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venerdì 1 aprile 2016

REFERENDUM: SI' , NO O ASTENSIONE?

per le classi 3^ e 5^ LES

Questa settimana siamo rimasti senza giornali... per cui vi lascio una serie di link su cui cliccare per documentarvi.
Il primo si riferisce all'articolo che avevo individuato su "Il Corriere della Sera, giovedì 31 marzo,   Michele Ainis pag.1-27 "Il valore segreto di un referendum":
http://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20160331/282076276007021/textview

Il secondo è un articolo a favore del "NO":

http://www.ilpost.it/filippozuliani/2016/03/23/referendum-trivelle-e-populismo/

Il terzo riporta il testo del quesito referendario e propone i diversi punti di vista, ma conclude con ragioni a favore del "SI":
http://www.valigiablu.it/referendum-trivelle/

Infine mi sembra utile ascoltare la trasmissione radio che mette a confronto il Presidente del Regione Puglia (fronte del SI) e il promotore del comitato "ottimisti e razionali" (fronte del NO):
http://www.radio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-6d6b5fb9-45b3-49e3-bae3-a83a03cbfd59.html


IL QUESITO REFERENDARIO:
Il comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 recita: 
239. All'articolo 6, comma 17, del  decreto  legislativo  3  aprile
2006, n. 152, il secondo e  il  terzo  periodo  sono  sostituiti  dai
seguenti: «Il divieto e' altresi' stabilito nelle zone di mare  poste
entro dodici miglia dalle linee di  costa  lungo  l'intero  perimetro
costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine
e costiere protette. I titoli abilitativi gia' rilasciati sono  fatti
salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto  degli
standard di sicurezza  e  di  salvaguardia  ambientale.  Sono  sempre
assicurate le attivita' di manutenzione  finalizzate  all'adeguamento
tecnologico necessario alla sicurezza degli impianti  e  alla  tutela
dell'ambiente,   nonche'   le   operazioni   finali   di   ripristino
ambientale». 

il quesito chiede "volete abrogare le parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?"


DA RIPASSARE E SAPERE
- procedura di approvazione del referendum

L'OPINIONE
Al referendum del 17 aprile voterete/votereste "sì", "no" o pensate sia bene non andare a votare? Perchè?

14 commenti:

  1. Buon Pomeriggio,dopo aver letto l'articolo di Michele Ainis mi sento di dire che io personalmente voterei contro la modifica proposta nel referendum. Secondo me non ci si dovrebbe astenere dal voto perché è sì un nostro diritto, ma anche un dovere (importante,a cui non ci si dovrebbe sottrarre ) da rispettare in quanto cittadini. Personalmente voterei no in quanto desidero tutelare l'ambiente. Non capisco perché in una situazione, come quella attuale dove si parla in continuazione di proposte volte a tutelare l'ambiente, si debbano porre modifiche a un quesito referendario che a parere mio era perfetto così come era stato posto. Sono concorde con quanto afferma Michele Ainis, in quanto dietro la proposta del referendum, vi sono altre motivazioni rispetto a quelle più immediate. Ritengo non sia giusto continuare a trivellare i giacimenti petroliferi fino all'esaurimento. Sono d'accordo anche su un altro aspetto che afferma Ainis: ogni occasione diventa un pretesto per regolare i conti all'interno del Pd.

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  2. Buon giorno. per quanto riguarda il referendum del 17 aprile ci sono molti aspetti negativi e molti positivi. tutti i cittadini sono liberi di dare loro opinione riguardante l'argomento ma secondo me è molto difficile sapere e intuire quale sia la soluzione più giusta per tutti. un fatto importante da considerare è che in caso di vittoria del SI le compagnie petrolifere non potranno più prorogare le concessioni esistenti a meno che non ne abbiamo fatto richiesta prima del dicembre 2015. in caso di vittoria del NO, le compagnie petrolifere potrebbero richiedere il rinnovo delle concessioni finche' il giacimento è vivo. la maggior parte dei promotori chiedono di votare SI, per non rinnovare le concessioni alle piattaforme che si trovano a meno di 12 miglia nautiche dalla costa. onestamente non so ancora se voterò SI O NO ma sono sicuramente dell'idea che bisogna cercare di tutelare l'ambiente il più possibile e non danneggiarlo.

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  3. Domenica 17 aprile si svolgerà il referendum delle “Trivelle”, con il quale i cittadini maggiorenni dovranno votare sull’abrogazione di una frase della legge sulle trivellazioni, e più precisamente “per la durata utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.
    Si tratta di un referendum abrogativo e riguarda solo le trivellazioni collocate entro le 12 miglia, ammontanti a 21 su un totale di 66 trivellazioni esistenti nelle acque italiane.
    Le compagnie estrattive ottengono inizialmente una concessione della durata di 30 anni, poi prorogabile sino ad un totale di 40/45 anni. Secondo la normativa, al termine della concessione, finisce la trivellazione.
    Il Governo Renzi ha inserito una norma nella legge di stabilità secondo la quale, al termine della concessione, le compagnie estrattive possono continuare le trivellazioni sino a quando il giacimento non si esaurisce.
    Con il referendum, viene chiesto di non tenere conto della norma voluta dal Governo Renzi e di tornare alla scadenza naturale delle concessioni ovvero, nel caso di vittoria dei Si, le compagnie estrattive dovranno abbandonare le piattaforme allo scadere della concessione.
    I sostenitori del Sì al referendum sono soprattutto le organizzazioni ambientaliste, le quali chiedono rispetto e tutela dell’ambiente e, allo stesso tempo, sollecitano maggiori investimenti nella produzione di energia rinnovabile.
    I sostenitori del No sono principalmente: gli oppositori al governo di Renzi, le compagnie petrolifere, le associazioni sindacali preoccupate per le migliaia di persone attualmente collocate nel settore, coloro che sostengono che, in assenza di gas e petrolio in loco, l’Italia sarebbe costretta ad acquistare tali energia da paesi esteri, incrementando il rischio di inquinamento dovuto al maggior transito di petroliere nelle nostre acque.
    Il voto è un diritto di tutti i cittadini e, nonostante molti incoraggino l’astensione, io penso che sia un bene andare a votare, anche se la questione è indubbiamente molto tecnica e di non facile comprensione.
    Personalmente, io sono favorevole al Si, in quanto è stato stimato che lo sfruttamento di tutti i giacimenti marini di petrolio presenti nelle acque italiane, sarebbe appena sufficiente per soddisfare il fabbisogno nazionale di greggio per 7 settimane. Quindi, non credo valga la pena rischiare di incorrere in disastri ambientali, soprattutto considerando che l’Italia è un paese nel quale il turismo è un settore molto importante, ed un eventuale inquinamento delle nostre acque graverebbe anche sulla nostra economia.

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  4. Buonasera, secondo me al referendum bisogna andare a votare e votare no, in quanto se vincessero i sì l' Italia si ritroverebbe con meno combustibili fossili( petrolio e metano) a disposizione, dunque sarebbe costretta ad aumentare le importazioni da quei paesi come la Libia o i paesi dell' ex Unione sovietica caratterizzati da instabilità politica, inoltre il nostro paese non potrebbe sopperire facilmente a questa situazione utilizzando per esempio energie rinnovabili, in quanto queste ultime sono capaci di produrre energia in un tempo molto maggiore che i pozzi di combustibile e comunque l' energia prodotta sarebbe in quantità molto minori rispetto a quella prodotta con i pozzi, inoltre non rinnovare le concessioni ai giacimenti entro le 12 miglia dalla costa significa far perdere il lavoro alle persone che vi lavorano, dunque si andrebbero a creare disoccupati, inoltre la produzione si sposterebbe in un altro paese straniero e l' Italia non avrebbe nessun guadagno economico da questo spostamento, in quanto non ricaverebbe alcun profitto dalla vendita agli stranieri del gas, inoltre queste imprese, trasferendosi all' estero, trasferirebbero i propri capitali all' estero e le imposte le pagherebbero nel paese straniero, causando una diminuzione del gettito fiscale. Personalmente, come ho detto all' inizio, sono a favore del no, dunque vorrei che al referendum del 17 aprile vincesse il no, in quanto considero fondamentale la presenza di pozzi in acque territoriali italiane, in quanto ci permettono di ricoprire una parte, benché minima, del nostro fabbisogno energetico, sono contrario a quanto dicono che le trivellazioni inquinino il mare adriatico, in quanto esso è già inquinato da batteri causati dal cattivo funzionamento degli impianti di depurazione che inquinano molto di più dei giacimenti petroliferi, che sono controllati al fine di non permettere la fuoriuscita di greggio in mare. Le regioni che difendono le ragioni del sì dovrebbero prima preoccuparsi di non inquinare il mare con le attività domestiche e industriali e poi dopo sperare che il referendum bocci questa legge, dunque sono a favore del no, ma non per questo sono a favore dell' astensionismo, in quanto astenersi significa non partecipare e non partecipare significa non prendersi le proprie responsabilità, certo che l' astensionismo, almeno in molti casi, serve per non far raggiungere il quorum previsto cosicché la legge rimane in vigore, dunque equivarrebbe a dire no, senza rischiare che il proprio voto possa contribuire a far raggiungere il quorum previsto e a decretare, in quanto chi va votare vota sì, l' abrogaziogazione della legge, ma è un comportamento politicamente scorretto, in quanto viviamo in una democrazia partecipativa in cui tutti devono partecipare alla cosa pubblica al fine di migliorare le condizioni generali del paese, votare significa assumersi la responsabilità delle proprie scelte, significa partecipare, significa lasciare un segno, anche piccolo, nella storia e anche se il referendum dovesse raggiungere il quorum e decretare la vittoria dei sì, bisogna essere contenti, poiché si è sostanziato il principio democratico, per cui la maggioranza vince, sarebbe dunque una lezione di democrazia in piena regola soprattutto per noi diciottenni che andiamo a votare per la prima volta e che dobbiamo essere contenti, indipendentemente dal risultato del referendum, per il solo fatto di essere andati a votare e di aver partecipato per la prima volta, in modo diretto, ad una decisione che avrà ripercussioni su tutti i cittadini, compresi noi, che per la prima volta abbiamo sperimentato che cosa significhi esserlo veramente.

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  5. Buongiorno, secondo me per quanto riguarda il referendum del 17 aprile ci sono alcuni aspetti positivi ed altri negativi. Personalmente sarei più propenso per il no, perché penso a tutte quelle persone che potrebbero perdere il posto di lavoro nel caso vincesse il si. D'altra parte se dovessero rimanere attive le piattaforme, continuerebbe a permanere il rischio di danni ambientali, che potrebbero causare ingenti danni all' ambiente e all'economia italiana per quanto riguarda il settore del turismo.
    In questo senso è molto ma molto difficile prendere una decisione, in quanto ci sono molti fattori in gioco. Prima di votare secondo me bisogna valutare a che cosa potrà portare il SI e a che cosa potrà portare il NO.

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  6. Buonasera. In merito al referendum che si terrà il 17 aprile, ritengo che ci siano parecchi aspetti che necessitano di essere discussi. In caso vincesse il sì, stando alle parole del Premier Renzi, saranno messi a rischio circa 11 mila posti di lavoro per parecchi operai convolti nell'attività delle trivellazioni. In caso vincesse il no, avrà la meglio lo "schieramento" degli ambientalisti, assolutamente contrari, ovviamente, al danneggiamento dell'ambiente naturale. Tuttavia, c'è da dire che, in tal caso, solamente il territorio dello Stato Italiano sarà tutelato: la zona dell'Adriatico comprende anche i Paesi stranieri bagnati dal mare, che sono liberi di trivellare quelle coste, dunque di compromettere, in qualche modo, la scelta fatta dai cittadini italiani. Personalmente non sono ancora convinto e non mi identifico in nessuna delle due opzioni

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  7. riguardo alle questioni trattate nel referendum al quale si andrà a votare il 17 aprile secondo me ci sono pro e contro sia per chi voterà SI che per chi voterà NO.
    Io personalmente voterei No perché nonostante le trivelle sicuramente danneggeranno le acque del mar Adriatico lo farebbero comunque dato che i giacimenti non si concentrano solo nelle acque italiane bensì anche nelle zone delle acque balcaniche dove sarebbero liberi di trivellare provocando danni ambientali pure a noi.
    Tuttavia penso che se il mio parere fosse stato diverso non sarei andata a votare, perché non avrei avuto alcun interesse a far passare il referendum pur consapevole che in generale votare è un dovere civico che in occasioni diverse non avrei esitato a rispettare

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  8. Penso che il referendum del 17 presenti alcuni aspetti positivi e altri negativi. Da una parte la cessata attività delle piattaforme toglierebbe il lavoro a molte famiglie italiane. D'altra parte la tutela dell'ambiente, come ha detto Mattarella nel suo ultimo discorso agli studenti, deve essere una priorità per lo Stato. Si tratta di capire quali potrebbero essere le reali conseguenze delle scelte e degli esiti, di approfondire i pro e i contro sulla base di valutazioni non superficiali, e di stabilire se la tutela ambientale sia, in questo caso, più importante di quelle famiglie.
    Personalmente non darei fiducia a questo referendum, per quanto inquinanti quelle piattaforme danno lavoro a centinaia di persone. Non sono quindi contrario all'estrazione, ma deve essere fatta in modo controllato e rispettoso dell'ambiente, come avviene in molti paesi. Questa tecnologia ha dei costi che pero' non devono essere a carico dello stato, ma delle compagnie petrolifere, che li ammortizzeranno con i profitti della vendita del petrolio.
    A prescindere da questo, il voto è la manifestazione concreta della nostra democrazia, noi non solo possiamo ma dobbiamo votare, perché oltre ad essere un nostro diritto, ottenuto con la vita di molti, è anche un dovere.

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  9. In quest'ultimo periodo si è parlato spesso del referendum del 17 Aprile ma non si è mai discusso in modo chiaro dei suoi contenuti, anzi, in molti casi le informazioni risultavano difficili da comprendere o addirittura contradditorie per chi non avesse conoscenze in ambito giuridico. Detto questo ritengo che apportare le modifiche proposte non sia una buona idea in quanto si andrebbero a diminuire le tutele della sicurezza e dell'ambiente. Oltre a questi pericoli si corre anche il rischio di rallentare la ricerca e lo sviluppo tecnologivo in ambito petrolifero dato che, vista la durata più limitata dei contratti, le compagnie petrolifere potrebbero scegliere di limitare la ricerca per contenereni costi. Un altro punto che solleva dubbi è la situazione di totale frammentazione politica con cui ci si avvicina ad un appuntamento di questa importanza.   Il dissenso tra membri dei singoli partiti sta continuando aumentando e di conaeguenza aumentano anche le strumentalizzazioni delle informazioni. Temo che ciò che è stato detto riguardo questo referendum possa confondere gran parte degli elettori ed invitarli a votare in modo errato. Sicuramente l'astensione è sempre un rischio, per questo motivo è meglio recarsi alle urne anche se, come me, si condivide l'idea che sia meglio votare no. Ritengo che votare no sia la scelta migliore perchè non andrebbe a modificare una legge molto delicata e difficilmente migliorabile, specialmente in questo momento politicamente ed economicamente critico.

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  10. Il referendum del prossimo 17 aprile riguarda l'abrogazione di una parte dell'art. 6 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e più specificatamente la possibilità data alle società che hanno una concessione per estrarre gas o petrolio entro le 12 miglia dalla costa di rinnovare tale concessione fino all'esaurimento del giacimento.
    La questione non è semplice in quanto la materia é assai tecnica. Io sarei propensa per il si perchè penso all'inquinamento dell'ambiente marino, all'abbassamento del suolo che potrebbe provocare mareggiate, piene dei fiumi, perdite di spiagge con conseguenti rischi anche per le attività connesse al turismo. Per contro purtroppo la chiusura anticipata di questi impianti porterebbe a inevitabili perdite di posti di lavoro, peggiorando così la già precaria situazione occupazionale.

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  11. Partendo dal fatto che sono consapevole di quanto sia importante votare, in quanto diritto offertoci dal nostro sistema democratico, in data 17 aprile 2016 mi asterrò dall’andare a votare poiché l’astensione corrisponde alla mia linea di pensiero maturata a riguardo del referendum abrogativo. In quanto in materia di voto andrei a esprimere un no, esso assume lo stesso valore anche se non mi presenterò alle urne; inoltre ammetto che la mia scelta sia sostenuta ancor di più dal fatto che dal punto di vista giuridico, nei referendum abrogativi l’astensione è un “trucco”, un espediente per far saltare il quorum. Non considerando l’aspetto di astensione alle votazioni, voterei NO e sosterrei l’idea di portare avanti le trivellazioni e l’estrazione di gas naturali poiché in caso contrario, si verificherebbe come conseguenza per l’intero settore industriale aziendale italiano la necessità di procedere a un elevato numero di licenziamenti; pertanto ci troveremmo costretti a enormi aumenti delle importazioni e della dipendenza di gas naturali da Putin o dalla Libia, fino a colonialismi energetici a danno dei paesi poveri. Infine a mio avviso, dietro questo referendum c’è la logica “non nel mio giardino” ovvero: smettere di estrarre idrocarburi nei nostri mari significherebbe solo spostare il problema dell’inquinamento in altri paesi. In relazione a quanto appena affermato, per tutti quelli che andrebbero ad esprimere un SI al fine di salvaguardare l’ambiente: “un vero ambientalista non dovrebbe occuparsi di difendere l’intero pianeta e non solo casa sua?”

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  12. Penso che il 17 aprile andrò a votare. Non ritengo giusto non esprimere il proprio voto, per prima cosa perché votare è un diritto che non bisognerebbe mai sottovalutare in quanto è il modo di partecipare al dibattito politico; in secondo luogo perché è importante prendere posizione sul tema oggetto del referendum. Ciò significa pensare al quesito e farsi una propria idea su ciò che capita nel mondo.
    Purtroppo però secondo me questo referendum è piuttosto inutile, in quanto il quesito è molto limitato. Il tema è sul momento in cui smetteranno le trivellazioni, che comunque continueranno o fino alla fine della concessione o fino a esaurimento del petrolio o del gas naturale in quel sito.
    Forse è più importante chiedersi quali siano i reali temi che stanno di sottofondo al quesito vero e proprio.
    Il tema energetico è uno dei temi fondamentali; come Paese dipendiamo ancora dai combustibili fossili, anche se in misura un po’ minore che nel passato, ma io penso che bisognerebbe spostare la politica energetica più velocemente verso le fonti rinnovabili. Per questo bisognerebbe votare “sì”.
    Il tema ambientale è un altro tema; sicuramente le trivellazioni al di sotto delle 12 miglia marine possono essere pericolose in caso di incidente. Ma i rischi ci sono anche oltre le 12 miglia. Le coste e i mari dovrebbero essere sempre preservati, soprattutto in un Paese come il nostro in cui le bellezze naturali sono immense e il turismo potrebbe essere una grande fonte di guadagno. Per questo bisognerebbe votare “sì”.
    Il tema occupazionale: se vincessero i “sì” i posti di lavoro per le trivellazioni avrebbero una scadenza (anche se per molti siti di 10 o 20 anni). In questo caso, se fossi la figlia di un ingegnere o di un operaio delle piattaforme forse voterei “no”. Penso però che in Italia il lavoro dovrebbe scaturire di più dall’ambito culturale, ambientale, paesaggistico. Allora forse sarebbe meglio votare “sì”.
    Il tema politico: mi pare che questo referendum si stia delineando come uno scontro pro o contro il Governo. Questo tema non mi appassiona: credo che la politica dovrebbe avere come centro l’interesse collettivo e la risposta ai bisogni dei cittadini, con uno sguardo al lungo periodo, non preoccupandosi di questioni di poltrone. In questo senso l’importante è andare a votare per esprimere la propria opinione come ho detto in precedenza. Un punto importante è che il quesito non sia anticostituzionale e non metta l’Italia nella condizione di essere richiamata dalla UE.
    Quindi: andrò a votare, ma in questi ultimi giorni prima del 17 aprile cercherò di approfondire ulteriormente le mie conoscenze per avere una opinione valida.

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  13. Il referendumdel 17 aprile chiamerà gli italiani al voto in materia di trivellazioni in mare. Per cosa votare, sì o no? Oppure è meglio astenersi?
    No e astensione vanno visti insieme perché si tratta di due modalità o di due vie per far fallire il referendum. In questo caso dunque, non andare a votare aumenterebbe il rischio di non raggiungere il quorum. Il che si tradurrebbe in una vittoria del No perché l’attuale legislazione non verrebbe modificata.
    Io sono contraria al referendum per alcune ragioni: la vittoria del sì provocherebbe un'emorragia di posti di lavoro dato che il settore estrattivo occupa circa quarantamila persone. Inoltre anche se dovesse vincere il sì, le estrazione nell'Adriatico continuerebbero ad essere fatte da altri Paesi come la Grecia e la Croazia. I problemi per l’ambiente invece arriverebbero proprio dalla vittoria del Sì perché con il blocco futuro delle concessioni, l’Italia avrebbe bisogno di sopperire al gas e al petrolio “perso” rifornendosi altrove, il che si tradurrebbe nell’arrivo di un maggior numero di petroliere che aumenterebbero i rischi di inquinamento da idrocarburi nei nostri mari. Non solo, nessuna pala eolica o nessun pannello solare sarebbe in grado di produrre la stessa quota di materia prima, ampliando dunque la dipendenza dell’Italia verso i Paesi fornitori.

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  14. Pur avendo l'eta' per andare a votare, leggendo qua e la, ho cercato di farmi una mia opinione circa questo referendum. Penso che la scelta che ho fatto, e cioè quella di non votare, sia stata una risposta, non tanto agli appelli della sinistra o del Presidente della Repubblica che ritengo abbiano fatto una manovra politica scorretta; non ho votato perché non credo che le nostre trivelle possano danneggiare più delle nostre industrie il mare e soprattutto il mio pensiero si e' rivolto alle migliaia di lavoratori coinvolti che una volta lasciati a casa avrebbero danneggiato molto di più la nostra economia.

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