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giovedì 13 novembre 2014

PATTO USA-CINA: SVOLTA SUL CLIMA

classe 4^ - per martedì 18 novembre

La Stampa - pag. 2-3 Giovannini, Sala ; M. Deaglio, pag 1-31 " Se la società condiziona l'economia"
Il Corriere della Sera - pag. 5,  M. Gaggi e S. Agnoli
CAPIRE/CERCARE:
- Cos'è il protocollo di Kyoto?
- cosa significa che gli Stati Uniti firmarono il protocollo, ma Clinton e Bush non lo inviarono al Congresso per la ratifica?

L'OPINIONE:
Perchè Cina e Usa non sottoscrissero il protocollo nel '97? Cosa è cambiato adesso? Perchè l'Europa si attivata già da tempo nella battaglia per la salvaguardia del clima?


7 commenti:

  1. Gli Stati uniti non sottoscrissero il protocollo di Kyoto con la Cina nel 97’ perché il presidente Bush sostenne che metterlo in pratica sarebbe stato dannoso per l’economia del paese. Bush sostenne inoltre che avrebbe assicurato la riduzione delle emissioni attraverso azioni volontarie e tecnologie energetiche innovative e non attraverso questo protocollo. Oggi l’accordo è stato raggiunto perché la Cina ha accettato di darsi un obiettivo di riduzione del CO2 e di raggiungere una quota (20%) di energia primaria dalle fonti pulite entro il 2030. Gli Stati Uniti si impegnano a ridurre del 26-28% le emissioni di CO2 entro il 2015. Inoltre l’accordo prevede anche una cooperazione tecnologica e per l’innovazione. Questo accordo è stato raggiunto anche grazie alla “rivoluzione verde” per cui la Cina realizzerà ogni anno impianti rinnovabili per 60 GW (la metà della potenza elettrica totale installata in Italia). In Europa si è attivi già da tempo su questo fronte anche se nel summit di Copenaghen, dove erano presenti numerosi capi di stato, non si riuscì a raggiungere alcun tipo di accordo che fece rimanere tutti insoddisfatti. Si rischia che l’Europa venga sorpassata da Cina e Stati Uniti. In questo senso il vertice Onu dovrà trovare una soluzione definitiva

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  2. Il protocollo di Kyoto è una convenzione internazionale il cui scopo è quello di combattere i cambiamenti climatici, e contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di elementi di inquinamento, come i gas ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta.
    Il trattato di Kyoto venne sottoscritto l’11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi ma è entrato in vigore soltanto nel 2005, a seguito della ratifica della Russia.
    Gli Stati Uniti, principali produttori di gas serra con il 36,1% del totale delle emissioni, avevano inizialmente aderito al trattato, ma in seguito ritirato l’adesione poiché ciò avrebbe implicato troppi investimenti da parte delle industrie e amministrazioni statunitensi.
    Per quanto riguarda la Cina, questa aveva ratificato il protocollo ma era stata esonerata dall’attuazione dei provvedimenti poiché, essendo un paese ancora in via di sviluppo non era ritenuta responsabile dell’inquinamento in quel periodo.
    L’Unione Europea ha firmato il protocollo nel 1998 ed ha varato deli impegni di limitazione e riduzione delle emissioni, impegni che tutti gli stati membri si sono impegnati a seguire e ad attuare. Quindi credo che l’Europa si è dimostrata sin dall’inizio coinvolta nella lotta contro il riscaldamento del pianeta.
    A distanza di parecchi anni, nel mese di novembre 2014, la Cina e gli USA, responsabili del 43% di emissioni inquinanti che annualmente immettono nell’atmosfera, hanno finalmente firmato un’intesa che limita tali emissioni per i prossimi venti anni.
    Credo che l’accordo siglato dalla Cina e dagli Stati Uniti sia da considerarsi un evento storico per diversi motivi: innanzitutto perché la Cina è diventata negli ultimi anni uno dei paesi più industrializzati del pianeta ed entra ufficialmente nel mondo dei big del pianeta e, in secondo luogo, per la prima volta nella storia, due grandi potenze industriali mettono l’economia davanti all’ambiente.
    Penso inoltre che, siglando questo accordo, le due più grandi potenze economiche del pianeta vogliano invitare altri Paesi a seguire il loro esempio e ad attuare provvedimenti decisivi in difesa dell’ambiente.
    Ritengo che la questione ambientale e la salvaguardia del pianeta siano problemi fondamentali che tutti i paesi sviluppati devono affrontare: si deve infatti pensare alla crescita economica ed industriale, pianificando e studiando anche il conseguente impatto che questa crescita ha sull’ambiente.

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  3. Buonasera sono GABRIELE GENCHI, la CINA non ha siglato il protocollo di kioto perché insieme al' India era esonerata, perché non era ancora considerata una nazione in grado di produrre una quantità ingente di ricchezza, gli USA non lo ratificarono, nel 2005 perché pensavano che il protocollo comportasse ingenti investimenti in denaro nel campo della riduzione delle emissioni di co2, oggi per fortuna qualche cosa è cambiato, poiché in questi giorni la Cina ha promesso di ridurre le emissioni a partire dal 2030 e gli USA hanno promesso di ridurre le emissioni entro il 2020 del 15/ 20 per cento, questa promessa mi sembra impossibile per la Cina, poiché non è pensabile l' idea di convincere le industrie cinesi a ridurre le emissioni di co2 e non è altresì pensabile convincere milioni di persone ad utilizzare meno l' automobile, è positivo però che un paese come la Cina si stia impegnando, finalmente a ridurre le emissioni, poiché fino ad adesso non ci sono state nemmeno le intenzioni sulla carta. L' Europa si sta da decenni impegnando nella riduzione di anidride carbonica, poiché è consapevole che queste emissioni possono provocare disastri naturali, è quindi l' europa, per prevenire ciò, vuole ridurre l' emissione di gas serra, speriamo che si faccia sempre di più in questa direzione, magari potenziando gli incentivi da parte dell' Unione Europea verso tutte quelle imprese che si prefiggono lo scopo di ridurre le emissioni, magari modificando un pochino i processi produttivi nell' interesse dell' intera umanità

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  4. Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di Kyoto l'11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi in occasione della Conferenza COP3. Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.
    Il trattato prevede l'obbligo di operare una riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento come biossido di carbonio ed altri cinque gas serra, ovvero metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo. Perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva la collaborazione di almeno 55 nazioni che producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione.
    Lo scopo del protocollo di kyoto è quello di instaurare un meccanismo di sviluppo pulito.
    Riguardo gli USA antecedentemente, il presidente Bill Clinton, aveva firmato il protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta e promessa in campagna elettorale. Oggi si è arrivati ad un accordo concreto tra USA e Cina, come spiega l’articolo del corriere della serra, due potenze mondiali che sono riuscite a venirsi incontro per un obiettivo comune, ovvero quello della salvaguardia del clima e quindi anche per la salute del nostro pianeta. Finalmente si è giunti ad un punto univoco, sembra uno vada incontro all’altro, per esempio Obama ha ottenuto dal presidente cinese Xi Jinping maggior coinvolgimento su più problemi attuali, dalla lotta contro il terrorismo dell’isis all’epidemia di Ebola e cos’ via. Mentre Xi in cambio chiede agli USA di astenersi dall’intervenire sui diritti umani in Cina.
    Invece per quanto riguarda l'Unione europea, è la principale sostenitrice internazionale, poiché essendo ad un livello economico molto alto cerca il più possibile di sostenere questo protocollo, dando molta importanza a quella che è la salvaguardia del clima.
    Infine alcuni metodi di incentivazione, ad avere un ambiente più pulito e sano,sono già stati adottati, per esempio nel protocollo Kyoto si da’ l’opportunità ai Paesi aderenti di attivare vari progetti come: il Clean Development Mechanism, che consente ai Paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei Paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi, poi abbiamo il Joint Implementation, che consente ai Paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti derivanti, congiuntamente con il paese ospite, ed infine l’Emissions Trading che favorisce lo scambio di crediti di emissione tra Paesi industrializzati e ad economia in transizione; un paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore al proprio obiettivo può così cedere tali "crediti" a un paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra.
    Secondo me inoltre, bisognerebbe incentivare le imprese a collaborare con associazioni o comunque a far si che anche i lavoratori si sensibilizzino. Sicuramente nella società si potrebbero avviare una miriade di progetti molto utili per la collettività.

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  5. Se da una parte lo sviluppo tecnologico e le innovazioni apportano alla società miglioramenti e la fanno avanzare progressivamente, dall'altra non bisogna sottovalutare l'effetto negativo che si crea e che si diffonde nell'ambiente. Il nostro paese cerca da molto tempo di sensibilizzare i cittadini al risparmio energetico e al mantenimento ambientale, in vista del futuro. Con occhio critico, l'Europa cerca quindi di salvaguardare e conservare un ipotetico equilibrio ambientale, con sprechi limitati all'indispensabile per non trovarsi poi in una situazione di regresso rispetto alle altre nazioni e rispetto al passato. La Cina, non è tenuta ancora a rispettare il protocollo di Kyoto. Questo poiché non considerata principale responsabile dell'emissione dei gas serra del periodo industriale che hanno apportato cambiamenti al clima odierno. Il paese ,però, si impegnerà dal 2030 a ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica al fine di limitare l'inquinamento atmosferico. Anche gli Stati Uniti, sensibili ora al problema, hanno stimato un calo di sprechi. In principio, infatti, per svilupparsi economicamente non tennero conto di questi problemi. Oggi non si può più fare finta di niente, perché le anomalie ambientali che si presentano quotidianamente possono essere frutto e causa di avvenimenti peggiori futuri.
    Arianna Montaldo

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  6. Obama e Xi apriranno nel 2015 a Parigi (forse) un protocollo per l’ ambiente. Eseguiranno un protocollo per l’ ambiente perché c’è un interesse economico che sta alla base di tutto questo protocollo: togliere i dazi doganali sull’ esportazioni di tecnologie digitali, ampliamento visti turistici di studio e di lavoro; soprattutto la Cina vive in una situazione di dittatura, Obama ha negoziato con gli emissari Cinesi affermando che parlando per l’ intera umanità prosegue una politica di libertà e dignità dell’ uomo. L’Europa è già avanti sul fronte della riduzione di Co² perché ricerche hanno appurato che nel futuro si dovrà usare un'altra materia prima per alimentare le nostre tecnologie e le nostre riserve saranno destinate a una veloce cambiamento di vita dell’ intera umanità. Saranno cambiate da quelle più pulite che non danneggeranno l’intera umanità

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  7. Non tutti i paesi aderirono alla sottoscrizione del protocollo di Kyoto del 1997. Il problema più consistente riguardava gli Stati Uniti che era uno tra i paesi più industrializzati e più inquinanti, infatti gli USA erano i responsabili del 36,2% del totale delle emissioni. In principio, il presidente Bill Clinton firmò il protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta affermando che mettere in pratica il protocollo sarebbe stato seriamente dannoso per l'economia del paese. Bush assicurò che avrebbe sostenuto la riduzione delle emissioni attraverso azioni volontarie e tecnologie energetiche innovative. L'India e la Cina, che ratificarono il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del presente accordo e sono state esonerate dagli obblighi del protocollo di Kyoto, perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico. I paesi non aderenti sono responsabili del 40% dell'emissione mondiale di gas serra.
    Rispetto al passato, è in atto oggi un progetto di cambiamento: questo riguarda il fatto che gli Usa si impegnano a ridurre del 26-28% le emissioni entro il 2025, mentre Pechino diminuirà il picco delle emissioni entro il 2030 con l’impegno di produrre il 20% dell’energia da fonti alternative.
    Stati Uniti e Cina si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera per combattere la minaccia del cambiamento climatico con un accordo annunciato a Pechino durante una conferenza dei leader Barack Obama e Xi Jinping. Gli obiettivi fissati riguardano una riduzione degli inquinanti atmosferici e un impegno da parte della Cina di raggiungere il 20% di produzione di energia basata su fonti che non producono emissioni, il che vuol dire sviluppare energia con impianti nucleari, eolici, solari, o di altra tipologia alternativa. Dopo nove mesi di trattativa, l’accordo tra queste due potenze in cima alla classifica dei Paesi più inquinanti al mondo, in quanto responsabili della produzione di quasi il 45% delle emissioni di CO2 totali, rappresenta uno stimolo a contrattare un nuovo accordo globale sul clima. Già a partire dagli anni’90 con l’avvento dell’industrializzazione l’Europa iniziò a parlare di salvaguardia del clima poiché comprese che le conseguenze future sarebbero state gravi per il pianeta. Infatti l’Europa si batte già da tempo per la salvaguardia del clima, poiché è consapevole che le emissioni di gas serra stanno portando al riscaldamento globale, al degrado della funzionalità degli ecosistemi e a una progressiva perdita della biodiversità. L’intera comunità europea sta cercando di mettere in atto dei piani concreti per tutelare il clima del nostro pianeta.

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