare la libertà di pensiero, per non gettare benzina sul fuoco o tacere equivale a darla vinta agli estremisti?

    Il caso che in molti devono venire purtroppo ad analizzare in questo frangente, riguarda un atto terroristico mirato alla precisa eliminazione direzione considerate un insulto, in questo caso per la religione islamica, rende difficile analizzare direttamente l’accaduto.
    Il rischio che i giornalisti o coloro i quali lottano per la libertà di pensiero è una costante nella loro lotta, però vi sono alcuni limiti che non bisogna superare.
    Questo lo dico perché, naturalmente essendo angosciato per l’accaduto a Parigi, il rispetto verso le altre popolazioni e credenze è una carattere a cui anche i governi devono stare attenti, essendo oramai l’integrità della popolazione mondiale sempre collegata da legami più stretti, importante sarà convivere con più religioni e culture diverse.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  9. OPINIONE:
    1) E' giusto evitare la satira, limitare la libertà di pensiero, per non gettare benzina sul fuoco o tacere equivale a darla vinta agli estremisti?
    Penso non sia giusto darla vinta agli estremisti perchè per i paesi europei una delle più importanti libertà è la libertà di pensierio, seguita dalla libertà di parola e di stampa. La satira non è un reato ma rispetta la libertà di stampa.Quindi se la dessimo vinta agli estremisti andremmo contro le nostre più importanti libertà, dunque sarebbe una contraddizione. Quello che adesso devono fare i paesi europei è di essere uniti, infatti in questo momento difficile essi sono stati vicini alla Francia, e devono mettere al sicuro i paesi. Ossia organizzare i paesi per un eventuale attacco terroristico.
    Infine penso che se staremo tutti uniti e in grado di difenderci li combatteremo.

    RispondiElimina
  10. Personalmente ritengo che dopo questo attacco terroristico, sia necessario evitare la satira. Non si può vivere con il rischio e con la paura di poter subire altre violenze, realizzando delle vignette che dovrebbero portare a far ridere le persone e invece suscitano una razione completamente opposta. Trovandoci a vivere in una realtà in cui sono presenti degli individui capaci di uccidere con tanta freddezza, allora forse é meglio rendere la satira più leggera, per esempio imponendo dei limiti: non prendere in giro in modo irrisorio le diverse religioni e i loro rappresentanti. Non si tratta di limitare, secondo me, la libertà di pensiero, in quanto si potrebbe esprimere la propria idea contrastante in semplici articoli di giornale senza arrivare a farne della satira. Credo sia un provvedimento utile all'intera società, un modo per garantirle maggiore sicurezza

    RispondiElimina
  11. È ingiusto evitare la satira e evitare la libertà di pensiero ma penso che sia anche giusto non esagerare anche perché come si è visto la gente è capace di fare qualsiasi cosa. Ormai per Allah ci si ammazza anche e si fanno stragi.
    Oltre che ammazzare i responsabili secondo questi tre terroristi,cioè i fumettisti, si uccidono persone esenti da tutto come i poliziotti e persone comuni.

    RispondiElimina
  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  13. A mio parere il fatto di evitare la satira per paura di essere nel mirino degli estremisti islamici non è affatto giusto, in quanto non si può limitare la libertà di pensiero e di espressione attraverso degli atti terroristici solo per far in modo che si seguano i loro pensieri, come è capitato appunto a Parigi con le vignette di Charlie Hebdo e di conseguenza attraverso una banale scusa uccidere persone del tutto innocenti, tuttavia questo rimane una mia opinione personale ma penso anche che sia meglio non tirare troppo la mano con queste persone perchè si potrebbero ottenere solo altre morti inutili; serve un forte intervento di unione contro queste persone che uccidono in nome di ALLAH che non ordinerebbe mai di uccidere!! #jesuischarlie

    RispondiElimina
  14. La strage alla redazione Charlie Hebdo è stato senza dubbio un fatto triste e vergognoso. In molti dopo l'attentato hanno accusato il mondo islamico di limitare la libertà di stampa ignorando il fatto che tale libertà non sia mai esistita realmente. I giornali e telegiornali di tutto il mondo continuano a filtrare, oscurare e modificare notizie fin da quando esiste l'informazione.
    Evitare la satira non sarebbe giusto, fa parte della storia dell'uomo. Anche se non sembra la satira esiste fin dai tempi dei giullari di corte i quali erano gli unici a poter prendersi gioco del re. Poiché è di questo che si tratta. Presa in giro. Ed è su questo punto che vorrei soffermarmi. C'è una sottile linea immaginaria che divide satira da insulto. La satire vuole mandare un messaggio ironizzando qualcosa o qualcuno, l'insulto ha il solo scopo di offendere. Ritengo che alcune vignette del giornale francese abbiano superato questa linea di confine. Una vignetta rappresentava lo stivale italiano colorato di marrone con sotto scritto ''Italia merda'' senza un apparente motivo. Una persona, in quanto italiana, potrebbe ritenersi giustamente offesa. Tuttavia non è il mio caso, anzi,sinceramente è un tipo di umorismo che talvolta mi diverte anche se su Maometto ne hanno fatte di peggiori. Ma purtroppo non tutti hanno una mentalità così aperta, si è visto. Quindi è giusto non evitare la satira ma è altrettanto giusto saperla individuare e distinguere dalle volgarità insensate. Uccidere una persona per un semplice disegno è a dir poco immorale. Bisogna però, ora come non mai, stare attenti a non fare di tutta l'erba un fascio perché scatenare l'odio razziale verso qualsiasi musulmano è, secondo me, esattamente ciò che questi terroristi avevano in mente.
    Federico Mori

    RispondiElimina
  15. JE NE SUIS PAS CHARLIE .
    Non voglio apparire troppo drastica o troppo estremista, vorrei solo dire la mia opinione sull’accaduto, anche se consapevole di poter essere vista come folle .
    Innanzitutto secondo me entrambe le parti hanno sbagliato, da una parte la rivista francese Charlie Hebdo, che è andata troppo sul volgare attraverso la satira, e dall’altra l’azione violenta non giustificata degli islamisti.
    Penso ci sia una netta distinzione tra “prendere in giro, mettere in ridicolo” e utilizzare espressioni volgari verso religioni o nazioni; d’altronde perché dover pubblicare una frase come : “il corano è della merda” ? Inoltre si sa anche che gli islamici sono di per sé molto estremisti e credono molto in ciò che praticano, e in certi casi arrivano a compiere veri e propri massacri, torture in nome di Allah. Dopotutto non mi sembra un momento così opportuno da pubblicare questa vignetta, essendoci già più situazioni di tensione fra popoli e rispettive religioni, di conseguenza magari converrebbe evitare una satira offensiva e provocatoria. Secondo me i francesi se la sono cercata, era quasi inevitabile che succedesse io sono per la libertà di espressione ma è ovvio che ci si deve scontrare con le conseguenze, perché chiunque è libero di parlare ma non di offendere l’altro e se si verificasse, deve essere consapevole degli effetti, in risposta all’offesa, che potrebbero verificarsi .
    A me vien da pensare che magari potrebbe trattarsi di un “complotto”, in quanto potrebbe essere già stato tutto pianificato, ovvero che le politiche xenofobe attraverso questo risultato sarebbero state appoggiate ancor di più dall’opinione pubblica che dopo un comportamento talmente terrorista, approvi il fatto di dover mettere alle strette gli stranieri. Le politiche xenofobe avrebbero fatto si che gli stranieri una volta arrivati in Francia dovessero integrarsi totalmente culturalmente e di conseguenza negare la loro tradizione e nel caso in cui si verifichi che qualcuno non la neghi venga direttamente espulso dalla nazione.
    Allora il mio dubbio è : giustamente si condanna l’attentato di Parigi ( 17 morti ), ma chiediamoci se allo stesso modo noi occidentali possiamo giustificare gli interventi in Medio Oriente dove per ragioni economiche sono stati uccisi 450000 Irakeni e 170000 Afgani dalla nato e non ultima l’incursione delle forze Francesi e Inglesi in Libia che hanno portato alla morte di 25000 individui in una sola settimana.

    RispondiElimina