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venerdì 21 novembre 2014

ETERNIT: SENTENZA BEFFA?

classi 3^ - 4^
per martedì 25 novembre

La Stampa - giovedì 20 novembre: V. Zagrelsky - I dubbi sulla scelta dei giudici, pag. 1-27
                                                      M. Brambilla - Diritto senza giustizia, pag. 1-27 (+ articoli pag.2-3)
Il Corriere della Sera - giovedì 20 novembre: articoli pagg. 5-6
Il Sole 24 Ore - giovedì 20 novembre : articoli pag. 17 ( per chi è riuscito a prenderlo, notate il taglio diverso nel riportare la notizia)

DA CERCARE/CAPIRE/SAPERE:
1) leggete in maniera ampia in modo da capire la vicenda
2) concetto di prescrizione del reato
3) reato di disastro ambientale colposo
4) ripassare il funzionamento dei tre gradi di giudizio e il ruolo del pm
5) l'omicidio si prescrive?

L'OPINIONE
"Beccaria, 250 anni fa, sosteneva che fosse meglio che il giudice pronunciasse una sentenza ingiusta applicando alla lettera la legge, piuttosto che la interpretasse liberamente. Spettava al legislatore modificare la legge. " Cosa ne pensate?

Esprimete eventuali dubbi e domande sul blog, risponderemo in classe.
Vi allego l'articolo di Carlo Federico Grosso pubblicato sulla Stampa di venerdì 21 perchè mi sembra molto utile.



SÌ, LA CORTE POTEVA DECIDERE DIVERSAMENTE (Carlo Federico Grosso)

21 novembre 2014 – La Stampa
L’epilogo della vicenda giudiziaria Eternit è sicuramente una vergogna. Condotte delittuose gravissime, accertate giudizialmente in modo certo, che avevano dato luogo a condanne di primo e di secondo grado pesanti, sono improvvisamente svanite dissolvendosi nel nulla. Liberi tutti, dunque, o quantomeno libero l’unico soggetto condannato dal giudice di appello. Com’era inevitabile, ieri sono esplose le polemiche, che hanno investito – nelle parole dello stesso Presidente del Consiglio – soprattutto l’istituto della prescrizione, che ancora una volta avrebbe fatto irruzione nel processo penale producendo guasti dirompenti. Di qui l’urgente necessità, si è ribadito, di cambiare le regole penali del decorso del tempo.
Nella vicenda Eternit, tuttavia, la disciplina della prescrizione non è, forse, la responsabile principale dello sconcertante esito giudiziale. La cassazione ben avrebbe potuto infatti eludere, con un’interpretazione diversa della legge penale, gli effetti perversi dello scorrere degli anni. Nel processo Eternit la procura di Torino aveva contestato il delitto di disastro, reato che si realizza quando viene cagionato un evento dirompente di vaste proporzioni che crea una situazione di pericolo per la vita o l’integrità fisica di un numero indeterminato di persone. E’ pacifico che a realizzare tale delitto non è necessario che si verifichi la morte o la lesione personale di qualcuno, ma è sufficiente che taluno, cagionando l’evento distruttivo – il crollo di un edificio, il naufragio di una nave, l’inquinamento di un ambiente – faccia sorgere il rischio che un numero indeterminato di persone rimanga ucciso o sia menomato nell’integrità fisica. Se per effetto del disastro si verifica la morte o la malattia di qualcuno, con il delitto di disastro concorreranno quelli di omicidio e di lesioni personali, tanti quante sono le persone uccise o comunque offese.
Il problema è sorto quando ci si è domandati in quale momento il reato di disastro si consumi. Secondo l’interpretazione maggioritaria della cassazione, ciò si verificherebbe quando le condotte che cagionano la situazione di pericolo (ad esempio l’inquinamento di un ambiente) vengono a cessare (ad esempio, perché l’ambiente viene bonificato o l’attività produttiva nociva viene interrotta). Secondo un’interpretazione minoritaria, la persistenza dell’insorgere di malattie o del verificarsi di decessi impedirebbe invece di considerare concluso il fatto disastroso, che rimarrebbe vivo fino a che tutte le patologie o gli eventi collegati al disastro si siano esauriti. In questa prospettiva il delitto di disastro verrebbe meno soltanto quando si sia verificato l’ultimo decesso o l’ultima malattia collegata alla situazione di pericolo.
La spiegazione tecnica di quanto è avvenuto nella vicenda Eternit risiede tutta in questa divergenza d’interpretazione. Tribunale e Corte di Appello di Torino, per non considerare prescritto il reato contestato dalla Procura, avevano fatto affidamento sulla nozione di disastro «allargata» agli eventi di morte e di lesione personale. La cassazione, ribadendo quanto aveva già più volte stabilito, ha invece individuato il momento consumativo del reato in quello in cui la «fabbrica delle polveri» aveva cessato di produrre. Così individuato il «tempo del commesso reato», dichiarare la prescrizione era giocoforza sulla base di un semplice calcolo di anni, mesi e giorni trascorsi.
Avrebbe potuto tuttavia, la cassazione, decidere diversamente? Certo che sì: considerata l’eccezionalità della situazione, la particolare gravità della vicenda delittuosa e le ragioni di giustizia sostanziale inevitabilmente sottese al caso sottoposto al suo giudizio avrebbe potuto optare per l’interpretazione contrapposta del momento consumativo del reato di disastro. Non lo ha fatto perché, tecnicamente, sarebbe stato sbagliato farlo? E’ difficile rispondere, perché in diritto non è frequente poter discernere con sicurezza ciò che è tecnicamente corretto e ciò che è tecnicamente scorretto. Quando la lettera della legge non è vincolante e si apre alla possibilità d’interpretazioni differenti, il giudice, purché motivi adeguatamente la sua decisione, è tutto sommato libero di orientare le proprie scelte tecniche sulla base degli scopi di giustizia che intende perseguire.
Stabilito che il giudice di legittimità, nella vicenda giudiziaria Eternit, non era costretto dall’assoluta ineluttabilità della legge penale ad optare per l’interpretazione prescelta del momento consumativo del reato, la «responsabilità» della disciplina attuale della prescrizione per l’esito abnorme di tale vicenda inevitabilmente si stempera. Anche in pendenza della disciplina vigente, l’effetto estintivo del decorso del tempo avrebbe potuto essere evitato; dato il lungo periodo trascorso dalla chiusura dell’Eternit, a fronte dell’interpretazione «rigorosa» seguita dalla cassazione anche una più ragionevole disciplina della prescrizione non avrebbe d’altronde potuto, verosimilmente, evitare l’estinzione del reato di disastro.
Ben venga comunque, ora, l’indignazione (tardiva) dei politici per gli effetti dirompenti della prescrizione (come è stata delineata qualche anno fa dalla c.d. riforma ex Cirielli) sul sistema di giustizia italiano. Se tale indignazione dovesse condurre a riformare finalmente l’istituto in modo da renderlo adeguato ai tempi necessari a portare a termine i processi penali, l’esito della vicenda giudiziaria Eternit, al di là dello sconcerto che inevitabilmente suscita, avrebbe quantomeno prodotto un risultato positivo. Purché ovviamente, sull’onda dell’indignazione, non si finisca per cadere nell’eccesso opposto: eliminare cioè pressoché del tutto, o ridurre inmodo spropositato, gli effetti estintivi del decorso del tempo. La ratio della prescrizione – e cioè non punire il delinquente che, a distanza di anni dalla commissione del reato, magari si è redento o si è rifatto una vita – mantiene infatti, intatta, la sua efficacia persuasiva.

13 commenti:

  1. La sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato prescritto il reato di disastro colposo a carico del magnate svizzero, ex proprietario dell’Eternit ha suscitato polemiche a livello politico e sconforto tra i famigliari delle vittime, i quali si sono sentiti beffati e traditi dalla giustizia italiana.
    Il patron dell’Eternit era stato riconosciuto colpevole e condannato in primo e secondo grado per la morte di amianto di circa 3.000 persone, ma con la sentenza del 19 novembre 2014, egli viene completamente assolto.
    Il magnate era stata riconosciuto colpevole con due sentenze e io credo che l’assoluzione per prescrizione sia stata fatta applicando una legge che, in questo caso, poteva e doveva essere interpretata diversamente.
    Infatti, è vero che la fabbrica è stata chiusa nel lontano 1986 e in quella data ha quindi smesso di diffondere nell’aria le polveri che causano il cancro ai polmoni, ma io penso (ed è anche provato scientificamente) che le conseguenze di disastro ambientale vadano ben oltre i 12 anni stabiliti dai termini di prescrizione.
    Credo che in questa vicenda, occorreva considerare il fatto che il disastro ambientale causato dall’Eternit non si è estinto in 12 anni ma ha provocato vittime nell’arco degli anni e probabilmente sarà causa di altre malattie e decessi negli anni futuri, quindi secondo me, i termini di prescrizione non avevano valore nel caso specifico.
    Ritengo che il pensiero di Beccaria sia assolutamente giusto, poiché spetta al legislatore modificare una legge e il giudice ha il solo compito di applicarla.
    Ciò che ritengo inaccettabile è il fatto che in Italia non sia stata presentata la riforma del reato di prescrizione, annunciata da tempo ma mai approvata. La riforma potrebbe essere infatti la risposta e la soluzione in casi così controversi e difficili come quello dell’Eternit.

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  2. Secondo me la legge dev’essere interpretata,come nel caso dell’eternit. La Cassazione non ha individuato nessun colpevole,anche se ci sono stati danni ambientali enormi. Basta pensare alle 1500 morti,e non tutti lavoravano nella fabbrica,come il fratello dalla sign.Giuliana Busto,che praticava sport li vicino,ma ha respirato i veleni. Allora io mi chiedo,in tal caso è più giusto stare a ciò che la legge ci dice oppure interpretarla liberamente? Secondo me i colpevoli ci sono,e anche se è passato troppo tempo bisogna comunque mettersi alla ricerca di un possibile colpevole.

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  3. Non ritengo adeguati i termini di prescrizione in quanto ciò che ha provocato varie malattie tempo fa si ripercuote tutt'oggi e magari anche in futuro. Questa brutta vicenda ha portato un disastro ambientale e secondo me questo disastro non si è ancora eliminato del tutto.
    E' stato sbagliato anche il provvedimento nei confronti del magnate che ha provocato molti morti, infatti con l'ultima sentenza si è "riconosciuta" l'assoluzione di quest'uomo svizzero.
    La chiusura della fabbrica ha smesso di diffondere queste polveri ma secondo me le conseguenze di tutto ciò sono ancora presenti.
    Sono d'accordo con Beccaria. Il giudice ha solo il compito di rispettare le leggi e se le interpretasse personalmente non sarebbe corretto. Il legislatore è colui che deve modificare una legge e nessun'altro.
    Una soluzione sarebbe quella di attuare una riforma che possa permettere, in parte, di risolvere questo problema.

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  4. Il caso Eternit resta imputato . Dopo anni di lotte i parenti delle “vittime dell’amianto” urlano vergogna difronte a tale sentenza.
    “ …come si fa ad abbattere anni di battaglie così?” afferma Assunta Prato vedova della strage.
    Ed è proprio questo il fulcro della vicenda , com’è possibile che dopo anni ,non si è ancora giunti alla sentenza definitiva che riconosce l ex proprietario dell’ Eternit Stephan Schmidheiny colpevole di disastro ambientale ?
    Una possibile risposta è stata data dal sostituto della Cassazione, Francesco Iacoviello ,che ha affermato la necessità di un legislatore, in quanto il diritto e la giustizia non sempre coincidono.E il caso Eternit ne è la prova.
    Questo concetto è riconducibile al pensiero di Baccaria.
    A mio parere è indispensabile il ruolo di un legislatore che conduca ad una modifica delle leggi, in quanto sono passati troppi anni e non si è ancora giunti alla sentenza definitiva ,che veda il magnate svizzero colpevole della morte di circa 2.200 persone.

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  5. Io penso che sia una cosa vergognosa che non si riesce a incarcerare una persona. Beccaria 250 anni fa, penso che abbia sbagliato: perché di sbagliato nella legge è difficile parlare soprattutto quando ci si trova davanti a un caso complicato come questo del caso Eternit. Penso però che abbiano lasciato alcuni punti che non sono stati chiariti bene, o interpretati male. Io dico che a portare a favore e chi a perdere la causa sia stato l’ avvocato che con parole da “sofista” ha indirizzato la causa dalla parte della parte più forte. Io sono sicuro che nel processo la parte debole siano stati i dipendenti, la parte più forte è lo Svizzero a capo dell’ azienda. Per questo punto io penso che il processo sia andato male o non avendo visto alcuni aspetti. Penso che in Italia la frase attaccata nel tribunale “la legge è uguale per tutti” dovrebbe essere cambiata “ la legge è uguale per tutti, la giustizia non lo è”

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  6. “Eternit”, come lo dice il nome, il materiale che ha una durata così lunga ed era stato così utile per l’intera società e l’industria piemontese.
    In effetti “eterni” sono anche gli effetti che si ripercuotono sulle persone, quasi come se si dovessero pagare i debiti dei genitori, che grazie a questo “veleno” tiravano avanti l’intera famiglia.
    In questo caso, il processo è un’operazione complicata, come possiamo effettivamente valutare la vita di così tante persone, che hanno letteralmente messo anima e corpo nel loro lavoro?
    Come è possibile giudicare un evento che è possibile paragonare ad un fiume che travolge tutto, e trovare un colpevole che dovrebbe pagare all’infinito per crimini attribuibili ad una moltitudine?
    La colpevolezza dei proprietari dello stabilimento sono certo colpevoli per questo disastro ambientale, ma sono davvero solo loro a dover pagare per tutto questo?
    Come afferma il giornalista Michele Brambilla, anche i rappresentanti dei comuni locali e i sindacati hanno cercato di arginare inizialmente una possibile protesta per condizioni di lavoro migliori, che inoltre in quel periodo, negli anni ’70, non erano particolarmente controllate.

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  7. Eternit è stato, è e sarà un problema per l'ambiente e gli uomini. Il magnate svizzero Sthephan Schmidheiny è stato accusato di disastro ambientale e di aver provocato un migliaio di morti per l'esposizione all'amianto ma qualche giorno fa la sua condanna è stata annullata e Francesco Iacoviello ha dichiarato "Per reati come le morti per amianto che ha una latenza di decenni, serve un intervento legislativo".
    Io sono pienamente d'accordo con lui, perchè ritengo che durante il processo di Stephan, la Cassazione non avrebbe dovuto applicare le leggi alla lettera, ma avrebbe dovuto far sì che la legge fosse veramente uguale per tutti e quindi condannare il magnate per i crimini commessi.
    Ho trovato molto importante l'ultimo editoriale di Marco Giorcelli, morto questo sabato, che quando ha scoperto di stare per morire per via dell'amianto scrisse "Provo pena per gli imputati , più che rabbia. Per come hanno negato il senso dell'umanità nel nome del profitto, del potere. Certo, noi di Casale Monferrato chiediamo giustizia. Per i nostri morti, per le nostre famiglie sconquassate come se sul nostro cielo si fosse combattuta, nel XX secolo, un'altra guerra. Lunghissima, estenuante. E senza possibilità di difenderci. Un crimine contro l'umanità".

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  9. Buon pomeriggio sono Gabriele Genchi, per me i giudici devono interpretare la legge e non applicarla sempre e comunque, perché ci sono dei casi come quelli di casale Monferrato in cui è bene adattare la legge, in questo caso sulla prescrizione, al caso di cui si pronuncerà la sentenza, perché la validità della legge non è universale,varia caso per caso, il caso in questione è il caso eternit di casale Monferrato, in questo meraviglioso paese delle colline piemontesi l' amianto ha provocato negli ultimi 30 anni quasi 3000 vittime e ancora oggi c'è gente che muore e che versa lacrime, che purtroppo non riescono a togliere via la polvere bianca dell' amianto, cosa che solo una bonifica può fare e non è detto che questa bonifica possa risolvere totalmente il problema, che probabilmente non si risolverà mai, la sentenza della cassazione ha dichiarato il reato prescritto, poiché si tratta di disastro ambientale e non di omicidio, come vorrebbe il pubblico ministero di Torino che invece non si prescrive mai, ma di fatto questo è un omicidio vero e proprio, che dall' inizio dell' anno ha visto morire 50 persone, per la cassazione non ci sono colpevoli, questo è un dato di fatto, ma gli abitanti di Casale Monferrato hanno il diritto prima o poi di trovare un colpevole, un responsabile della loro condanna a morte, perché vivere lì è come essere condannati alla pena capitale, poiché ogni famiglia di Casale Monferrato può star certa o quasi che un famigliare o un conoscente sarà colpito da mesotellioma pleurico e si badi che l' emergenza non è finita, poiché il picco delle morti sarà nel 2025, ma ciò, a dir la verità non mi sorprende particolarmente, d' altronde siamo in Italia il paese dove gli innocenti spesso e volentieri vengono condannati e dove i colpevoli, chissà perché, non vengono mai condannati, ma non ci si deve arrendere, bisogna che gli abitanti di casale Monferrato lottino per arrivare alla verità e per punire i colpevoli, solo così i morti di casale Monferrato avranno giustizia, almeno in terra.

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    1. Le leggi, in quanto leggi devono essere applicate alla lettera nella maggior parte dei casi, cosa fare però quando si presenta un caso come quello dell’Eternit nel casale di Monferrato ?
      È difficile dire cosa è giusto e sbagliato in questi casi, perché abbiamo più facce di una stessa medaglia..
      Da una parte se deve essere solo il legislatore colui che può modificare le leggi, e queste devono rimanere intatte e applicate alla lettera, magari in un certo tipo di processo, il giudice non potrà intervenere in un modo giusto. Mi spiego meglio, il giudice se vuol difendere la parte non colpevole, gli innocenti di un qualsiasi reato, e deve applicare quell’unica legge che non calza a tutti gli effetti ma che è l’unica che ci si avvicina di più al caso, non potrà far niente e magari coloro che hanno pure ragione passeranno per colpevoli, o ancora peggio se vediamo la situazione inversa, come è già capitato in alcuni casi … il colpevole finisce per non essere mai condannato, questo ovviamente accade spesso nel nostro Stato, ma non solo anche in alcuni paesi dell’ America, in cui vi è una situazione ancor più peggiore, perché alcune volte coloro che sono innocenti finiscono per pagare un reato con la morte, questo dovuto all’introduzione della pena di morte.
      Per quanto riguarda l’avvenimento di queste 3000 morti ingiuste che si vanno a sommare di anno in anno del casale di Monferrato, penso sia del tutto ingiusto il fatto che i giudici abbiano annullato la condanna ai 18 anni per Stephen Schmidheiny.
      Qui si tratta di un errore dovuto alla trascuratezza, alla superficialità. Non è possibile che non si sapevano da prima quali sarebbero state le conseguenze dovute a questa multinazionale specializzata nelle lavorazioni con l’amianto.
      Non è giusto che tante persone abbiano dovuto rimetterci la vita, persone di tutte le età, che avevano una famiglia, degli amici e dei sogni futuri.
      Non è giusto che loro debbano pagare per i veri colpevoli. È dire tanto che si tratta di veri e propri omicidi, però cos’altro si può dire se quello che si racconta e appare sembra solo sostenerlo?!

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  11. Eternit. L'unica cosa eterna in questa situazione è questo caso. Trovo imbarazzante, deprimente e terribilmente ingiusto il modo in cui, un cosi palese crimine sia lasciato impunito. La legge è legge, su questo non ci piove e come dice Beccaria bisogna rispettarla, ma la legge può sbagliare. Come si è sbagliato Aristotele sulle teoria geocentrica, che è stata poi sostituita da un nuovo paradigma, cosi la legge va cambiata, riveduta o eliminata quando ci si rende conto che rispettarla non è giusto, non è morale e sicuramente non è umano. L'omicidio, per di più consapevole, perchè i direttori dell'Eternit sapevano, non può e non deve cadere in prescrizione. Che il tutto sia stato classificato come disastro ambientale mi fa solo giungere alla conclusione che qualcuno non abbia capito fino in fondo la situazione. I morti non tornano in vita, non si torna al salvataggio precedente, non è un gioco. E allora come dice la signora Assunta Prato, bisogna portare la battaglia su un altro livello e fare in modo che questi reati non si prescrivano mai.
    La Corte di Cassazione ha rispettato una legge, nonostante fosse sbagliata a mio parere, certo poteva anche essere interpretata ma la decisione è stata di rispettarla. Allora si arriva alla legge stessa, che deve essere cambiata.
    Perchè la gente ancora muore a Casale Monferrato, dall'inizio dell'anno sono morte 50 persone, famigliari, amici, conoscenti.
    Casale Monfarrato e tutti coloro che li sostengono non devono arrendersi fino a che questa spada di Damocle non si levi dalla loro schiena. La verità e la giustizia sono ad un passo da una legge modificata.
    Erika Gallini

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  12. La rabbia dei parenti delle vittime dell’amianto, le polemiche e la tristezza di Casale Monferrato si scatenano il giorno dopo la sentenza sul caso Eternit. Nessun colpevole per i morti, hanno dichiarato i giudici. Ma non perché “il fatto non sussiste” ma per “intervenuta prescrizione” nel caso di disastro ambientale poiché è passato troppo tempo dai fatti.
    La motivazione della sentenza della Cassazione sarà certo ricca di richiami ma non sarà certo possibile accusarla di negligenza. Ed è possibile che sia stata costretta da un’esatta interpretazione della legge a giungere alla conclusione che gravissimi reati erano stati commessi, ma che non si può procedere, perché essi sono da tempo prescritti.
    I giudici purtroppo sono legati dalla legge e pertanto sono obbligati a rispettarla anche se non sempre è giusto, come a mio parere in questo caso, poiché giustizia non è stata fatta, la gente è morta invano e molti altri continueranno a morire.

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