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venerdì 8 aprile 2016

FUTURO SOSTENIBILE?

Per la classe 5^ les

Il Corriere della Sera, pag. 29 , articolo di Mauro Magatti "Un nuovo modello sostenibile che leghi economia e società"

L'OPINIONE
Il prof. Magatti riporta: "già negli anni '30 Keynes suggeriva di rilegare economia e società per tenere insieme prosperità e democrazia". Si tratta di costruire un nuovo scambio sociale sostenibilità in cambio di partecipazione attiva alla creazione di valore".
Quale pensate potrà essere il vostro contributo di adulti alla produzione di valore economico, sociale, ambientale, istitutivo, cognitivo...?

4 commenti:

  1. Buon pomeriggio, per produrre valore economico/ sociale un cittadino deve lavorare e pagare le imposte dovute allo stato o agli enti locali perché è solo grazie al lavoro che la società progredisce e diventa migliore, inoltre se si lavora si produce un reddito e parte di questo reddito è destinato alle imposte, le quali servono ad erogare servizi al fine di aumentare il benessere per tutta la collettività, ma da grande, per aumentare il valore sociale, presterò volontariato alle persone più bisognose poiché questa attività costituisce un arricchimento personale non solo per chi la presta, ma anche per chi ne usufruisce, poiché riceve prestazioni gratuite che aiutano a migliorare la sua condizione, per aumentare il valore in ambito ambientale cercherò di ridurre le emissioni di gas inquinanti, privilegiando la bicicletta o altri mezzi, inoltre cercherò di ridurre il riscaldamento a casa mia nei periodi invernali, inoltre il valore in società aumenta se una persona fa parte di istituzioni sociali, poiché è grazie alla socialità che l' uomo realizza pienamente se stesso, la propria essenza ed è grazie alla socialità se i problemi sociali vengono risolti in meno tempo, poiché la condivisione di idee permette di trovare soluzioni in tempi più brevi, inoltre la socialità aumenta il benessere di tutti gli individui, poiché rafforza il senso di appartenenza, dunque da adulto mi piacerebbe produrre valore facendo parte di un' istituzione sociale, per produrre un valore cognitivo dovrò sempre acculturarmi, tenermi informato sul' attualità e approfondire argomenti di varia natura tramite tutti gli strumenti che la società oggi può offrire, al fine di contribuire ad un innalzamento culturale della nazione e quindi ad un aumento di valore non solo prettamente economico, in quanto più cultura permette un più facile ingresso nel mondo del lavoro e più innovazione, ma anche spirituale, in quanto la cultura può arricchire lo spirito e farci diventare uomini e donne migliori.

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  2. La crisi economica iniziata nel 2007 negli Stati Uniti e poi diffusasi in Europa e negli altri continenti, ha portato ad un radicale cambiamento dell’economia mondiale.
    Negli ultimi anni, le Banche centrali dei diversi continenti hanno immesso ingenti risorse di liquidità per salvare dal fallimento banche e nazioni ma tutto ciò non è stato sufficiente per rilanciare l’economia.
    Oggi, nonostante siano trascorsi dieci anni dall’inizio della crisi, l’economia e la società si trovano in una situazione di continua incertezza e le prospettive di un miglioramento sembrano ancora lontane.
    Dopo la crisi finanziaria del 1929, l’economista Keynes suggerì che fosse lo Stato a fare ciò che l’economia privata, da sola, non riusciva più a fare e ancora oggi, questa politica è tuttora valida. L’intervento dello Stato è stato fondamentale nell’affrontare la crisi degli ultimi anni ma, nonostante le grandi manovre attuate, lo Stato e le Banche non sono state in grado di risanare l’economia.
    La teoria Keynesiana si fondava anche su un altro presupposto: ridare alla società un ruolo significativo nell’economia, rendendo economia e società protagoniste della crescita e della democrazia.
    Questi ultimi decenni sono stati caratterizzati dalla ricerca di ricchezza e dal consumismo, accentuando in tal modo le disuguaglianze sociali e le insoddisfazioni individuali e io credo che oggi, sia necessario prendere coscienza che l’era dei consumi non è stata sufficiente per sostenere l’economia.
    Alla luce di tutto questo, penso che per la produzione di valore economico e sociale, io in qualità di cittadina adulta, dovrei condividere le mie conoscenze e le mie capacità a favore della comunità e della società, con la consapevolezza che il benessere individuale dipende dal grado di benessere raggiunto dalla società in cui si vive.

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  3. Le radici del futuro stanno nel presente; chi non prepara bene il terreno oggi e non semina con cura, non può sperare di raccogliere facilmente buoni frutti domani e da troppo tempo, in Italia, non si semina bene e non si investe come si dovrebbe sulle nuove generazioni e sui giovani, che saranno gli adulti di domani. L’Italia malata di bassa mobilità sociale e scarsa crescita economica è infatti il ritratto di un paese che non è stato in grado di predisporre e offrire adeguati strumenti di protezione, promozione e partecipazione per i giovani. La crisi economica è poi arrivata come pioggia che cade sul bagnato. Pur essendo vero che per sviluppare valore all’interno di un paese sia necessaria la collaborazione Stato-cittadino, non meno importante è chiedersi e pensare quale contributo di adulti potremmo dare noi alla produzione di valore per il nostro paese. Dal punto di vista sociale, istitutivo ed economico dovremmo rivestire il ruolo di buoni cittadini responsabili, capaci di scegliere persone competenti nell’amministrare la vita di tutti i giorni e in quanto persone istruite e colte, dal punto di vista cognitivo dovremmo evitare di permettere che vengano compiuti nuovamente gli errori commessi in passato. Bisognerebbe inoltre diventare anche capaci di accettare quello che ci viene offerto, senza sempre voler cercare qualcosa di più grande nel breve periodo: penso al settore del lavoro in quanto in Italia è risaputo che molte persone non sono disposte ad accettare mansioni poco retribuite, che di conseguenza vengono affidate a stranieri. Un altro contributo importante per produrre valore sta nel fatto di rivalutare la figura dello straniero e non percepirlo solo come una minaccia, ma al contrario vederlo come parte integrante di un tutto, capace di collaborare al nostro fianco per generare valore. Infine dal punto di vista ambientale spetterà proprio a noi futuri adulti ad aver cura dell’ambiente, perché conosciamo quanto esso sia vitale per gli uomini, ma allo stesso tempo fragile; dobbiamo evitare gli sprechi delle risorse ambientali e proiettarci verso un’ottica che lasci sempre più spazio a energie pulite e rinnovabili, ma soprattutto oltre a impegnarci noi in tutto ciò e gettare quel seme buono per un futuro migliore per tutti, dovremmo essere capaci di insegnare questo ai nostri figli.

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  4. La condizione economico-sociale mondiale di adesso è frutto di scelte sbagliate fatte in origine. La ricchezza è fondata sul consumo. Più spendo, più valgo. Solo una minima parte della popolazione mondiale (circa il 5%) detiene il 95% delle ricchezze totali del pianeta. Questo dato non può essere considerato ''allarmante'', non più. Doveva servire da campanello d'allarme decine e decine di anni fa, ma così non è stato. Questo dato è tremendamente reale. Come, ipoteticamente, possiamo immaginare una società in cui il benessere è equo e solidale? Nell'ambito utopico, la prima cosa da fare è abolire completamente la nostra visione dell'economia come fondamento della società. Andrebbe abolito il concetto di moneta che, fin dalle sue origini, non ha fatto altro che creare disparità sociale. La moneta ha illuso le persone che la quantità fosse specchio della qualità. In questo modo la società potrebbe ricominciare da zero e portare avanti uno sviluppo omogeneo diluito su tutta la popolazione mondiale. È necessario dire che prima di radere al suolo un intero sistema economico sia necessario un cambio di mentalità pronto a voler cambiare le sorti del futuro. Questa utopia può trovare riscontro nella teoria di Serge Latouche, economista e filosofo francese, il quale sostiene la ''Decrescita serena''. Una crescita sociale basata sull'equa condivisione di competenze e idee e non più sull'ossessione per il consumo.

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